Lo scozzese Douglas Gordon, artista nativo di Glasgow, ha al suo attivo un Premio Turner e una partecipazione alla Biennale di Venezia in rappresentanza della Gran Bretagna. Raise the Dead e 24 Hour Psycho sono le sue due installazioni visive alle quali in questi giorni è dedicato lo spazio dell’AuditoriumArte nell’ambito della sezione ‘Occhio sul mondo’.
Raise the Dead è ciò che Gordon ha definito un segno di amore e di rispetto verso i grandi protagonisti del cinema italiano del passato: tredici fotografie giganti di registi e attori, da Pasolini a Fellini, da Visconti a Rossellini passando per Mastroianni e De Sica, esposte secondo la particolare lettura del creativo scozzese, che ne brucia delle parti fino ai limiti del riconoscibile, adagiandole poi sulla superficie di uno specchio. Si tratta di ritratti nel tempo che, tramite la suggestione visiva data dai segni del fuoco sull’immagine, creano uno straniamento nel visitatore, esaltando il contrasto tra il passato e il presente grazie all’enfasi data dal disfacimento. La disparità con la grandezza del passato, consumata con violenza dal fuoco del tempo, si rimette dunque al giudizio del visitatore stesso, costretto a specchiarsi negli spazi lasciati vuoti dalla fiamma. Il risultato è quello di una galvanizzazione dell’immaginario dello spettatore, diventato protagonista di uno sguardo suggestivo sugli anni perduti dell’industria cinematografica del nostro Paese.
24 Hour Psycho invece, la video installazione più famosa di Douglas Gordon, viene riproposta nella sua interezza: le sequenze del capolavoro di Alfred Hitchcock vengono proiettate senza sonoro su due schermi: uno a velocità normale, e l’altro in reverse e al rallentatore, in modo da far durare ogni fotogramma un secondo e l’intera pellicola originale ben 24 ore.
Le tensioni e le dinamiche psicologiche dell’opera di Hitchcock vengono dunque dilatate nello spazio di un giorno, in modo da minare l’inconscio dello spettatore con nuove suggestioni, date da particolari e dettagli che sfuggono allo sguardo che si compie a velocità normale.
La visuale canonica si scopre, dunque, superficiale, parziale, mettendo in discussione tutto ciò che abbiamo sempre pensato di sapere sulla vicenda di Norman Bates, non appena la mente si appresta a sprofondare al rallentatore negli abissi della psiche resi immortali dal genio di Sir Alfred.
Gordon si dimostra un artista attento al rapporto tra cinema come sequenza narrativa di immagini e all’immagine in sé come suggestione visiva, con un’attenzione particolare allo spettatore, il cui punto di vista soggettivo viene messo al centro dell’interpretazione artistica, quasi come a compensarne l’immaginario con una partecipazione creativa, oltre che fruitiva.
© CultFrame 10/2011
IMMAGINE
Douglas Gordon. 24 Hour Psycho. Videoinstallazione all’interno della mostra Raise the Dead
INFORMAZIONI
Douglas Gordon. Raise the Dead / A cura di Mario Codognato
26 ottobre – 5 novembre 2011
Auditorium Parco della Musica / viale Pietro de Coubertin 10, Roma
Ingresso libero
LINK
CULTFRAME. Douglas Gordon. Retrospettiva
CULTFRAME. Leon d’Oro. Film sperimentali di Douglas Gordon & Jonathan Monk