A cinque anni dalla realizzazione e dalla presentazione alla Berlinale 2006, dove fu premiato dalla Giuria con un Orso d’argento, Offside è l’ultima pellicola che Jafar Pahani è riuscito a realizzare, ed esce finalmente anche in Italia dopo un’anteprima tenutasi a Torino a febbraio in occasione di un’iniziativa di sostegno agli artisti e intellettuali iraniani incarcerati dal regime. Il lavoro di Panahi ha tra i suoi tratti distintivi l’equilibrio nel ritmo e nella tensione narrativa e la costruzione sempre azzeccata di storie che ben tracciano lo spaccato di una società.
A tutto ciò Offside aggiunge anche l’originalità della prospettiva da cui questa volta è documentata la realtà del regime teocratico: quella delle ragazze iraniane con la passione per il calcio a cui una norma, per altro non scritta ma comunque applicata con rigore, vieta l’ingresso allo stadio col pretesto che gli spettatori uomini imprecano e bestemmiano e ciò non è bene per le orecchie femminili. Allora, per riuscire a introdursi tra gli spalti e godersi la partita dal vivo, le ragazze escogitano travestimenti e sotterfugi d’ogni sorta. Ad alcune capita però di essere riconosciute, e così le protagoniste del film vengono una ad una trattenute dalle guardie e costrette per tutta la durata del match in un recinto improvvisato poco al di fuori delle gradinate dello stadio. Seguendo il vociare del pubblico, le reazioni alle dinamiche del campo che però praticamente non vedremo mai, le malcapitate si devono accontentare di mimare tra loro alcune azioni di partite memorabili, intavolando discussioni da bar sport e affidandosi al maldestro e inventivo commento in diretta di una delle guardie.
Dal perimetro in cui sono confinate, le prigioniere giocano la loro partita col potere che le opprime e le umilia provocando ma anche ricercando un confronto coi carcerieri. A queste scaltre ragazze bastano allora alcune semplici domande (perché alle giapponesi che arrivarono a Teheran per Iran-Giappone fu concesso di seguire la partita?) e qualche lazzo per rivelare ai giovani e sprovveduti soldatini che le sorvegliano la loro comune oppressione e l’assurdità delle regole che gli uni, agiti dal potere come burattini, sono costretti a far rispettare alle altre.
Il regista, ora incarcerato dal regime a causa della sua attività artistica ha potuto realizzare questo lavoro rifilando astutamente alla commissione di vigilanza una falsa sceneggiatura. Il film è girato nel giorno stesso della partita così da poter cogliere l’atmosfera autentica del match e risparmiare su una messa in scena che comunque non patisce gli scarsi mezzi a disposizione. Il cast di non professionisti è splendido e queste giovani travestite sono davvero strane creature che osano con creatività e irriverenza quali vere artiste drag, però loro malgrado.
Infatti, la differenza tra loro e delle drag queen o drag kings occidentali è che se questi ultimi utilizzano il travestimento come piacere, talvolta pericoloso ma comunque liberamente scelto, che permette di giocare con l’ordine simbolico dei generi svelando che mascolinità e femminilità sono costruzioni e quotidiane messe in scena, qui il travestimento è la sola opzione data (l’alternativa sarebbe guardare la partita alla tv) e per alcune è addirittura umiliante.
Ciononostante Offside rimane un gran bel film en travesti, che sa mostrare con ironia e leggerezza la realtà drammatica che vivono creature rese marginali dal potere, “soggetti strambi”, queer, anche un po’ abietti come nel caso del giovane piromane che alla fine della partita le ragazze trovano sulla camionetta della polizia e il cui volto è ammaccato, reso quasi deforme dalle violenze subite da bambino da parte del padre.
Mentre per le strade uomini e donne di tutte le età, in auto, in bus o in motorino celebrano la vittoria della nazionale iraniana e la sua qualificazione ai mondiali 2006, la camionetta diretta in commissariato si unisce ai caroselli festanti, le ragazze e il piromane accendono stelline di capodanno e insieme ai soldati intonano cori patriottici: la musica sale e accompagna l’entusiasmo di una notte in cui tutto sembra possibile, la gioia di vivere, l’uguaglianza, la libertà.
© CultFrame 04/2011
TRAMA
È l’8 giugno 2005 e all’Azadi Stadium di Teheran è in programma la partita di calcio tra Iran e Bahrein che potrebbe regalare ai padroni di casa una storica qualificazione ai campionati mondiali del 2006. Tra le migliaia di tifosi iraniani vi sono anche alcune donne, alle quali lo stadio sarebbe vietato, ma che sono pronte a tutto pur di seguire la loro nazionale….
CREDITI
Titolo: Offside / Regia: Jafar Panahi / Sceneggiatura: Jafar Panahi, Shadmehr Rastin/ Fotografia: Mahmoud Kalari / Montaggio: Jafar Panahi / Scenografia: Iraj Raminfar / Musiche: Korosh Bozorgpour / Interpreti: Sima Mobarak Shahi, Safar Samandar, Shayesteh Irani, Mohammad Kheirabadi, Ida Sadeghi, Golnaz Farmani. / Produttore: Jafar Panahi / Distribuzione: Bolero Film / Paese: Iran / Anno: 2006 / Durata: 78 minuti