Quattro. Olivo Barbieri, Vittore Fossati, Guido Guidi, Walter Niedermayr in mostra a Modena

SCRITTO DA
Elisa Paltrinieri

vittore_fossati-oviglioNel panorama artistico italiano, in cui molte volte sono stati messi in secondo piano talenti nazionali o che spesso è rimasto confinato a un’idea di fotografia legata prevalentemente al giornalismo, appare importante il contributo dato dall’ultima mostra allestita all’ex Ospedale S. Agostino dal titolo Quattro. In essa il curatore Filippo Maggia espone il più recente gruppo di acquisizioni entrate a far parte della collezione di fotografie della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, collezione che oggi conta un patrimonio permanente di 650 opere per 110 artisti italiani e internazionali. I protagonisti di Quattro sono autori italiani che hanno rivestito e rivestono un ruolo determinante nella scena artistica: si tratta di Guido Guidi, Vittore Fossati, Olivo Barbieri e Walter Niedermayr. Pur non appartenendo a un movimento vero e proprio ma rifacendosi tutti in maniera più o meno diretta alla linea espressiva individuata da Luigi Ghirri, a partire dagli anni Ottanta i citati artisti hanno contributo a rideterminare i confini della “scuola italiana di paesaggio”, proponendo del nostro paese un’immagine lontana dall’iconografia da cartolina – come riconobbe Carlo Arturo Quintavalle – e per questo più vicina a quella che ognuno di noi si è costruito quotidianamente.

guido_guidi_margheraIn mostra è presente una selezione di opere di Guido Guidi, opere realizzate dagli anni Settanta a oggi: si possono osservare scorci della cava del Monte Grappa, di una discarica alla Gibellina, di aree industriali di Porto Marghera o di costruzioni decadenti di Rimini. Si tratta sempre di scene estratte da paesaggi marginali prima trascurati e che Guidi immortala con sguardo diretto e mai estetizzante, assecondando il suo desiderio di andare incontro e di cogliere la realtà circostante senza avere idee preconcette, secondo un approccio affine a quello del regista Michelangelo Antonioni. Ed è per questo motivo che proprio il margine, in misura maggiore rispetto a scenari più rappresentati, è in grado di riattivare la nostra voglia di interrogarci sulla realtà e di permetterci di esercitare lo sguardo come disciplina dello spirito.
Anche di Vittore Fossati vengono mostrate immagini tratte da diverse serie dagli anni Settanta agli anni Novanta: Fossati riprende elementi semplici (come un terreno di campagna solcato, un bosco, piccole piante grasse, oggetti di vario tipo appoggiati in modo disordinato su tavoli) all’interno di foto tonde. La forma circolare indica che siamo all’interno di un microcosmo chiuso in se stesso e, ciononostante, ricco di rimandi inattesi e di enigmi fantastici. Da segnalare, la presenza in mostra della celebre fotografia Oviglio (1981) nella quale si vede un arcobaleno che finisce non in un bosco ma su una strada, diventando così una rappresentazione simbolica della nostra cultura materialistica.

olivo_barbieri-viaggio_in_italiaLe foto di Olivo Barbieri, invece, si contraddistinguono per un atteggiamento più cinico e disincantato; lo spirito è da viaggiatore moderno che ha bisogno di rinnovare il proprio approccio a una realtà in continua trasformazione. Di Barbieri vengono proposte diverse immagini tratte dalla serie Flippers, il suo primo progetto risalente agli anni Settanta e realizzato all’interno di un deposito di flippers abbandonati dei quali il fotografo immortala le lastre di vetro su cui sono state riprodotte icone emblema del nostro immaginario (pin up, gondole veneziane, scene da fumetto western, …). Quel lavoro debuttò nel 1978 alla Galleria Civica di Modena con un testo di Franco Vaccari ed ebbe molto successo. Oltre a ciò ci sono anche scatti realizzati nelle periferie e che rappresentano una prima indagine compiuta sul territorio e preparatoria ai lavori seguenti in cui Barbieri sposterà il proprio punto di vista in cielo grazie all’utilizzo di un elicottero.

Infine, una parte più corposa dell’esposizione è dedicata a Walter Niedermayr, del quale vengono proposte una ventina di opere e alcuni video tratti prevalentemente dalle serie dedicate alla trasformazione del paesaggio alpino a causa del crescente fenomeno del turismo di massa. Attraverso l’uso di colori freddi e tenui e di atmosfere rarefatte il paesaggio montano viene ridotto all’essenziale diventando così uno spazio spirituale che porta innanzitutto lo spettatore a interrogarsi sugli effetti dell’uomo sulla natura. Contestualmente, con le sue foto Niedermayr solleva dubbi riguardo alla percezione visiva dello spazio. Infatti, le sue immagini sono spesso assemblate in dittici, trittici o polittici in cui frammenti della stessa scena vengono replicati e montati arrivando a creare un’unica immagine finale verosimile. Un medesimo approccio viene utilizzato anche per le recenti fotografie scattate in territorio iraniano, foto in cui l’artista delinea l’immagine di un territorio affascinante in cui sia il passato e il presente sia gli elementi della cultura orientale e di quella occidentale si incontrano e si scontrano.

walter_niedermayr-st_anton_am_arlberg

Pur nella diversità degli stili i quattro artisti riescono a sondare in modo originale e con grande sensibilità il paesaggio, riuscendo – come ha giustamente sottolineato Maggia – a registrarne le minime differenze tanto quanto le fragili oscillazioni del tempo che incidono il mondo istante dopo istante e lo fanno grazie a un mezzo come la fotografia che si dimostra uno strumento perfetto per adempiere anche a questo incarico.

© CultFrame 04/2011


IMMAGINI

1 Vittore Fossati. Oviglio, 1981. Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
2 Guido Guidi. Marghera, Via Galvani, 1993. Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
3 Olivo Barbieri. La Source, Francia, 1982. Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
4 Walter Niedermayr. St. Anton am Arlberg 04, 2009. Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

INFORMAZIONI
QUATTRO. Barbieri, Fossati, Guidi, Niedermayr
Dal 27 marzo al 5 giugno 2011
Ex Ospedale Sant’Agostino, Modena / Telefono: 335.1621739 / info@mostre.fondazione-crmo.it
Orario: martedì – domenica 11.00 – 19.00 / chiuso lunedì  / ingresso libero

Fondazione Fotografia / c/o Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Via Emilia Centro 283, Modena / Telefono: 059.239888

LINK
CULTFRAME. Side Effect. Un libro di Olivo Barbieri, Francesco Jodice, Armin Linke
CULTFRAME. Lo sguardo inattuale. Sulla fotografia di territorio di fine ‘900

Fondazione Fotografia, Modena

Condividi
Elisa Paltrinieri

Articoli correlati

Previous
Next

1

About

New CULTFRAME – Arti Visive rappresenta la naturale evoluzione della precedente rivista fondata nel 2000. Vuole proporre ai lettori un quadro approfondito della realtà creativa italiana e internazionale. L’intenzione è quella di cogliere ogni nuovo fattore che possa fornire sia agli appassionati che agli addetti ai lavori un affresco puntuale e moderno riguardo gli sviluppi odierni delle Arti Visive.

3

COPYRIGHT © 2024 CULTFRAME – ARTI VISIVE.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA N. 152 DEL 4 MAGGIO 2009