A Simple Life. Un film di Ann Hui

SCRITTO DA
Eleonora Saracino

ann_hui-simple_lifeCi sono esistenze che si legano indissolubilmente le une alle altre, legami invisibili ma potenti che durano una vita e che, di essa, ne sono fondamento e senso. Chung Chung Tao, detta Ah Tao, fin dall’adolescenza lavora come “amah”, ovvero una domestica, per la famiglia Leung che serve, con devozione, per intere generazioni. L’unico membro rimasto ad Hong Kong, Roger, è l’ultimo che le è rimasto da accudire e, da sempre il suo preferito, si comporta con lui come una seconda madre. Tra loro non vi è alcuna separazione gerarchica e il vivere quotidiano assume per Roger e Ah Tao la dimensione, tranquilla e routinaria, del ritmo familiare.

La regista Ann Hui, ispirandosi ad una storia vera, racconta in A Simple Life (Tao jie) tutta la serena semplicità di una vita improntata alla dedizione e alla fedeltà, non certo intese come rapporto di subordinazione ma, al contrario, come relazione di affetto e di rispetto. Ah Tao è il fulcro della famiglia Leung, è la vera regina del focolare, cuoca sopraffina e caposaldo emotivo che, negli anni, resta indelebilmente impressa nel cuore di tutti. Ogni gesto di questa donna segna un’infanzia, un’adolescena, una giovinezza… Ella passa, discreta come un’ombra ma densa d’amore, attraverso le vite di chi le è stato, e le è, accanto e, al crepuscolo della sua vita, decide, con la dignità che le è propria, di rifugiarsi in un centro per anziani. Il suo pupillo, Roger, sembra un’anima smarrita senza di lei e, pur rispettandone la decisione, decide di non abbandonarla in questa nuova, e per lei, estranea dimensione.

La Hui, con una regia di sopraffina leggiadria, racconta il passaggio di Ah Tao all’età fragile della vecchiaia e, quello che per molti è solo, e desolatamente, il periodo che prelude alla fine, si fa per lei varco verso una famiglia “altra”, rapporti nuovi e differenti affetti. La mestizia della casa di riposo si converte,  filtrata attraverso lo sguardo dell’anziana donna, in un sentimento tenero di solidarietà umana, una sorta di fratellanza dell’età, tra coloro che condividono lo stesso tempo, consapevoli del poco che ne rimane. In questo luogo in cui, per antonomasia, alberga la tristezza esiste, al contrario, lo spazio per la risata e per l’ironia e, pur non essendo al riparo dalla meschinità e dall’abbandono, Ah Tao getta su di esso uno sguardo benevolo e indulgente, quello di una donna appagata e ripagata, non già di denaro o di compensi materiali, ma dall’affetto profondo di coloro ai quali ha dedicato la sua vita.

Senza autocompiacimenti stilistici, né commoventi ammiccamenti ricattatori, Ann Hui narra, con grande misura emotiva e rigore narrativo, una intensa storia di gratitudine, un sentimento del quale, sempre più spesso, si perde memoria e che è, invece, ciò che riscatta l’uomo dalla sua natura egoista e accentratrice. La vicenda privata di Ah Tao diventa così, nella sua “semplicità”, una lezione  –  universale straordinaria –  di umanità.

© CultFrame 09/2011 – 03/2012


TRAMA

Ah Tao, fin da ragazzina, ha lavorato al servizio della famiglia Leung. Nel corso della sua vita ha visto tanti membri morire e la maggior parte partire per l’America. Ora settantenne si prende cura di Roger, il suo “padrone” prediletto, l’unico ad essere rimasto ad Hong Kong e che lavora per il cinema. Un giorno l’anziana viene colta da un ictus e, provata dalla malattia, decide di ritirarsi in una casa di riposo. Sarà allora Roger a prendersi cura di lei, con l’affettuosa dedizione che la donna ha, da sempre, riservato a lui e ai suoi familiari.


CREDITI

Titolo: A Simple Life / Titolo originale: Tao jie / Regia: Ann Hui / Sceneggiatura: Susan Chan, Roger Lee/ Fotografia: Yu Lik Wai / Montaggio: Kung Chi Leung, Manda Wai/ Scenografia: Albert Poon / Musica: Law Wing Fai / Produzione: Bona Entertainment Company / Distribuzione: Tucker Film / Paese: Hong Kong, Cina, 2011/ Durata: 117 minuti

LINK
Filmografia di Ann Hui
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
Tucker Film

 

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Eleonora Saracino

Eleonora Saracino, giornalista, critico cinematografico e membro del Sindacato Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), si è laureata in Storia e Critica del cinema con una tesi sul rapporto Letteratura & Cinema. Ha collaborato con Cinema.it e, attualmente, fa parte della redazione di CulfFrame Arti Visive e di CineCriticaWeb. Ha lavorato nell’industria cinematografica presso la Columbia Tri Star Pictures ed è stata caporedattore del mensile Matrix e della rivista Vox Roma. Autrice di saggi sul linguaggio cinematografico ha pubblicato, insieme a Daniel Montigiani, il libro “American Horror Story. Mitologia moderna dell'immaginario deforme” (Viola Editrice).

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