Tra scienza, legge e tradizione, con echi quasi camusiani, il film racconta la ricerca di un gruppo di inquirenti che indagano su di un omicidio, il cui sospettato si è dichiarato colpevole senza però riuscire a indicare con precisione in quale luogo dell’altopiano anatolico ha nascosto il corpo della sua vittima. Dal tramonto all’alba, le tre automobili dei protagonisti ispezionano le campagne, ma solo al termine della notte l’inchiesta approderà a una sua conclusione, e nel giorno seguente il poliziotto e il magistrato lasceranno al medico legale il compito di determinare come si siano svolti i fatti.
Premiata con il Gran Premio della Giuria a Cannes 2011, la pellicola di Nuri Bilge Ceylan può essere definita un film-paesaggio, soprattutto nella sua prima parte notturna, e può ricordare le immagini ricorrenti in alcuni dei più noti lavori di Abbas Kiarostami, che filmava le traiettorie di persone e veicoli immersi nel paesaggio iraniano. Tuttavia, a ben guardare, rispetto ad altre opere “paesaggistiche” come per esempio Gabbla dell’algerino Tariq Teguia presentato a Venezia nel 2008, C’era una volta in Anatolia è soprattutto un film parlato, vale a dire un film visivamente molto curato ma per scrittura incentrato sugli uomini che attraversano quel paesaggio e che devono fare i conti con la natura e la storia del loro territorio e del loro popolo.
Gli interni d’auto o di case e l’ospedale in cui si conclude la vicenda ospitano infatti le divagazioni parlate dei personaggi, accompagnate in almeno due brevi sequenze da analoghe digressioni visive, i quali discutono soprattutto della morte ma anche di donne (poche le apparizioni femminili, di segno opposto, ma mai indifferenti) e dello yogurt di bufala non pastorizzato.
In una continua dialettica tra passato e presente, C’era una volta in Anatolia invita lo spettatore a un viaggio che è forse più nel tempo che non nello spazio (ci si interroga anche su un possibile destino della Turchia in Europa), seguendo i movimenti di un gruppo di uomini che, come tutti noi, non sono altro che mele che rotolano da un albero per rivi e pendii, apparentemente preda del caso.
© CultFrame 06/2012
TRAMA
Per tutta una notte, un commissario, un magistrato e un medico conducono un assassino reo confesso a cercare il cadavere della sua vittima che, ubriaco, ha seppellito da qualche parte nelle campagne dell’Anatolia. Soltanto il giorno successivo la vicenda avrà un suo epilogo.
CREDITI
Titolo: C’era una volta in Anatolia / Titolo originale: Bir zamanlar Anadolu’da / Regia: Nuri Bilge Ceylan / Sceneggiatura: Ebru Ceylan, Nuri Bilge Ceylan, Ercan Kesal / Montaggio: Nuri Bilge Ceylan, Bora Göksingöl / Scenografia: Cagri Erdogan / Interpreti: Yilmaz Erdogan, Taner Birsel, Ahmet Mümtaz Taylan, Muhammet Uzuner, Firat Tanis / Fotografia: Gökhan Tiryaki / Produzione: Zeynofilm, Production 2006, 1000 Volt, Turkish Radio & Television, Imaj, Fida Film, NBC Film / Distribuzione: Parthénos / Paese: Turchia e Bosnia Erzegovina, 2011 / Durata: 157’
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Sito ufficiale del film C’era una volta in Anatolia di Nuri Bilge Ceylan
Filmografia di Nuri Bilge Ceylan
Parthénos