Un gran bell’esordio nel campo del lungometraggio narrativo di un bravo regista di corti e di documentari come Pippo Mezzapesa. Il paese delle spose infelici è l’ennesima conferma che in Puglia (il film è stato girato e prodotto da quelle parti) bolle in pentola qualcosa di importante dal punto di vista cinematografico.
Tratto dal romanzo omonimo di Mario Desiati, l’opera, infatti, racconta del borghese Veleno e del proletario Zazà che fanno dei campetti di calcio una palestra di vita, mentre Annalisa è una “sposa infelice”, l’angelo caduto che provoca i primordiali e impacciati desideri sessuali dei protagonisti, e l’Ilva una presenza minacciosa. Infine criminalità e politica non aiutano. A cosa? A sopravvivere. Ed ovviamente la quarta protagonista è il territorio infetto della provincia di Taranto: una bellezza arcaica, pugnalata morfologicamente con ciminiere e fumi che alterano i colori del cielo e dell’animo.
Il paese delle spose infelici ha la qualità di rappresentare in modo realistico, con uno stile scarno ma elegante, senza sbavature ed esagerazioni lamentose, la vita di una piccola provincia del sud. E poi offre una rappresentazione secca, poco incline alla retorica o all’esaltazione, dell’adolescenza di cinque ragazzi cresciuti in un contesto urbano caratterizzato da squallore: l’amicizia che si instaura malgrado le diverse estrazioni sociali, le corse dell’ingenuo Veleno in bicicletta, sempre col fiato corto per stare dietro agli scooter dei suoi amici, come metafora di uno che nella vita dovrà sudare le proverbiali “sette camicie”, cresciuti più in fretta di lui. Ed è solo così che il calcio, gli allenamenti e le strigliate dell’allenatore diventano, finalmente, il riflesso di un mondo pieno di dolore ma che ci si riesce a superare grazie ad un innato ottimismo.
E infine il territorio, quello di Massafra, non a caso lo stesso scelto da Pasolini come una delle location per girare Il Vangelo secondo Matteo, su cui si mescolano in modo palpabile, piccoli spacciatori, le luci del tagadà, l’incenso della chiesa, il cinema porno delle provincie, l’onnipresente calcio, e soprattutto l’anima veramente innocente dei piccoli protagonisti. Insomma, il sacro amalgamato al profano in una corsa sfrenata, come se il mondo “liquido” di Dalì incontrasse quello dei pittori “naif”, senza una precisa via di scampo.
© CultFrame 11/2011
TRAMA
Veleno un ragazzo di 15 anni, pedala forsennato sulla sua bicicletta per star dietro ai suoi nuovi amici. Sono diversi da lui, sono figli della strada, impennano con i loro motorini e si sfidano sul campo di calcio della loro squadra, la Cosmica. Ma i loro giorni cominciano a prendere una piega inattesa quando una strana madonna randagia, la bellissima Annalisa entra nelle loro vite volando dall’alto di una chiesa, vestita da sposa. Zazà e Veleno, maldestri e appassionati, riescono ad avvicinarla e quel contatto è pura estasi. Ma la tragedia è vicina.
CREDITI
Titolo: Il paese delle spose infelici / Regia: Pippo Mezzapesa / Sceneggiatura: Antonio Leotti, Antonella Gaeta, Pippo Mezzapesa / Fotografia: Michele D’Attanasio / Montaggio: Giogiò Franchini / Scenografia: Sabrina Balestra / Costumi: Francesca Vecchi / Musica: Pasquale Catalano / Interpreti: Nicolas Orzella, Luca Schipani, Cosimo Villani, Vincenzo Leggieri, Gennaro Albano, Aylin Prandi, Antonio Gerardi, Roberto Corradino, Rolando Ravello, Valentina Carnelutti / Produzione: Fandango, Apulia Film Commission / Distribuzione: Fandango / Paese: Italia, 2011 / Durata: 82 minuti
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PUNTO DI SVISTA. Il paese delle spose infelici. Incontro con Pippo Mezzapesa. Festival Internazionale del Film di Roma 2011
Filmografia di Pippo Mezzapesa
Fandango