Io sono Simon. Il pregio maggiore del film di Ursula Meier che ha per titolo originale L’enfant d’en haut e per protagonista principale un ragazzino dodicenne è senz’altro quello di immergere completamente lo spettatore, fin dalle prime sequenze, nella vita del giovane Simon, esperto ladruncolo abituato a provvedere a se stesso e alla “sorella” alquanto sbandata. A quest’ultima è dedicato il titolo internazionale della pellicola, che sottolinea l’importanza del loro rapporto e del rovesciamento di ruoli che la vita impone ai due personaggi.
Come già in Home, film d’esordio notevole, la regista costruisce con abilità un ambiente e una serie di traiettorie le cui dinamiche si fanno sempre più chiare man mano che lo spettatore aderisce allo sguardo di Simon, che è innanzi tutto uno sguardo: un ragazzino che osserva e impara come vivere e sopravvivere dai vacanzieri che d’inverno affollano la stazione sciistica della sua cittadina. L’immersione in medias res nella vita del protagonista è infatti ritmata dalle ascensioni quotidiane in cabinovia verso le piste, inseguendo modelli di sci particolarmente ambiti, accessori da rivendere ad amichetti anche più giovani di lui o zaini di turisti, pieni di panini con cui sfamarsi.
Simon è un personaggio prototipico di fanciullo svincolato da controllo parentale, costretto a mantenersi e deciso a farlo con la massima libertà, a scapito di tutto e di tutti. Il tempo però passa e tale “libertà” deve sempre più fare i conti con le responsabilità e le conseguenze che si affollano all’orizzonte nel passaggio tra infanzia e adolescenza o anche solo alla fine della stagione invernale. Un Simon può essere miracoloso, agire e muoversi con formidabile leggerezza nell’habitat in cui è cresciuto, ma al minimo errore commesso rischia di diventare patetico e di essere obbligato a subire l’emarginazione cui la società lo ha costretto.
La scaltrezza e l’inquietudine del protagonista sono benissimo incarnate da Kacey Mottet Klein (già interprete di Home e di un memorabile Gainsbourg bambino in Gainsbourg vie héroique di Joann Sfar), mentre l’età appena più matura, quella della ricerca di un altro genere di indipendenza in cui non si è comunque ancora in grado di raggiungere alcuna autosufficienza affettiva, è rappresentata dal personaggio di Léa Seydoux, una delle attrici francesi più versatili e dotate degli ultimi anni, destinata a diventare una star internazionale. Gillian Anderson è invece una turista americana, tanto radiosa quanto algida.
In Francia Sister è già stato definito, tra l’altro, “dramma sociale” e anche criticato per la sua storia quasi dardenniana da chi aveva amato i toni più surreali di Home. Simili considerazioni sono legittime e possono facilmente essere avanzate a proiezione conclusa e a mente fredda. Il film, che si è meritato uno speciale (e inusuale) Orso d’argento all’ultima Berlinale, esprime comunque con innegabile talento il potenziale cinematografico di una storia e di un’ambientazione particolari quanto universali. E la pellicola convince per il suo ritmo, una teoria di movimenti ripetuti sino a quando qualche evento non porta a una rottura, il cui fulcro è il giovane protagonista, tanto amabile quanto detestabile. Anche per questo, Simon sono io.
© CultFrame 05/2012
TRAMA
Simon e Louise vivono in un appartamento alla periferia di una cittadina svizzera le cui montagne sono prese d’assalto, ogni inverno, da gruppi di turisti provenienti da tutto il mondo. Non è impossibile sopravvivere ai margini di questi flussi di persone abbienti, se si è scaltri come il ragazzino, ma la vita non è facile per chi non ha nessuno che lo protegga.
CREDITI
Titolo: Sister / Titolo originale: L’enfant d’en haut / Regia: Ursula Meier / Sceneggiatura: Ursula Meier, Antoine Jaccoud, Gilles Taurand / Fotografia: Agnès Godard / Montaggio: Nelly Quettier / Musiche: John Parish / Interpreti: Kacey Mottet Klein, Léa Seydoux, Martin Compston, Gillian Anderson, Jean-François Stévenin / Produzione: Ruth Waldburger, Denis Freyd / Distribuzione: Teodora Film / Paese: Francia-Svizzera / Anno: 2012 / Durata: 97’
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CULTFRAME. Sister. Intervista alla regista Ursula Meier. Di Nikola Roumeliotis
CULTFRAME. Home. Un film di Ursula Meier. Di Nikola Roumeliotis
Filmografia di Ursula Meier
Teodora Film