Nathalie Djurberg con musiche di Hans Berg: A World of Glass

SCRITTO DA
Claudia Colia

E’ un momento favorevole per Nathalie Djurberg, a Londra. Mentre uno dei suoi recenti lavori, The Woods, è in mostra alla Frieze Art Fair, al Camden Arts Centre, fino all’8 gennaio 2012, si può visitare gratuitamente un’installazione affascinante, dal titolo A World of Glass.

Quattro video sono proiettati uno di fronte all’altro, in sincrono con un’evocativa colonna sonora composta da Hans Berg. Nelle sale buie, disposte su dei tavoli al centro, troneggiano favolose sculture di fibre sintetiche che simulano il vetro, stranissime forme di alambicco, zuccheriera, calice, candelabro, che si trasformano in linee vegetali e animali, come in un sogno di luce. Come un vetro smerigliato, che affascina, seduce, ma può anche penetrare le carni e farle sanguinare, le favole anarchiche di Nathalie Djurberg sono parabole immaginifiche e, a tratti, violente, in cui entrano in gioco sesso, seduzione, impotenza, senso di colpa e oppressione. Si muovono su un doppio registro, sensoriale e psicologico, incantano l’audience per mezzo dell’ironia e delicatezza delle figurine, affascinano per la morbida duttilità della plastilina, ma allo stesso tempo mettono in scena segrete paure e tabù, desideri e sofferenza.

Le storie di A World of Glass sono popolate da cervi dalle lunghissime corna, coccodrilli dai denti aguzzi, ippopotami giganteschi e sonnolenti, tori bianchi dagli attributi penduli, uomini lividi che lottano contro forze conosciute e primordiali, donne bianche e nere, i cui seni generosi su corpi filiformi ed emaciati evocano modelle dei nostri tempi, le cui forme si sciolgono a terra come burro o si lasciano divorare, in un crescendo di piacere e dolore. Il corpo delle donne ha spesso forti connotati sessuali, e, come in un rituale magico che si trasforma in estremo sacrificio di sé, diviene strumento di piacere e nutrimento .Le zone erogene delle creature di plastilina sono veicoli di comunicazione, scambio e taciti accordi. I luoghi raccontati sono naïve e crudi, sovversivi e onirici, spesso critici del mondo contemporaneo.

Le immagini scorrono in sincrono con la musica, foriera di pathos e precarietà. Tuttavia i lavori della Djurberg hanno la qualità surreale di un film muto, la colonna sonora acusmatica e non diegetica, nega voce o dialogo alle creature che si avvicendano sullo schermo.
Per questo, immergersi nell’oscurità delle sale del Camden Arts Centre, sostare tra le sculture trasparenti e luminose, entrare in relazione con le immagini e la musica, addentrandosi nel territorio affascinante e spaventoso delle storie, equivale ad un rito di passaggio, in cui ognuno si trova solo, di fronte alle proprie precarietà e pulsioni.

© CultFrame 10/2011

 

IMMAGINI
1, 2 Nathalie Djurberg with music by Hans Berg – A World of Glass. film still_2011. Courtesy of the artists. Zach Feuer Gallery_New York and Galleria Gio Marconi, Milano

INFORMAZIONI
Nathalie Djurberg con musiche di Hans Berg: A World of Glass
Dal 7 ottobre 2011 all’8 gennaio 2012
Camden Arts Centre / Arkwright Road, Londra / Telefono: +44(0)20.74725500
Orario: 10.00 – 18.00 / Mercoledì 10.00 – 21.00 / Chiuso il lunedì / Ingresso libero 

LINK
Camden Arts Centre, Londra

 

 

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Claudia Colia

Claudia Colia si è laureata in Storia dell’Arte presso l'Università "La Sapienza" di Roma e nel 2003 si è trasferita a Londra, dove ha conseguito un Master in Contemporary Art Theory presso il dipartimento di culture visive della Goldsmiths University. Si occupa di scrittura, critica e didattica dell’arte e collabora con diverse istituzioni museali londinesi. Ha recensito mostre per testate online e cartacee ed è corrispondente di attualità per la trasmissione di Rai Radio2, Caterpillar. Dal 2006 fa parte della redazione di CultFrame - Arti Visive.

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