Life Without Principle. Un film di Johnnie To. 68a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Concorso

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

johnnie_to-life_without_principleQuali strade sta percorrendo il crimine internazionale in questo primo scorcio di terzo millennio? Quali sono gli affari più remunerativi per la malavita organizzata? Su cosa si basa attualmente la potenza dei clan mafiosi? In Italia come in Russia, negli Stati Uniti come in Cina, quello che conta oggi è la spregiudicatezza finanziaria. Il delitto si sposa perfettamente al denaro e gli enti preposti a gestire i nostri soldi sono spesso “costretti” a lavorare sul confine sottile che divide l’attività economica legale dalle truffe organizzate e dalle speculazioni non regolari a scapito dei risparmi dei cittadini.
E’ la società moderna, quella del trionfo del business e del raggiungimento del potere a tutti i costi. E cosa fornisce il potere? Presto detto: i soldi (che a loro volta danno potere).

Ha compreso e metabolizzato questo perverso meccanismo il regista di Hong Kong Johnnie To. Noto per il suo cinema spettacolare e pirotecnico, per i suoi gangster-movie avvincenti e pieni di azione, famoso per una regia sempre coinvolgente ed efficace e una tendenza al virtuosismo formale, To ha saputo con Life Without Principle adeguare il suo stile ad una concezione di cinema basata maggiormente sugli aspetti strutturali e drammaturgici del racconto filmico.
Questa sua ultima opera è incentrata su un intreccio criminale che si innesta su uno sfondo internazionale (di portata planetaria). Un gruppo di malavitosi ha capito che speculare tramite banche e operazioni finanziarie sporche può permettere loro di rafforzare il potere che già possiedono. E ciò avviene mentre le Borse crollano e la Grecia sta sull’orlo del baratro (salvo poi essere salvata da un mega-prestito effettuato da alcune potenze mondiali).

Johnnie To ha costruito un film che si basa su una griglia narrativa decisamente non lineare. Lo sviluppo del racconto non è strettamente cronologico ed è privilegiata una costruzione a intreccio con un’evidente manipolazione della parabola temporale. Criminali che speculano, prestasoldi ributtanti, banchieri senza scrupoli, capiclan e scagnozzi, e poi un poliziotto che si accontenta di ciò che guadagna e una giovane impiegata che riesce a far sparire (dall’istituto di credito in cui lavora) milioni di HK$ (la moneta di Hong Kong).
Johnnie To mantiene tutto in perfetto equilibrio grazie a una regia di evidente armonia e solidità nonché di sorprendente misura. Non si spinge nel territorio del virtuosimo fine a stesso, anche se in vari passaggi si avvertono i suoi tipici tocchi espressivi.

Buona parte della prima sezione narrativa è ambientata in una banca dove la giovane protagonista cerca di spiegare a un’anziana cliente che cosa voglia dire comprare titoli a forte rischio. E’ proprio questo ampio brano, seppur caratterizzato da alcune divertenti trovate, a essere la “zona” più ostica e problematica del film, soprattutto per la tendenza della sceneggiatura a specificare in modo didascalico e pedante i meccanismi perversi degli investimenti ad alto rischio.
Pur presentando questo ingombrante difetto, Life Without Principle è senza dubbio un esempio di capacità di organizzare il racconto non solo sul piano drammaturgico ma anche a livello visuale, grazie alla forza non debordante della composizione delle inquadrature e a un raffinato, quanto funzionale, gioco di cromatismi.

© CultFrame 09/2011


TRAMA

Una giovane impiegata di banca è spinta dal suo superiore a vendere ai clienti dei fondi ad alto rischio. Un malavitoso gioca in borsa per rimediare i soldi per riuscire a pagare la cauzione che serve a far uscire di prigione un suo compare. Un ispettore di Polizia porta avanti le sue indagini ed è soddisfatto del suo lavoro, anche se pagato in modo modesto. Questi tre soggetti, tutti bisognosi di denaro, intrecceranno le loro esistenze in una Hong Kong rutilante e ipermoderna.


CREDITI

Titolo: Life Without Principle / Titolo originale: Duo mingjin / Regia: Johnnie To / Sceneggiatura: Au Kin Yee, Wong King Fai, Milkyway Creative Team / Fotografia: Cheng Siu Keung / Montaggio: David Richardson / Scenografia: Sukie Yip / Interpreti: Ching Wan Lau, Ken Lo, Richie Ren / Produzione: Johnnie To (Milkyway Image) / Paese: Hong Kong, 2011 / Durata: 110 minuti

LINK
CULTFRME. Vendicami. Un film di Johnnie To
Filmografia di Johnnie To
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografia di Venezia

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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