The Tree of Life. Un film di Terrence Malick

terrence_malick-tree_of_lifeSe un film potesse farsi preghiera, sarebbe questo. Non un’invocazione meramente religiosa ma una devozione ispirata al significato ultimo dell’esistenza, nella quale convergono l’amore e la morte, la compassione e la rabbia, il perdono e la vendetta in un’eterna dicotomia che si dipana da quella, primigenia, della Natura e della Grazia. Malick esplora un universo di emozioni che trascendono il sentimento umano per rarefarsi in un’atmosfera visionaria di filosofica profondità.
The Tree of Life è più di un film, o meglio, non è “solo” un film. E’ un’opera enorme, ambiziosa, sconfinata come i temi che il regista americano affronta: la fine dalla vita, la possibilità del perdono, la forza del ricordo, il mistero del Creatore. Interrogativi che tendono all’assoluto di fronte al quale Malick si pone come un appassionato concertista che da esso estrapola, nota dopo nota, la sua personale, struggente sinfonia.

Questo film, infatti, si guarda e si ascolta. La musica –  dalle composizioni originali di Alexandre Desplat, alla scelta dei Requiem – si fonde con le immagini e lo stesso silenzio – così come i rumori della Natura- diventano parte dell’ordito narrativo che si intreccia con la trama. Il cinema va oltre, si fa opera di straordinaria potenza evocativa che da ogni immagine, così come dal magma primitivo che fu origine di tutte le cose, fa scaturire suoni e concetti, simboli e segnali, vibrazioni ed echi. Il montaggio, come un complesso processo mentale, realizza ( r ) accordi di memoria, analogie personali che diventano, nel racconto di una millenaria cosmogonia, universali. Spontaneamente, è vero, ci torna alla mente 2001: Odissea nello Spazio ma l’ovvietà nella quale scivola, spesso, ogni paragone, seppur eccelso, non aggiungerebbe nulla alla “comprensione” (intesa come relazione di senso) di questo film.

Con la maniacale precisione che caratterizza il lavoro di Malick, The Tree of Life è un quadro complesso in cui ogni elemento – dalla fotografia alla recitazione degli attori – si fonde in un unicum di visiva e visionaria potenza.
La nascita – di un figlio, sì, ma anche della vita stessa che pulsa sul nostro pianeta – è per il regista l’inizio del mistero, la genesi della domanda, il punto di partenza della ricerca dell’insondabile. Così come il suo opposto – la morte – le fa da controcanto. La voce, che formula pensieri, che si strugge sugli interrogativi, racchiude in sè l’eternità dell’istanza e se la Grazia ci solleva dalla pena, la Natura, “bella e terribile”, sembra trascinarci nell’abisso di una rabbiosa impotenza. La forza degli opposti che regge il l’Universo è la stessa che sostiene il nostro mondo dove la tragedia irrompe nel quotidiano e segna, nel lutto, la vita di un uomo. Jack non è solo il protagonista di un film ma è l’essere umano che ha cristallizzato nel ricordo un’infanzia di amore e dolore, dolcezza e paura, ascoltando il rumoroso silenzio di Dio.

In un tempo che si divide nettamente tra Passato e Presente, senza un preciso scarto cronologico, Malick fa attraversare a Jack (un pressochè muto, quanto straordinariamente espressivo, Sean Penn) i deserti della sua anima fino a trovare la sorgente nella quale immergere il suo travaglio.
Il percorso è lungo, è tortuoso e persino impossibile così come lo è “ridurre” nella parola la poderosa, immaginifica ispirazione di questo film. Filosofia? Poesia? Cinema? The Tree of Life è “anche” tutto questo ma è, soprattutto, un’esperienza artistica, un’opera – per dirla con Brodskij – scaturita “dall’impulso a salvare certe cose del proprio mondo, della propria civiltà personale, della propria continuità non-semantica…”, di fronte alla quale, qualsiasi sia la nostra impressione, non possiamo restare indifferenti.

© CultFrame 05/2011


TRAMA

In una tipica famiglia americana degli anni Cinquanta, Jack ha vissuto un’infanzia protetto dalla dolcezza e dall’amore della madre e sotto l’autorità, spesso violenta, del padre, insieme ai suoi due fratelli minori. Diventato un adulto disincantato, Jack, ripercorrendo il personale ricordo della sua giovinezza e della morte di un fratello, si addentra nei meandri più profondi della riflessione sulla vita e sul significato di essa.


CREDITI

Titolo: The Tree of Life / Regia: Terrence Malick / Sceneggiatura: Terrence Malick / Fotografia: Emmanuel Lubezki/Montaggio: Hank Corwin, Jay Rabinowitz, Daniel Rezende, Billy Weber/Musica: Alexandre Desplat / Interpreti: Sean Penn, Brad Pitt, Jessica Chastain, Fiona Shaw / Produzione: Plan B Entertainment, River Road Entertainment / Distribuzione: O1 Distribution / Paese: Usa, 2011 / Durata: 138 minuti

LINK
Filmografia di Terrence Malick
01 Distribution

Eleonora Saracino

Eleonora Saracino, giornalista, critico cinematografico e membro del Sindacato Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), si è laureata in Storia e Critica del cinema con una tesi sul rapporto Letteratura & Cinema. Ha collaborato con Cinema.it e, attualmente, fa parte della redazione di CulfFrame Arti Visive e di CineCriticaWeb. Ha lavorato nell’industria cinematografica presso la Columbia Tri Star Pictures ed è stata caporedattore del mensile Matrix e della rivista Vox Roma. Autrice di saggi sul linguaggio cinematografico ha pubblicato, insieme a Daniel Montigiani, il libro “American Horror Story. Mitologia moderna dell'immaginario deforme” (Viola Editrice).

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