Dead Star Light. Memoria e oblio nella mostra di Kerry Tribe

SCRITTO DA
Claudia Colia

kerry_tribe-HMAi margini di Hampstead, il Camden Arts Centre è uno spazio di arti visive contemporanee, che da molti anni offre gratuitamente al pubblico un folto programma di mostre, progetti artistici, laboratori, performances, proiezioni e conferenze. La struttura vittoriana di quella che in origine era una biblioteca, è stata rielaborata con intelligenza, dotando l’edificio di servizi aggiuntivi (libreria, caffetteria, sala riunioni) che fanno del Camden Arts Centre il più grande spazio destinato all’arte a nord di Londra. In questi ultimi tempi il centro, in collaborazione con la galleria Arnolfini di Bristol e il Modern Art Oxford, è coinvolto nella realizzazione di un progetto espositivo, che prevede una serie di tre mostre, per tre artisti, per lo spazio di tre anni. Parte di questo progetto è l’attuale esposizione di Kerry Tribe, dal titolo Dead Star Light, che si compone appunto di tre lavori, tutti incentrati sugli aspetti e le dinamiche della memoria e dell’oblio.

Kerry Tribe lavora su larga scala, dando vita a progetti audio-visivi che spaziano dai video alla grafica, dall’installazione sonora al film in formato 16mm. Le opere presentate al Camden Arts Centre sono tutte del 2010. In Milton Torres Sees a Ghost, il nastro magnetico scorre e viaggia lungo i muri della galleria, tra due stazioni, composte da un oscilloscopio e da un registratore. Linee nere oscillanti, si stagliano sulle pareti bianche, superano i documenti obliterati della missione originale e guidano il visitatore da un lato all’altro della sala, fino alla voce del pilota Americano Milton Torres, intento a ricordare il suo incontro con un UFO nel 1957. L’attenzione del visitatore slitta tra i movimenti meccanici dell’apparato di registrazione, quelli dell’oscilloscopio e le pause esitanti nella voce del pilota.

Nella sala più piccola, l’oscurità è avvolgente, il suono del vecchio proiettore si percepisce appena, mentre la vista diviene il senso primario, guidata verso l’unico movimento nella stanza, un loop di immagini e forme in bianco e nero, che si avvicendano indistinte, come tante nebulose ipnotiche.
Parnassius Mnemosyne è un filmato 16mm, omaggio allo scrittore russo Vladimir Nabokov e in particolare al suo libro Parla, ricordo. I temi della memoria, di Mnemosyne e delle farfalle cari a Nabokov, appassionato entomologo, riecheggiano dunque nel susseguirsi astratto del film di Kerry Tribe: ali di farfalla ingrandite dal microscopio, attraversate da fendenti di luce, che danzano e scolorano nel buio.

kerry_tribe-parnassius_mnemosyneLa parte finale della mostra è rappresentata da The Last Soviet, un video che descrive la missione del cosmonauta russo Sergei Krikalev, rimasto per 311 giorni nello spazio, a causa del crollo dell’Unione Sovietica. Nel video, voci opposte, in russo e in inglese, raccontano la stessa storia, danno forma ai ricordi, mentre sullo schermo si avvicendano immagini diverse, della terra e dello spazio, tra cui il particolare delle foglie secche, che galleggiano nel silenzio asettico dell’astronave, rappresenta un attimo poetico e intenso.

In aggiunta al trittico di Dead Star Light il Camden Arts Centre presenta al pubblico un altro lavoro di Tribe, H.M., realizzato nel 2009. Anche in quest’opera, l’artista esplora il concetto di memoria, ma da un punto di vista individuale e scientifico. L’installazione consta di due proiettori e di un singolo filmato a due canali, con uno scarto di venti secondi da uno schermo all’altro. Il documentario sperimentale segue le vicende del paziente H.M., affetto da un’amnesia persistente, a  seguito di un’operazione al cervello, che doveva alleviare gli effetti dell’epilessia. La memoria a breve termine, circa venti secondi, è tutto ciò che resta intatto nella mente dell’uomo, unito ai ricordi precedenti all’intervento. Tutto il resto è dissonante, confuso, oscuro. La memoria diviene un vasto mare, pieno di pesci, brandelli di passato, che sussistono solo grazie a deboli connessioni organiche.
Per Kerry Tribe l’abilità di ricordare o dimenticare è una realtà plastica, individuale e fenomenologica, che l’artista interroga secondo prospettive multiple e dislocate. L’hic et nunc di un proiettore segna la fusione temporale tra l’esperienza dell’audience e quella della narrativa. Su tutto prevale un’intensa poetica, fatta di voci, ali di farfalle, e lentissimi voli di foglie in assenza di gravità.

© CultFrame 06/2011


IMMAGINI

1 Kerry Tribe. HM, 2009 Courtesy Camden Arts Centre. Copyright the artist. Photo by Andy Keate
2 Kerry Tribe. Parnassius mnemosyne, 2010. Courtesy Camden Arts Centre. Copyright the artist. Photo by Andy Keate

INFORMAZIONI
Kerry Tribe. Dead Star Light
dal 13 maggio al 10 luglio 2011
Camden Arts Centre / Arkwright Road, Londra / Telefono: +44 (0) 20 7472 5500
Orario: 10.00 – 18.00 / mercoledì 10.00 – 21.00 / chiuso lunedì / Ingresso libero

LINK
Il sito di Kerry Tribe
Camden Arts Centre, Londra

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Claudia Colia

Claudia Colia si è laureata in Storia dell’Arte presso l'Università "La Sapienza" di Roma e nel 2003 si è trasferita a Londra, dove ha conseguito un Master in Contemporary Art Theory presso il dipartimento di culture visive della Goldsmiths University. Si occupa di scrittura, critica e didattica dell’arte e collabora con diverse istituzioni museali londinesi. Ha recensito mostre per testate online e cartacee ed è corrispondente di attualità per la trasmissione di Rai Radio2, Caterpillar. Dal 2006 fa parte della redazione di CultFrame - Arti Visive.

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