The Globe Shrinks. Mostra di Barbara Kruger

SCRITTO DA
Claudia Colia

barbara_kruger-globe_shrinks1Il nuovo lavoro di Barbara Kruger, The Globe Shrinks, è ospitato in un enorme spazio industriale, in una via poco lontana dal brulicare frenetico della stazione Victoria. L’artista americana, resasi famosa per le pioneristiche opere in cui varie tematiche, dal femminismo al consumismo, erano veicolate dalla giustapposizione di immagini e slogan, negli ultimi anni si è dedicata alla video e audio installazione, su larga scala proseguendo nella ricerca concettuale inaugurata anni addietro. The Globe Shrinks è un’opera di immersione e negoziazione, fin dall’ingresso e dal passaggio tra luce e oscurità. Su quattro grandi schermi sfilano in loop i tredici minuti del video, che alterna testi e scritte a situazioni varie, desunte sia dalla vita quotidiana che dal mondo dello spettacolo. Unica cesura, un momento di totale oscurità, in cui una voce indirizza lo spettatore con tono suadente, parole ambigue, che possono essere quelle di un amante o di un potenziale stalker, e che preludono alla ripresa di luci e immagini.

Negoziazione ed interazione sono i termini che più definiscono questo lavoro. Innanzitutto in senso spaziale. La reciprocità tra immagini, spesso proiettate una di fronte all’altra, costringe il visitatore a volgere il capo più volte, a trovare un modo ideale di assistere alla rappresentazione. Nelle storie rappresentate sullo schermo, i personaggi stessi devono venire a patti con qualcosa o qualcuno. L’uomo di fronte ad uno specchio che non gli rimanda più l’immagine di quando era giovane, la donna la cui quiete viene disturbata dalla corrente di un ventilatore.
Ci sono poi dei rapporti di contrasto: i due pugilatori sul ring, il cineasta narcisista che discute del suo lavoro con un’interlocutrice, mentre le sue reali intenzioni scorrono in basso in formato testuale, l’automobilista impaziente che supera la donna impegnata in una conversazione telefonica al volante,  e le grida oscenità, la camera che oscilla brutalmente dal pavimento al soffitto di una cella in quello che potrebbe essere un pestaggio, ma che alla fine si rivela uno scherzo.

barbara_kruger-globe_shrinks2Le diverse scene vengono introdotte da slogan di transizione, a schermo pieno, e tutto è intessuto mediante momenti umoristici, attori che raccontano freddure e barzellette, risate fuori campo, e scene corali di manifestazioni religiose, dalla moschea alla sinagoga, dalla chiesa allo stadio. I rapporti sono sovvertiti, l’audience non circonda i personaggi che danno vita alla rappresentazione, ma è avvolta da essi. Come nella vita di tutti i giorni, l’opera simula il fuoco incrociato di messaggi e comportamenti, azioni e reazioni, in cui ognuno di noi deve trovare il suo spazio, scegliere la propria condotta, resistere o assecondare.
Kruger destruttura e riconfigura la cultura dei consumi, i comportamenti anempatici e narcisisti determinati dalla presenza di una telecamera, dall’uso di un telefono cellulare, dall’abitacolo di un’automobile. L’incapacità di accettare il tempo che passa, la morte, le sconfitte. E su tutto l’umorismo più o meno tagliente, una voce nell’ombra che ci rivela paure e ossessioni, un testo che invita a lasciare il mondo fuori, ad uscire dalla logica del gioco e chiudere gli occhi, seppure per un momento.

© CultFrame 04/2011


IMMAGINI

1, 2 Barbara Kruger. The Globe Shrinks, 2010. Video Installation. 13 min Loop. Courtesy the artist and Sprüth Magers Berlin London. Installation Views. © Photography Stephen White

INFORMAZIONI
Barbara Kruger. The Globe Shrinks
Dal 21 aprile al 21 maggio 2011
Sprüth Magers / 10-12 Francis Street, Londra
Orario: martedì – sabato 12.00 – 18.00 / Ingresso libero

LINK
Sprueth Magers, Londra

Condividi
Claudia Colia

Claudia Colia si è laureata in Storia dell’Arte presso l'Università "La Sapienza" di Roma e nel 2003 si è trasferita a Londra, dove ha conseguito un Master in Contemporary Art Theory presso il dipartimento di culture visive della Goldsmiths University. Si occupa di scrittura, critica e didattica dell’arte e collabora con diverse istituzioni museali londinesi. Ha recensito mostre per testate online e cartacee ed è corrispondente di attualità per la trasmissione di Rai Radio2, Caterpillar. Dal 2006 fa parte della redazione di CultFrame - Arti Visive.

Articoli correlati

Previous
Next

1

About

New CULTFRAME – Arti Visive rappresenta la naturale evoluzione della precedente rivista fondata nel 2000. Vuole proporre ai lettori un quadro approfondito della realtà creativa italiana e internazionale. L’intenzione è quella di cogliere ogni nuovo fattore che possa fornire sia agli appassionati che agli addetti ai lavori un affresco puntuale e moderno riguardo gli sviluppi odierni delle Arti Visive.

3

COPYRIGHT © 2024 CULTFRAME – ARTI VISIVE.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA N. 152 DEL 4 MAGGIO 2009