Abbiamo incontrato Larry Clark, fotografo di Tulsa e regista di Kids e Ken Park, prima della vittoria (nel concorso ufficiale) del suo film Marfa Girl nell’ambito della settima edizione del Festival Internazionale del film di Roma. Per il regista americano la sua partecipazione alla manifestazione romana era già un traguardo importante e significativo.
Autore fuori dal coro e marginale subisce, infatti, da tempo continue censure negli USA. Clark aveva già deciso di portare la sua storia e i suoi protagonisti solo in rete, e non nelle sale cinematografiche, soprattutto in quelle americane dove imperversano pellicole commerciali piene di effetti speciali che il regista indie, che più indie non si può, non sopporta e non condivide: “Fuck Hollywood”
Mr. Clark, abbiamo saputo che Marfa Girl verrà distribuito solo su internet. Come mai questa scelta?
Era un po’ che ci pensavo, e Marfa Girl è il progetto giusto per un tipo di iniziativa di questo genere. Perché oggi tutti vedono i film su internet. I ragazzini stanno sul web 24 ore su 24. Ma anche i quarantenni e i trentenni. Vanno su Facebook, si scrivono tramite twitter e vedono film.
Perciò il web era il posto giusto dove mettere la mia roba. “Fanculo Hollywood” e i suoi avvocati e la distribuzione criminale che uccide il cinema d’autore. Andare sul web è per me la libertà.
Marfa Girl si potrà vedere solo sul mio sito, larryclark.com. È l’unico modo, per il cinema di qualità, di essere visto negli Stati Uniti. Senza che nessuno mi tocchi il montaggio e che mi tagli delle scene.
Come mai ha scelto la città di Marfa per ambientare questo suo nuovo film?
Marfa è perfetta per via della sua complessità. Donald Judd, famoso scultore, scoprì Marfa nel 1973. Vi si trasferì e con l’aiuto di una fondazione costruì una galleria permanente. Judd ha lavorato molto a Marfa e, infatti, ancora oggi ci sono tante sue sculture che segnano l’identità della cittadina. Il successo dell’iniziativa di Judd ha permesso il formarsi di una vera e propria comunità di artisti che segna sociologicamente Marfa da ormai più di 30 anni.
La comunità artistica è molto diversa dai locali di Marfa. Gli indigeni sono dei bianchi wasp cowboy o proprietari di ranch. Poi ci sono i messicano-americani che vivono lì e i poliziotti di confine.
Artisti, messicano-americani, poliziotti, cowboys. E tutti si drogano e scopano tra di loro. Insomma, c’è un confronto/scontro culturale molto interessante che mi ha aiutato a creare un palcoscenico eccezionale come quello che ho identificato per la mia storia.
Fino qualche tempo fa c’era anche anche Gregg Araki. Ormai è rimasto solo lei a raccontare l’adolescenza come un mix di sex, drugs e rock ‘n’ roll. Come mai ancora oggi continua su una strada così solitaria?
Guardi che in America, nonostante quello che dicono, tutti si fanno di droghe, tutti fanno sesso e ascoltano il rock ‘n’ roll. Perché io non dovrei continuare ad essere testimone di questa realtà?
E cosa è rimasto da dire ancora sul mondo degli adolescenti?
C’è sempre qualcosa da dire sugli adolescenti. È proprio come decidiamo di vivere proprio quell’età che determina come saremo da adulti. Se ha visto nel film, a un certo punto, viene rivelato il passato dei protagonisti e solo allora si può iniziare a capire perché si comportano così. Di solito nei film questo ciò succede. Io cerco di analizzare tale aspetto.
© CultFrame 11/2012
LINK
CULTFRAME. Marfa Girl. Un film di Larry Clark di Maurizio G. De Bonis
CULTFRAME. La felicità negata. Ken Park. Il film del fotografo Larry Clark di Maurizio G. De Bonis
Il sito di Larry Clark
Filmografia di Larry Clark
Festival Internazionale del Film di Roma – Il sito