Low Tide. Un film di Roberto Minervini. 69a Mostra del Cinema di Venezia. Orizzonti

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Silvia Nugara

Roberto MinerviniLunghe sequenze di tedio estivo nel mezzo del nulla, sparuti scambi di battute ridotte all’osso e la solitudine disperata di un bambino costretto a crescere in uno stato di semi-abbandono. Il protagonista di Low Tide vive con la madre una vita segnata dalla marginalità sociale e dalla violenza emotiva, erra più o meno senza meta nel paesaggio aspro del Texas tra distese stradali, un fiumiciattolo fangoso, un campo da rodeo, un macello, parcheggi dove diseredati vivono in roulottes.

Attraverso piccole e continue attività casalinghe e non il bambino sembra reagire alla disperazione e al vuoto esistenziali: si occupa del bucato, ripulisce i resti delle notti brave materne, spigola lattine insieme a un vecchio del quartiere, si procura del ghiaccio con cui refrigerarsi, molesta un serpente, spara nel bosco, e questo fino all’epilogo finale in cui il rifiuto di vivere una vita priva di senso spinge il piccolo a determinare una svolta.

La madre annega l’angoscia esistenziale nell’ubriachezza e nella deboscia dei fine settimana e il suo persistente ignorare le necessità fisiche e affettive del figlio spinge a pensare che sia nato da una gravidanza indesiderata. Anche durante le sue apparizioni, l’assenza e la sofferenza della donna è sottolineata dall’impossibilità di coglierne chiaramente il volto, sempre inquadrato di traverso, di sfuggita, sovrastato da una massa di dreadlocks e reso così inafferrabile.

Tutto questo compone l’universo del film Low Tide di Roberto Minervini, marchigiano trapiantato negli Stati Uniti. Niente sceneggiatura, un’azione affidata per lo più all’improvvisazione e una regia fatta di campi lunghi alternati a riprese con camera a mano che seguono i personaggi dappresso e spesso di spalle, come in alcuni film dei fratelli Dardenne con cui Minervini condivide dal punto di vista tematico la poetica del disagio sociale e dal punto di vista tecnico alcuni collaboratori tra cui la montatrice Marie-Hélène Dozo e l’ingegnere del suono Thomas Gauder.

© CultFrame – Punto di Svista 09/2012

TRAMA
Estate in una cittadina sperduta nel profondo Texas: un bambino vive in una situazione di abbandono e di violenza emotiva insieme alla madre che vede di rado e che è spesso ubriaca. Le giornate passano errabonde fino al giorno in cui il piccolo si ribella alla propria sofferenza.

CREDITI
Titolo:  Low Tide (Bassa marea) / Regia: Roberto Minervini / Sceneggiatura: Roberto Minervini / Fotografia: Diego Romero Suarez-Llanos / Montaggio: Marie-Hélène Dozo / Interpreti: Daniel Blanchard, Melissa McKinney, Vernon Wilbanks / Produzione: Pulpa, Ondarossa Film, Poliana Productions / Paese: USA, Italia, Belgio, 2012 / Durata: 92′

SUL WEB
Filmografia di Roberto Minervini
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito

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Silvia Nugara

Silvia Nugara ha un dottorato di Linguistica Francese e i suoi interessi ruotano attorno alle relazioni tra il linguaggio e la costruzione della realtà sociale, con particolare riferimento agli immaginari e ai discorsi relativi alle soggettività di genere. Attualmente è redattrice di Punto di Svista e Cultframe - Arti visive.

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