La possibilità del “noi”

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Giovanni FiorentinoDa sempre abbiamo cercato di portare avanti una politica culturale/visuale connessa all’abbattimento dei confini tra le arti visive, e non solo. La nostra consapevolezza riguarda il potente e proficuo intreccio che le forme espressive possono mettere in atto quando il territorio di ricerca si sposta su una dimensione che potremmo definire concettuale, o anche filosofica. Insomma, quando si trasporta il “fare arte” (perdonate questa definizione forse troppo semplicistica) sul piano delle idee, della riflessione e degli obiettivi comuni da raggiungere, la questione della lingua (che dovrebbe accomunare) finisce per perdere di senso.
Si possono aprire in questo modo prospettive estremamente articolate, innovative e sorprendenti. In fin dei conti, l’arte contemporanea ci ha abituato da anni a questo processo liberatorio e privo di schemi preordinati. Ciò non si può dire invece per quel che concerne la fotografia, disciplina caratterizzata, a livello culturale, ancora da tendenze di “stampo conservatoristico” dure a morire.

A sostenere in modo alto, e allo stesso tempo chiaro, il nostro “discorso liberatorio”, basato su alleanze e consonanze plurilinguistiche finalizzate a un’idea espositiva (ma non solo), si può portare ad esempio il prezioso “libricino” pubblicato dalle Edizioni La Cochiglia e firmato da Giovanni Fiorentino. Il titolo è Sorrento “La Casa Madre”, le pagine poco meno di quaranta, le dimensioni ridotte.
Abbiamo usato il termine “libricino” in senso puramente descrittivo (quasi come un vezzeggiativo) poiché dal punto di vista dei contenuti si tratta di un’opera di notevole spessore proprio sotto il profilo dell’auspicabile connessione tra diversi linguaggi espressivi.

Il testo scritto riguarda una mostra svoltasi a Sorrento (si è chiusa alla fine di settembre 2012) nella cosiddetta “Villa dei Fazzoletti”. In questo ambiente suggestivo, una volta abitato da una coppia che poi ha donato la casa al Comune di Sorrento, è stata organizzata/concepita una mostra site specific pensata sulle fotografie di Antonio Biasiucci e sulle opere di Mimmo Paladino.
L’aspetto che più ci interessa riguardo questa operazione è esattamente quello specificato alla pagina 8, e cioè che la mostra La casa madre è basata su un concept unico, una sorta di grande opera a più mani che vuole essere “un progetto di accoglienza reciproca tra Antonio Biasiucci e Mimmo Paladino”. Ed ancora, intende mostrarsi come: “… una possibilità di abitare. Insieme: in termini di plurale che scarta l’individuale e sceglie la possibilità del noi. Un mondo comune immaginato nel dialogo e nella relazione tra loro, con il luogo”.

Queste affermazioni di Giovanni Fiorentino ci sembrano emblematiche e significative, soprattutto quando l’autore si riferisce alla “possibilità del noi?, questione mai del tutto compresa in fotografia (tranne che in pochi casi) che invece alberga con esiti felici, come già detto, nell’arte contemporanea e nel cinema. A ciò bisogna aggiungere che il testo di Fiorentino non si configura come fattore esterno all’operazione creativa di cui stiamo parlando ma come un ulteriore e naturale allargamento della “possibilità del noi”, come un ampliamento di un percorso che non si arresta con l’allestimento di Biasiucci/Paladino ma continua nello spazio creativo della lingua scritta, cioè nel testo pubblicato, nonché nell’analisi teorica ricca di riferimenti e intuizioni.
Ancor di più. Le immagini che accompagnano il testo sono state scattate dallo stesso Fiorentino e, dunque, contribuiscono a costruire quel mosaico espressivo-divulgativo che sta alla base sia del progetto artistico che di quello editoriale.

Si avverte, scorrendo le pagine di questo “libricino”, un’impensabile e gratificante armonia, quasi una musicalità della “composizione finale” che emerge proprio dalla finezza intellettuale che ha generato sia la mostra che il libro. La “possibilità del noi” in ambito artistico/intellettuale esiste. Basta cercarla, volerla e saperla cogliere.

© CultFrame – Punto di Svista 10/2012

CREDITI
Titolo: Sorrento “La casa madre” / Sottotitolo: Antonio Biasiucci e Mimmo Paladino / Autore: Giovanni Fiorentino / Editore: Edizioni La Conchiglia / Collana: Harpa / Pagine: 39 / Anno: 2012 / Prezzo: 5 euro / ISBN: 978-88-6091-035-6

Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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