Il Palazzo Reale di Milano ospita una grande esposizione dedicata alle diverse espressioni artistiche di un decennio, gli anni Settanta, particolarmente vivace e ricco di esperienze tanto decisive quanto in parte rimosse dalla cultura ufficiale.
La mostra, a ingresso gratuito, è stata allestita dallo stesso Comune di Milano (l’assessore Boeri l’ha definito un “esperimento di autoproduzione”) con Francesco Bonami e Paola Nicolin e include le opere di oltre 70 artisti che in quegli anni animarono la scena milanese (e non solo).
La grande varietà, la “polifonia”, che i curatori dell’evento hanno saputo proporre, intende dar conto delle dinamiche di quei numerosi artisti che in quell’epoca uscivano dalle gallerie e si incontravano con musicisti, poeti e, talvolta, con i movimenti politici che attraversavano la Milano dei circoli proletari, degli spazi occupati, delle performance e degli happening più disparati.
Riassumere e presentare tutte queste esperienze non era certo facile. Gli organizzatori della mostra hanno scelto di non approfondire le manifestazioni politiche e le pur importanti scene teatrale e musicale, sperimentali e popolari, ma di concentrarsi sulle arti visive lasciando emergere il contesto dalle stesse opere selezionate e da una serie di eventi collaterali. Inoltre, è stato chiesto ad alcuni protagonisti di quelle stagioni di curare alcune sale del percorso espositivo e testimoniare così direttamente il fervore di iniziative cui presero parte: ci riferiamo a Nanni Balestrini, Gianni Emilio Simonetti, Sergio Dangelo con Arturo Schwarz e Daniel Spoerri con Gino Di Maggio.
Una tra le prime sale che si incontrano nella visita è proprio quella allestita da Balestrini, figura di artista plurale che ha saputo usare le parole per il loro potenziale visivo, come dimostrano alcune sue opere di poesia concreta, e che ha partecipato attivamente al “movimento” e ai “movimenti” milanesi di quel decennio. Nella sala si possono vedere la serie di immagini in bianco e nero scattate da Aldo Bonasia e pubblicate accanto al testo Vivere a Milano nell’omonimo volume fotografico stampato da Csapp nel 1976 (il testo di Balestrini è stato poi riedito insieme a Blackout da DeriveApprodi nel 2009 e appare anche nel catalogo di questa mostra).
Sono qui esposte anche decine e decine di volumi promossi e distribuiti dall’Ar&a, un consorzio di una dozzina di piccoli editori indipendenti coordinato da Balestrini tra il 1976 e il 1978: l’iniziativa sostenne oltre cento titoli editi da una dozzina di sigle quali la Cooperativa Scrittori, le Edizioni delle donne, la Multhipla di Gino Di Maggio, L’Erba voglio di Elvio Facchinelli, le Edizioni Aut aut di Pierluigi Rovatti, quelle di Lavoro liberato, de I Libri del No, di Librirossi e di Squi/libri.
Nel prosieguo della mostra la documentazione di tanto fermento culturale è affidata alle fotografie d’autore. Molte le immagini di Carla Cerati e Alfa Castaldi sulle personalità e gli eventi più significativi dell’epoca, seguite da quelle di Lelli e Masotti dedicate a John Cage che nel 1977 portò il suo Empty Words al Teatro Lirico di Milano, accompagnate dalla registrazione eseguita da Pietro Pirelli tra il pubblico di quel particolare concerto.
Maria Mulas firma invece le foto della performance di Laurie Anderson alla Galleria Ala di via Mameli (nel 1977), dove si era già esibito Philip Glass con John Gibson e Richard Landry nell’ottobre 1974 e che a novembre e d
Tra le opere in mostra anche Dichiaro di non essere Emilio Isgrò e L’avventurosa vita di Emilio Isgrò (entrambe 1972) dell’artista siciliano, il celebre GLIANNISETTANTA di Alighiero Boetti (1973), le opere di artisti quali Arnaldo Pomodoro, Mimmo Rotella e Giovanni Testori, con una selezione di Studi di Anatomia (1973-1974), disegni che non possono riassumere tutta la personalità dello scrittore, ma si limitano a rievocarne la figura per chi già lo conosce.icembre dello stesso anno aveva ospitato anche Meredith Monk, e Robert Wilson con Christopher Knowles (in mostra un video di quell’evento), per citare solo alcuni dei personaggi ritratti nelle immagini in mostra, dove si possono vedere anche due video con Allan Kaprow (Then e Third routine).
