In questi giorni, il Camden Arts Centre prende in esame la carriera dell’artista sperimentale David Askevold (1940-2008). Dai tardi anni Sessanta, Askevold ha prodotto opere dalla forte connotazione concettuale, grazie all’uso efficace di diversi mezzi espressivi, dalla pittura alla fotografia, dal video, alla scultura, alla performance. La formazione iniziale come pittore è, da un lato, ciò che conferisce ai suoi lavori un forte impatto visivo, mentre dall’altro, gli studi di antropologia lo portano ad investigare le relazioni tra concetto, segno e referente, spesso ponendosi in aperta critica contro la cultura capitalista. La sua attività di insegnante al California Institute of the Arts e poi al Nova Scotia College of Art and Design (NASCAD), è stata seminale per tutta una generazione di artisti.
Proprio al NASCAD, una scuola d’arte d’avanguardia, fortemente incentrata su innovazione e, negli anni Settanta, impegno politico, Askevold diede vita al cosiddetto Projects Class. In questo singolare laboratorio creativo, alcuni artisti, selezionati da Askevold, sottoponevano agli studenti dei progetti, da sviluppare durante il corso. Il modus operandi di Project Class è un po’ quello dello stesso Askevold, il cui fare artistico risulta dall’incontro di diverse direttrici, tra cui regole arbitrarie, circostanze più meno favorevoli e fervide collaborazioni.
La mostra londinese è interessante, perché permette al visitatore di avvicinarsi all’opera di Askevold mediante una selezione dei suoi lavori più significativi. Si tratta spesso di fotografie, di medio e grande formato, sempre accompagnate da testi, come nella migliore tradizione concettuale. Oppure progetti e video di performances, in cui l’attrazione dell’artista per il magico e l’occulto spesso prende il sopravvento. I video di Askevold sono spesso una bozza, profilano elementi appena introdotti, documentano risultati per lo più enigmatici.
Nova Scotia Fires, del 1969, è un’installazione audio-video pioneristica, in cui il kerosene che infiamma rocce e spiagge regala visioni tanto sperimentali, quanto romantiche. Suoni suggestivi emergono invece dal video della performance ispirata all’Armonia delle Sfere di Keplero. Sei serpenti, creature cosmogoniche, musicisti inconsapevoli ed accidentali, strisciano attraverso un apparato artigianale fatto di corde e sfere metalliche, situando l’opera a metà tra fisicalità e filosofia, magia e trascendenza.
Altrove, le suggestive collaborazioni dell’artista con i suoi ex studenti. Le grandi stampe cromogeniche, realizzate assieme a Mike Kelley, alla fine degli anni Settanta, combinano artificiali e artificiose materializzazioni di ectoplasmi a testi tratti dalla letteratura sul fenomeno.
Alla fine del percorso espositivo, la video installazione iniziata assieme a Tony Oursler e materializzatasi tra il 2007 e il 2010, consta di numerosi disegni, dipinti, foto e video, e si sviluppa sul duplice filo del tempo e dell’agire. Parametri ai quali non sfugge Askevold, che si ammala improvvisamente e muore, nel 2008, lasciando all’ex allievo e collega, l’onere e l’onore di terminare l’opera.
La retrospettiva al Camden Arts Centre omaggia un percorso artistico singolare, fatto di collaborazioni, sperimentazioni, interventi estremi sulla natura, materializzazioni di fantasmi e strani rituali, e lascia al visitatore il piacere di districarsi tra significati ambigui ed effetti eclettici e misteriosi.
© CultFrame 07/2011
IMMAGINI
1 David Askevold. Nova Scotia Fires (1969). Courtesy and Copyright David Askevold Estate
2 A collaboration between David Askevold and Mike Kelley. The Poltergeist, 1979 (detail). Courtesy and Copyright David Askevold Estate
3 David Askevold and Tony Oursler Two Beasts 2005 -2010. Copyright Tony Oursler. Photo credit Oursler studio
INFORMAZIONI
David Askevold: The Disorientation Scientist
Dal 22 luglio al 25 settembre 2011
Camden Arts Centre / Arkwright Road, Londra / Telefono: +44(0)20 74725500
Orario: 10.00 – 18.00 / Mercoledì 10.00 – 21.00 / Chiuso lunedì / Ingresso libero