The Motel Life. Un film di Gabriel e Alan Polsky. Festival Internazionale del Film di Roma 2012. Concorso

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Quali sono gli elementi che possono rendere un film significativo sia per il grande pubblico che per spettatori più colti a livello cinematografico? Sono in verità numerosi, così decidiamo, in questo caso, di evidenziarne solo alcuni: regia misurata ma non banale, sceneggiatura equilibrata e solida, interpretazione di buon livello.
Ebbene, proprio questi tre fattori sono rintracciabili in The Motel Life, film di Gabriel e Alan Polsky, al loro debutto dietro la macchina da presa dopo essere stati i produttori de Il cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans di Werner Herzog (2009).

La vicenda è basata sull’omonimo romanzo di Willy Vautin e ci mostra la dura esistenza di due fratelli del Nevada (cresciuti senza genitori), i quali cercano di tirare avanti in mezzo a mille problemi e di rimanere uniti. La sceneggiatura descrive il progressivo spostamento di questa storia di affetto familiare e di emarginazione umana verso il dramma che porterà a una svolta definitiva.
Proprio su queste basi strutturali si fonda l’intero progetto che trova un altro cardine fondamentale in una regia forse non caratterizzata da particolari guizzi espressivi ma capace di rendere l’opera sempre carica di senso.
Gli interpreti inoltre, Emile Hirsch e Stephen Dorf, riescono grazie a una recitazione intensa e allo stesso tempo composta a disegnare dei ruoli apparentemente banali (addirittura già visti) ma in realtà per nulla agevoli.

The Motel Life a una lettura filmica superficiale potrebbe sembrare un lungometraggio senza particolari punti di interesse, addirittura anonimo e prevedibile. Si tratta, invece, di un prodotto cinematografico di alta professionalità e cristallina qualità che si configura come un valido modello espressivo, registico e di recitazione per chi vorrebbe diventare autore in campo filmico.
La sua forza risiede proprio nella pulizia della narrazione, nella compattezza della regia, nella stabilità della sua struttura generale. Anche gli inserti di animazione, che raffigurano le fantasie di uno dei due fratelli, sono realizzate con eleganza e sobrietà e aggiungono all’intera operazione ulteriore interesse.

Il film di Gabriel e Alan Polsky probabilmente non darà grandi soddisfazioni ai cinefili appassionati di invenzioni pirotecniche e soluzioni innovative, ma rappresenta la prova di come si possa girare un lungometraggio profondo e d’autore senza sforare nel virtuosismo registico fine a se stesso oppure nell’insidioso territorio del cinema di poesia.

© CultFrame 11/2012

 

TRAMA
Due fratelli di Reno (Nevada) sono cresciuti senza genitori. Uno dei due, oltretutto, ha perso una gamba in un incidente e quindi ha bisogno di cure. Un giorno proprio quest’ultimo investe un bambino mentre guida e lo uccide. Inizierà dopo questo evento una fuga senza speranza che si concluderà in modo tragico.

CREDITI
Titolo: The Motel Life / Regia: Gabriel e Alan Polsky / Sceneggiatura: Noah Harpster e Micah Fitzerman-Blue, tratto dal romanzo “Motel Life” di Willy Vlautin / Fotografia: Roman Vas’yanov / Montaggio: Hughes Winborne, Fabienne Rawley / Scenografia: Ryan Warren Smith / Musica: David Holmes, Keefus Green / Produzione: Polsky Films / Paese: USA, 2012 / Durata: 95’

LINK
Filmografia di Gabriel Polsky
Filmografia di Alan Polsky
Festival Internazionale del Film di Roma – Il sito

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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