Segnaliamo, tra i tanti, gli scatti di Cesare Colombo ai cortei e alle fiere della moda e del mobile, quelli che Ugo Mulas realizzò ai funerali delle vittime di Piazza Fontana oltreché dalle sue celebri Verifiche. La sala delle Cariatidi ospita invece I funerali dell’anarchico Pinelli di Enrico Baj, opera del 1972 la cui esposizione fu rimandata a causa dell’uccisione di Calabresi nei giorni in cui era prevista. Non manca poi la serie realizzata da Gabriele Basilico al Festival organizzato da “Re Nudo” al Parco Lambro, intitolata Proletariato giovanile 1976, i cui scatti furono poi montati nel docufilm omonimo costruito da Basilico con Giovanna Calvenzi, Raffaele Cecchi, Paolo Deganello, Renato Ferraro e Giorgio Origlia. Quel festival fu ripreso anche da Alberto Grifi, il film è qui proiettato a ciclo continuo, e rappresentò una prima cesura nella storia del movimento.
Poi, in ordine sparso, si trovano a Palazzo Reale immagini di Gianni Berengo Gardin (che ritrae la città e, in uno scatto, Christo, del quale sono presenti anche fotografie della performance d’“impacchettamento” del monumento equestre a Vittorio Emanuele II in piazza Duomo), i gasometri di Bernd e Hilla Becher, le foto su tela di Franco Vaccari (autore del 1979 del saggio Fotografia e inconscio tecnologico) dedicate all’albergo diurno Cobianchi di Piazza Duomo, alcune serie di Ettore Sottsass.
Non essendo molte le didascalie contestualizzanti (non mancano però le visite guidate) meritano di essere seguite per intero le videointerviste ai protagonisti di quegli anni proiettate a ciclo continuo nella sala d’ingresso alla mostra, dove si trovano anche in consultazione, su tavoli progettati da Enzo Mari, numerose riviste (in primis “Re Nudo”) e pubblicazioni di stampa alternativa di quegli anni: da vedere all’inizio e rivedere al termine della visita.
Molto interessante è anche il catalogo stampato in occasione della mostra. Il volume, anch’esso intitolato Addio anni 70. Arte a Milano 1969-1980 e curato da Francesco Bonami e Paola Nicolin, è edito Mousse Publishing (35 euro) e contiene molte immagini e testi utili per approfondire quanto la visita all’esposizione può in certi casi solo evocare. A questo stesso scopo sono stati organizzati da “doppiozero”, nella Sala Convegni di Palazzo Reale, una serie di incontri mensili (tutti i giovedì di luglio), dedicati alla Politica (con Giorgio Boatti), al Sesso e alla moda (con Luca Scarlini), alla Grafica e alla poesia visiva (con Giovanni Anceschi), alla Letteratura (con Marco Belpoliti) e al Cinema (con Luca Mosso).
Addio Anni 70. Arte a Milano 1969-1980 è quindi un evento che intende porre fin dal titolo, più interrogativo di quanto non sembri, la questione della rimozione, della presenza carsica e del probabile ritorno, nell’attuale crisi, dei temi e delle rivendicazioni di quel “decennio lungo”, e non solo per quanto concerne il mondo dell’arte.
Completa l’esposizione una sezione dedicata al libro d’artista e alle riviste indipendenti intitolata Episodi dell’arte a Milano e allestita da Giorgio Maffei, fino al 2 settembre, nella sala degli Archivi Gianferrari del Museo del 900 (palazzo dell’Arengario, viale Marconi 1, dunque vicino a Palazzo Reale).
© CultFrame 07/2012
IMMAGINI
1 © Alfa Castaldi. La machine à manger les huitres. Milano, 1972 ca. Stampa ai pigmenti, 43 x 51cm. Archivio Alfa Castaldi
2 © Alighiero Boetti, Gli anni settanta, 1973
INFORMAZIONI
Addio anni ’70 – Arte a Milano 1969 – 1980 / A cura di Francesco Bonami e Paola Nicolin
Dal 31 Maggio al 2 Settembre 2012
Palazzo Reale, Piazza Duomo 14, Milano
Orario: lunedì 14.30 – 19.30 / martedì, mercoledì, venerdì, domenica: 9.30 – 19.30 / giovedì e sabato 9.30 – 22.30 (ultimo ingresso un’ora prima della chiusura)