Quando Johnnie To si cimenta nel genere che l’ha reso famoso a livello internazionale, il gangster-movie, non ci sono dubbi sul fatto che il prodotto finale riuscirà egregiamente. E, in effetti, Drug War si configura come un meccanismo, certamente complesso, ma assolutamente equilibrato e logico nel suo sviluppo narrativo. Raramente si riesce a vedere un film così ben strutturato sotto il profilo drammaturgico, matematico nella sua evoluzione ed anche solido nella sua struttura generale (anche dal punto di vista visuale).
To porta la sua macchina da presa nella cosiddetta Cina continentale e decide di raccontare la storia di una complicata operazione antidroga portata avanti da un agguerrito nucleo di Polizia.
La sceneggiatura si distende sostenendo il film in maniera geometrica. Ogni sequenza è perfettamente collegata alla successiva, ogni personaggio ha la sua funzione precisa, ogni dialogo è misurato (i silenzi sono molti) e fondamentale, ogni sguardo lanciato da un personaggio è significativo. Lo stile registico è quello che abbiamo imparato a conoscere negli anni: secco, essenziale ma anche caratterizzato da improvvise (geniali) invenzioni. E non mancano anche repentine svolte ironiche e paradossali che rendono Drug War ancora più divertente.
L’aspra lotta tra la Polizia e una cosca specializzata nello spaccio di sostanze stupefacenti veleggia in un clima di sospensione (quasi di rarefazione densa di tensione in alcuni passaggi) fino alla fine. La linea del racconto scorre lungo un confine sottile tra rappresentazione del rigore della giustizia e raffigurazione del mondo criminale. A fare da ago della bilancia, la figura di un malavitoso che sembra voler collaborare con le forze dell’ordine (e in parte lo fa) ma che inaspettatamente muta i suoi comportamenti.
Tra doppi e tripli giochi, pause infinite e pirotecniche accelerazioni, la vicenda procede scandita dall’organizzazione maniacale delle indagini e da scene di scontri a fuoco che culminano in una sparatoria finale che riserverà molte soprese.
Drug War, dunque, è un esempio di cinema di genere, dai tratti commerciali, che supera la sua dimensione di prodotto strettamente industriale per divenire esempio di cinematografia di alto livello in grado di catturare l’attenzione dei cinefili ma anche quella del grande pubblico.
© CultFrame 11/2012
TRAMA
Cina continentale. La sezione anti-droga della Polizia viene a conoscenza dell’attività di una banda di criminali che effettua grosse vendite di sostanze stupefacenti. Iniziano così delle complesse indagini nel tentativo di stroncare questo traffico. Il capo della squadra anti-droga si fingerà così un malvivente agendo sotto copertura. Sarà aiutato nell’operazione da un criminale che in questo modo potrà evitare il carcere.
CREDITI
Titolo: Drug War / Titolo originale: Duzhan / Regia: Johnnie To / Sceneggiatura: Ka-Fai Wai / Musica: Xavier Jamaux / Interpreti: Xiao Cong, Sun Honglei, Louis Koo / Produzione: Johnnie To, Ka-Fai Wai / Paese: Hong Kong, Cina /Anno: 2012
LINK
CULTFRAME. Life Without Principle. Un film di Johnnie To. 68a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica id Venezia. Concorso di Maurizio G. De Bonis
CULTFRAME. Vendicami. Un film di Johnnie To di Giovanni Romani
Filmografia di Johnnie To
Festival Internazionale del Film di Roma – Il sito