Une vie meilleure. Un film di Cédric Kahn. Festival Internazionale del Film di Roma 2011. Concorso

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Sognare di avere una vita più agiata, tranquilla e di successo. Speranze comuni a chiunque, sogni che spesso si infrangono contro il muro delle regole sociali, delle leggi e delle pastoie burocratiche. Specie per quel che riguarda questo attuale passaggio storico, la sensazione è che le classi sociali più deboli, cioè i non ricchi, non abbiano alcuna possibilità di edificare (forse neanche di immaginare) quel riscatto professionale e personale che possa consentire una vita migliore. Proprio quest’ultima definizione rappresenta il titolo della più recente fatica artistica del regista francese Cédric Kahn: Une vie meilleure.

Si tratta di un’opera basata su una forza espressiva sconvolgente ma misurata e su un lavoro molto approfondito svolto in collaborazione con i tre protagonisti: Guillaume Canet, Leïla Bekhti, Slimane Khettabi. Perfetta strutturazione drammaturgica del racconto, solido equilibrio formale incentrato su un potente effetto di realismo, puntuale direzione degli attori (quest’ultimi chiamati a sostenere ruoli di notevole intensità emotiva).
Le tragiche vicende di Yann, Nadia e del piccolo Slimane sono costruite registicamente attraverso un’architettura visiva impostata su tre elementi: uso di ambienti veri, scenografia e luci connesse al concetto di realtà, utilizzazione costante del primo e del primissimo piano come fattori linguistici cardine. Su questa stratificazione di elementi, Kahn ha costruito un tessuto narrativo e psicologico vibrante sostenuto da tre interpreti in grado di sopportare senza cedimenti il peso di inquadrature capaci di smascherare eventuali imperfezioni e forzature nella recitazione.

Il regista francese ha dunque organizzato artisticamente il terribile dramma di un microcosmo di emarginati che tentano disperatamente di uscire fuori dal vicolo cieco dentro il quale si trovano. Questa piccola banale tragedia, alludendo a molte altre simili che capitano tutti i giorni nella nostra società occidentale, evoca la devastante sofferenza di intere classi sociali che mirano a compiere una scalata verso la media borghesia (per altro anch’essa molto sofferente al giorno di oggi) che sarà destinata sempre (o quasi) a fallire.

Nel caso di Un vie meilleure, Cédric Kahn è riuscito nel compito difficilissimo di raccontare una vicenda dai temi significativi senza rinunciare a fornire alla sua opera un’impronta di tipo autoriale. Ha in sostanza avuto il merito di aver saputo collegare in un unico disegno espressivo forza oggettiva del racconto e chiare scelte stilistico/formali. Non si è preoccupato solo di compiacere emotivamente lo spettatore usando lo specchietto per le allodole del disagio soggettivo e collettivo, lo ha guidato nel labirinto della tragedia umana fornendogli tutti gli strumenti comunicativi utili per comprendere a pieno il dolore vissuto dai personaggi centrali, tipologie di individui non così distanti da quello che siamo noi: persone normali che inseguono per tutta l’esistenza una vita migliore.

© CultFrame 10/2011

 

TRAMA
Yann è uno cuoco che lavora in una mensa scolastica di Parigi. Un giorno conosce la cameriera di origine libanese Nadia, di cui si innamora. I due cercano così un riscatto sociale. Decidono, ricorrendo a innumerevoli prestiti bancari, di prendere un ristorante chiuso situato vicino a un lago. All’inizio le cose sembrano andare bene, ma dopo qualche tempo i due non riescono più a sostenere il piano finanziario che hanno messo in piedi. Si ritrovano sul lastrico e Nadia è costretta ad accettare un lavoro in Canada. Nadia partirà e lascerà suo figlio Slimane in custodia proprio a Yann. Sarà l’inizio di un periodo difficilissimo.


CREDITI

Titolo: Une vie meilleure / Regia: Cédric Kahn / Sceneggiatura: Cédric Kahn, Catherine Paillé / Fotografia: Pascal Marti / Montaggio: Simon Jacquet / Scenografia: François Abelanet / Musica: Akido / Interpreti: Guillaume Canet, Leïla Bekhti, Slimane Khettabi / Produzione: Les Films du Lendemain, Maia Cinema, Cinemaginaire / Paese: Francia, Canada / Anno: 2011 / Durata: 112 minuti

LINK
Filmografia di Cédric Kahn
Festival Internazionale del Film di Roma

 

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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