L’amore che lega Shaleha e Bangas-An sembra sconfinato quanto le acque cristalline dell’arcipelago in cui la coppia conduce la sua operosa esistenza. I due fanno parte di una piccola comunità di pescatori e artigiani filippini di religione musulmana e non si separano mai: escono insieme in mare per procacciarsi il pescato da essiccare e da vendere al mercato, fabbricano a mano stuoie multicolori, aiutano le donne della zona a partorire.
Shaleha vive l’imbarazzo e la nostalgia di una levatrice senza figli propri, consapevole per giunta del desiderio del marito di generare un erede. Per soddisfarlo, la donna è disposta a colmare con la generosità d’animo e la forza di volontà le mancanze del suo utero (il titolo è traducibile con l’espressione “il seno tuo” o “il tuo utero”) e così propone all’uomo di cercare una moglie giovane e fertile in grado di figliare con lui.
Brillante Mendoza filma la vicenda con ritmi narrativi dilatati che gli permettono di mostrare con ampio respiro in primo luogo l’incanto naturale di una zona presso cui si incontrano le acque territoriali di Filippine, Malesia e Indonesia e in secondo luogo la vita della popolazione che lo abita.
Panoramiche a volo d’angelo sui mari, sui profili costieri, sugli agglomerati di palafitte, lunghe prospettive di orizzonti sognanti e dettagliati close-up sulle mani della protagonista che lavorano, sulle unghie lunghissime delle spose danzanti. Thy womb è una parabola sulle pene e i limiti dell’affetto dal valore etnoantropologico e naturalistico. Infatti, nei mesi che hanno preceduto la sua proiezione in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, i cibernauti avevano già potuto ammirare una delle straordinarie sequenze sottomarine in cui due enormi creature marine nuotano sotto la piroga dei protagonisti in un abbraccio simbolico tra uomo e natura. Il nucleo drammaturgico di questo lavoro sta proprio il fascino di questo intreccio.
Sullo sfondo di uno scenario arcobaleno, Thy womb mostra inoltre l’incontro incessante di poesia e violenza, i soprusi di pirati e militari, la vita che nasce nel sangue e nello sforzo, l’amore che fa i conti con le convenzioni di una società maschilista e tradizionale. Inoltre, data l’attenzione sempre presente nel cinema di Mendoza, alla realtà sociale del suo paese, il film allude a più riprese all’odio religioso e alla violenza politica che invece erano al centro della storia raccontata in Captive (2012), precedente pellicola del regista filippino.
© CultFrame 09/2012
TRAMA
Shaleha e Bangas-An vivono felicemente in un villaggio di pescatori di etnia Bajau nelle Filippine. Shaleha è levatrice ma non è riuscita ad avere figli così decide di mettersi alla ricerca di una moglie giovane con cui il marito possa avere un erede maschio. Riusciranno i due a trovare una sposa adatta e che non richieda una dote al di là delle loro possibilità?
CREDITI
Titolo: Thy Womb / Regia: Brillante Mendoza / Sceneggiatura: Henry Burgos / Fotografia: Odyssey Flores / Montaggio: Aniceto Serraon / Scenografia: Dante Mendoza / Musica: Teresa Barrozo / Interpreti: Nora Aunor, Bembol Rocco / Produzione: Center Stage Productions / Paese: Filippine, 2012 / Durata: 100′
LINK
CULTFRAME. Lola. Un film di Brillante Mendoza. 66a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Veneiza. Concorso. di Eleonora Saracino
Filmografia di Brillante Mendoza
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito