Colour Constructions. Mostra di Boris Savelev

SCRITTO DA
Claudia Colia

Formatosi in opposizione ai valori del socialismo della Russia degli anni ’70 e ’80, Boris Savelev è un artista versatile, che della fotografia ha esperimentato mezzi e tecniche diversi, specialmente per quanto riguarda la stampa. Dalla gelatina bromuro d’argento alla gomma bicromata, dalla stampa al platino a quella lith, le sue foto, se da un lato emergono come analisi realista, quasi costruttivista, di luci e forme, dall’altro, raccontano storie intrise di nostalgia e di esistenze precarie ed effimere.
Pur avendo lavorato lungamente con il bianco e nero, Savelev è famoso in occidente per i lavori a colori, a partire da quelli su pellicola Orwachrome, che gli diedero fama negli anni ’80.

In questi giorni, una mostra a Londra ne celebra le ultime fatiche, con stampe di grande formato realizzate su lastre d’alluminio ricoperto in gesso, realizzate dall’atelier di Factum Arte a Madrid e poi ritoccate a mano dall’artista.

I due piani della Michael Hoppen Gallery, che già avevano ospitato una corposa retrospettiva dell’autore, si animano ora di attimi fuggenti, imbrigliati da linee e diagonali di colore e ombra. Colour Constructions include immagini connotate da forti valenze pittoriche e da un lirismo che ricorda le scene urbane di Edward Hopper.

Si tratta di scorci di città, caffè, marciapiedi, botteghe di barbiere, cortili, autobus, in cui le geometrie e le alternanze cromatiche creano un’atmosfera malinconica, mentre uomini e donne sono ridotti ad ombre o apparizioni fugaci. In queste ambientazioni un po’ fuligginose e pastose, c’è sempre l’arrivo di un sottile raggio luminoso a portare in primo piano particolari altrimenti irrilevanti. In una selva di verticali di muri e finestre, l’anima contorta di un albero scheletrito dall’inverno punta alle possibilità che si celano dietro l’angolo, mentre esseri umani appena abbozzati, dal tavolo di un caffè o da una cabina del telefono, parlano ad interlocutori invisibili.
Il sole danza e gioca con le ombre, ridisegnando i piani di un anonimo garage, animando le superfici di vetrine e i palazzi, mentre la lente di Savelev trasforma attimi mondani in astrazioni metafisiche. Una trafittura di luce concentrata dà risalto alle cromie di una vecchia sedia, accarezza guance e vernici scrostate, rivelando un dentro e un fuori, che non è solo fisico, ma psicologico.

© CultFrame 12/2011

 

IMMAGINI
1 Boris Savelev. Riumka. Multi-layered pigment print on gesso coated aluminium. 164.2 x 109.4cm
2 Boris Savelev. Cafe Ion, Moscow, 2009. Multi-layered pigment print on gesso coated aluminium. 164.2 x 109.4cm
3 Boris Savelev. Garage. Multi-layered pigment print on gesso coated aluminium. 164.2 x 109.4cm

INFORMAZIONI
Boris Savelev. Colour Constructions
Dal 2 dicembre 2011 al 21 gennaio 2012
Michael Hoppen Gallery / 3 Jubilee Place, Londra
Orario: 12.00 – 18.00 / sabato  10.30 – 17.00 / chiuso domenica
Ingresso libero

LINK
CULTFRAME. 31 years. Mostra di Boris Savelev
Il sito di Boris Savelev
Anahita Photo Archive – Boris Savelev
Michael Hoppen Gallery, Londra

 

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Claudia Colia

Claudia Colia si è laureata in Storia dell’Arte presso l'Università "La Sapienza" di Roma e nel 2003 si è trasferita a Londra, dove ha conseguito un Master in Contemporary Art Theory presso il dipartimento di culture visive della Goldsmiths University. Si occupa di scrittura, critica e didattica dell’arte e collabora con diverse istituzioni museali londinesi. Ha recensito mostre per testate online e cartacee ed è corrispondente di attualità per la trasmissione di Rai Radio2, Caterpillar. Dal 2006 fa parte della redazione di CultFrame - Arti Visive.

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