Before Color. Un libro di William Eggleston

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Un uomo alto, magro e accigliato è fermo sul bordo della strada. Alla sua sinistra un segnale di stop. Alla sua destra (un po’ indietro) un immobile basso e un palo della luce. Dietro di lui una strada vuota. L’atmosfera di questa immagine è enigmatica e sospesa, inquietante. Il soggetto umano pare conficcato nel terreno così come il segnale stradale che gli sta vicino. Un senso di vuoto e solitudine avvolge questa figura che non sembra nutrire alcun sentimento nei riguardi della “realtà” che lo circonda.
Una giovane donna, abbigliata con pantaloncini e camicetta a quadri, è appoggiata a quella che dovrebbe essere “presa” d’acqua pubblica. Anche il suo viso è accigliato e pur “guardando in macchina” sembra non voler comunicare nulla, se non la sua presenza nello spazio (rappresentato). E poi: un uomo che cammina nel corridoio sopraelevato di un ufficio, una vettura parcheggiata al lato di una villetta, un parcheggio, una strada deserta, un telefono pubblico.  Soggetti umani, luoghi, spazi urbani, dettagli del quotidiano “elencati visivamente” con la leggerezza di uno sguardo mai convenzionale e, soprattutto, mai estetizzante.

Le immagini che abbiamo appena descritto vanno a comporre parte del corpo del lavoro di William Eggleston denominato Before Color. Pubblicato da Steidl nel 2010 in un importante libro, questo “mosaico espressivo” testimonia la ricerca visuale di William Eggleston prima dell’introduzione, nel suo sistema compositivo, del colore (avvenuta alla metà degli anno ’60). In Before Color si avverte chiaramente la poetica egglestoniana che poi troverà un suo definitivo sviluppo (nella fase colore) nel 1976 con la grande mostra a lui dedicata al Museum of Modern Art di New York che farà anche nascere il volume William Eggleston’s Guide, uno dei libri cardine non solo della fotografia americana del Novecento, ma anche della fotografia “moderna”.

L’uso del bianco e nero rappresenta da parte di Eggleston una sorta di base di partenza, di sostegno iniziale a una sperimetazione dello sguardo mai terminata (fortunatamente). Come una specie di filtro-recettore, la mente di Eggleston registra angoli di America, interni pubblici, case e relativi giardini, simboli del capitalismo, macchine e marchi pubblicitari, interni squallidi e cose. In questo complesso sistema visuale, gli esseri umani divengono corpi collocati nello spazio come gli oggetti, le strutture architettoniche e gli elementi della natura.
Al contrario di quanto da alcuni affermato, la derivazione bressoniana di questi lavori è quasi nulla, poiché la modernità dell’azione di fabbricazione creativa di William Eggleston situa la sua produzione fotografica in bianco e nero già in una dimensione dell’espressione artistica posta in un territorio “altro”, non catalogabile e comune ad autori di diverse discipline: dal cinema, alla letteratura, fino alla pittura.

La mancanza di processi estetizzanti in queste opere produce un senso di angoscia e di straniamento che nulla ha a che fare con operazioni di carattere socio-politico, antropologico e psicologico. Quella organizzata all’interno di Before Color è un’indagine libera e rivoluzionaria in uno spazio informe e schizofrenico popolato da soggetti bloccati e incapaci di comunicare sentimenti. Sono tutti tragicamente marmorizzati nel loro non senso. La ragazza fotografata davanti al camino di casa, con una lampada che la illumina dal basso (di lato), è emblematica rispetto al racconto della condizione raggelante e drammaticamente implosa che vivono gli esseri umani.
Ed Eggleston ha la lucidità e l’abilità di descrivere questo dolore oscuro e senza emotività in un semplice scatto privo di sovrastrutture, risultato di un atteggiamento artistico che ribalta il luogo comune della creatività fotografica. Non è l’autore a fotografare il mondo, ma il mondo a prendere possesso del suo sguardo.

© CultFrame 01/2012

 

TROVI IL LIBRO QUI:

William Eggleston: Before Color

CREDITI
Titolo: Before Color / Autore: William Eggleston / Curatori: Chris Nunside, Howard Read, Thomas Weski, Winston Eggleston / Testi: Dave Hickey / Editore: Steidl Publishers/ Anno: 2010 / Pagine: 200 / Fotografie: 152 / ISBN: 978-3-86930-122-8

LINK
CULTFRAME. Democratic Camera. Photography and Video 1961-2008. Una mostra di William Eggleston di Maurizio G. De Bonis
Il sito di William Eggleston
Steidl Publishers

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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