Il nuovo film di Daniele Vicari è una co-produzione italo-franco-rumena targata Fandango e dedicata ai drammatici giorni del G8 di Genova nel luglio del 2001. Come dimostra anche la scelta di presentare la pellicola in anteprima mondiale nella sezione Panorama della Berlinale 2012, non si tratta di un lavoro pensato soltanto per il pubblico italiano, così come non è stata una vicenda solo nazionale quella che nel film viene raccontata.
Girato con uno stile dinamico e nervoso che fa largo uso della camera a mano e di riprese dall’alto, Diaz è un’opera visivamente interessante grazie alla fotografia sgranata di Gherardo Gossi, che richiama e incorpora alcuni tra i molti (ma selezionati) materiali di repertorio realizzati in quei giorni. Inoltre, la pellicola si basa su di una solida sceneggiatura, che inquadra con qualche licenza finzionale le storie di diversi caratteri nel contesto di una ricostruzione puntuale degli eventi: lo spettatore può così seguire i destini intrecciati dei giovani contestatori e attivisti, italiani e non, del pensionato della CGIL, del giornalista de “La Gazzetta di Bologna”, dell’uomo d’affari trovatosi a Genova per caso…
Si tratta dunque di un film corale che moltiplica i punti di vista seguendo, con diverse regressioni e andirivieni temporali, le differenti traiettorie a causa delle quali personaggi (e persone) di diverse età e provenienze si trovarono coinvolti nella violenta aggressione delle forze dell’ordine alla scuola Diaz. Il film racconta inoltre alternativamente il fronte delle vittime e la preparazione dell’attacco da parte degli aggressori: se gli arrestati di quella notte furono più di novanta, a oggi non è stato identificata che una minima parte delle centinaia di poliziotti coinvolti in quella che si poté definire fin da subito una vera e propria aggressione di rappresaglia per scaricare la tensione accumulata nelle precedenti giornate di scontri nelle strade di Genova.
Diaz, che presenta anche il significativo sottotitolo Don’t Clean Up This Blood, ricostruisce e testimonia una verità che sembra incontrovertibile nonostante le difficoltà dell’accertamento processuale delle responsabilità (oramai per lo più destinate alla prescrizione) di chi ha pianificato e messo in atto la sanguinosa irruzione nella scuola e gli abusi successivamente perpetrati in caserma ai danni degli arrestati. Il film nasce infatti anche dalle circa diecimila pagine degli atti e delle prime sentenze giudiziarie pronunciate nel novembre 2009.
Pur intendendo lasciar parlare i fatti, bisogna riconoscere agli autori d’aver saputo strutturare una solida drammaturgia per trasmettere questa storia a chi dieci anni fa non c’era e a chi non ha mai voluto approfondire quell’inquietante episodio di violenza politica.
© CultFrame 02/2012 – 04/2012
TRAMA
Il giorno seguente alla morte di Carlo Giuliani, le strade di Genova, dove è in corso il G8, sono di nuovo piene di manifestanti, per la stragrande maggioranza assolutamente pacifici. La sera del 21 luglio 2001 la polizia italiana dà l’assalto alla scuola Diaz, con la motivazione che alcuni tra coloro che vi dormivano avevano importunato una pattuglia passata nelle vicinanze e con il sospetto, mai confermato, che all’interno potevano essere nascosti alcuni dei black block responsabili degli scontri del giorno precedente.
CREDITI
Titolo: Diaz – Don’t Clean Up This Blood / Regia: Daniele Vicari / Sceneggiatura: Daniele Vicari, Laura Paulucci con la collaborazione di Alessandro Bandinelli ed Emanuele Scaringi / Fotografia: Gherardo Gossi / Montaggio: Benni Atria / Scenografia: Marta Maffucci / Musiche: Teho Teardo / Interpreti: Elio Germano, Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Alessandro Roya, Ralph Amossou, Renato Scarpa, Mattia Sbragia / Produzione: Fandango-Le Pacte-Mandragora Movies / Distribuzione: Fandango / Paese: Italia-Francia-Romania / Anno: 2011 / Durata: 127’
SUL WEB
Filmografia di Daniele Vicari
Berlinale – Il sito
Fandango