Dark City. Mostra di William Eckersley a Londra

SCRITTO DA
Claudia Colia

Londra è una delle metropoli più frenetiche al mondo. Fiumi di persone l’attraversano in lungo e in largo, a qualsiasi ora del giorno, riversandosi per strade, ponti, gallerie, piazze, invadendo mezzi di trasporto e luoghi d’attrazione, disseminandosi in uffici, banche, caffè, negozi, stazioni. Pochi immaginano che, una città sempre in movimento, possa conoscere momenti di quiete assoluta, e che, nel suo cuore, esistano angoli vuoti, disabitati, statici. Eppure, è al calar del sole che porzioni urbane si tramutano in muti palcoscenici, tutti da esplorare. Non è la prima volta che l’occhio del fotografo subisce il fascino per quella ‘witching hour’, in cui le quinte architettoniche assumono valenze e poteri quasi soprannaturali, dove tutto può succedere.

Dal 2007,William Eckersley ha sistematicamente percorso le strade della City in cerca di scorci misteriosi, surreali, a tratti inquietanti, tutti svuotati dell’umanità affaccendata di ogni giorno, e pertanto privati, in gran parte, della loro funzione, esposti solamente nelle loro linee di bellezza o brutalità. Da queste avventure, a caccia di paesaggi notturni, sono scaturiti prima un libro, ed ora una mostra, dal titolo: Dark City. Allestita alla Vegas Gallery, nel cuore dell’East End, l’esposizione affascina chi la visita, con una rassegna di spazi londinesi deserti e irriconoscibili, in cui le illuminazioni  artificiali, con le diverse note e temperature di giallo, blu e arancio, si sostituiscono alla piatta luce grigiastra di ogni giorno, definendo le superfici con lame taglienti, giocando con il buio circostante a creare ombre nette ed oblunghe.

Gli scenari si animano drammaticamente di oggetti abbandonati, che, come in un incantesimo, sembrano pronti da un momento all’altro, a riattivarsi. Pneumatici accatastati, carrelli sparpagliati nel parcheggio di un supermercato, barriere di lavori in corso, sembrano sospesi in una stasi apparente, quasi ostile. Le luci sono accenti importanti, che profilano le diagonali di corridoi claustrofobici o le linee ritmiche e precise di scalinate e balconi, donando a cortili e spazi desolati la valenza romantica e folle di un pacoscenico.

La città notturna di Eckersley, resa fredda e meccanica dalla mancanza dell’essere umano, o decadente e disfatta dal rincorrersi di ombre e luci, è inquietante e attraente allo stesso tempo. Ponendosi come potente alternativa ad un immaginario olimpionico e patinato, fatto di architetture rutilanti e spazi di aggregazione in cui la gente convive e consuma, Dark City propone il disfacimento urbano, il panorama deumanizzato, una Londra affatto turistica, inaspettata, sconosciuta persino ai londinesi, e per questo, forse, più vera e accattivante.

© CultFrame 07/2012

 

IMMAGINI
1 © William Eckersley. Dark City. Cones and barriers under bridge. Photo by William Eckersley / Published by Stucco Press
2 © William Eckersley. Dark City. Bend in pedestrian tunnel. Photo by William Eckersley / Published by Stucco Press

INFORMAZIONI
William Eckersley – Dark City
Dal 6 luglio al 18 agosto 2012
Vegas Gallery / 274 Poyser Street, Londra / Telefono: +44(0)20.35815404
Orario: mecoledì – sabato 12.00 – 18.00 / Ingresso libero

LINK
Vegas Gallery, Londra
Stucco Press, Londra

 

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Claudia Colia

Claudia Colia si è laureata in Storia dell’Arte presso l'Università "La Sapienza" di Roma e nel 2003 si è trasferita a Londra, dove ha conseguito un Master in Contemporary Art Theory presso il dipartimento di culture visive della Goldsmiths University. Si occupa di scrittura, critica e didattica dell’arte e collabora con diverse istituzioni museali londinesi. Ha recensito mostre per testate online e cartacee ed è corrispondente di attualità per la trasmissione di Rai Radio2, Caterpillar. Dal 2006 fa parte della redazione di CultFrame - Arti Visive.

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