Oltre le colline. Un film di Cristian Mungiu

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Non c’è frattura più dolorosa per chiunque guardi il mondo con l’umana lucidità della ragione di quella che esiste tra il fanatismo religioso (spinto fino all’ennesima potenza e privo totalmente del dubbio) e una visione esistenziale dettata dalla propria coscienza e da principi morali che hanno a che fare con un senso di civiltà che potremmo definire laico.
La questione è significativa proprio in un periodo storico in cui il fondamentalismo è sempre più presente in tutte le società (occidentali e orientali) fino al punto di trasformarsi in alcuni casi in pericoloso estremismo ideologico-politico.

Tale aspetto del mondo contemporaneo appare fin troppo ampio e problematico per la “piccola e tragica” storia raccontata da Cristian Mungiu in Oltre le colline. Il cineasta rumeno sembra in fin dei conti limitarsi a portare sul grande schermo una vicenda che potrebbe ricadere nella categoria “amore impossibile”. Ma non possiamo fermarci a una lettura così banale.
In primo luogo, le sequenze che compongono il film descrivono una realtà umana e ambientale di notevole interesse: la vita quotidiana nei monasteri ortodossi sperduti della Romania. Si tratta di un universo fatto di lavoro, preghiere, povertà voluta nonché fede assoluta e incrollabile. Il tutto collocato in un contesto naturalistico allo stesso tempo vacuo (spazi enormi), ostile (colline brulle e caratterizzate da inverni terrificanti) e denso di senso, proprio dal punto di vista paesaggistico.
In secondo luogo, Mungiu delinea in maniera precisa un sentimento d’amore che risorge trasformandosi in un’onda devastante di sensazioni interiori e passione parossistica. In tal senso, il legame che unisce profondamente i due personaggi centrali, la suora Voichita e la sua ex compagna di orfanotrofio Alina, si configura ben al di là della comune attrazione erotico/amorosa per attestarsi in una dimensione di reciproca appartenenza dai tratti che non possiamo che definire lirici.
Infine, la tematica che contiene gli aspetti appena elencati: l’impossibilità da parte di alcune frange del mondo religioso di comprendere la sofferenza individuale nella sua brutale e destabilizzante semplicità.

Alina, cresciuta senza genitori in un istituto nel quale le ragazze venivano picchiate e violentate, si lega alla tenera e delicata Voichita che, pur cercando conforto nella religione, non può che ricambiare un sentimento così alto e sincero. Di fronte a questo “amore puro”, il prete a capo del monastero non possiede altri strumenti culturali se non quelli che una visione chiusa dell’esistenza gli fornisce. Per lui (e per le altre suore) Alina è un’indemoniata, e come tale va legata e obbligata a subire rituali religiosi che non gli appartengono.

Mungiu sceglie, per comporre questo drammatico affresco, uno stile particolarmente concitato e un piano narrativo che purtroppo si mostra troppo ripetitivo e ossessivo. Scene e dialoghi si ripetono per tutta la durata dell’opera più o meno nello stesso modo e ciò non può che provocare nello spettatore una sensazione di fastidiosa pesantezza.
Oltre le colline è nonostante ciò un film in grado di far riflettere a fondo il fruitore. Pone, infatti, chi guarda di fronte all’abisso che separa mondi diversi ed evidenzia l’assurdità del comportamento di coloro i quali cercando di applicare la loro concezione del bene finiscono per fare del male, addirittura per uccidere.
Alina, distrutta da esorcismi e contenzione, finirà, infatti, per spegnersi. Se tutto ciò fosse solo frutto dell’invenzione artistica, già sarebbe abbastanza sconvolgente. Se poi pensiamo al fatto che Mungiu ha portato sul grande schermo una vicenda che si è svolta realmente in Moldova, non possiamo che cercare di riflettere sui motivi per i quali chi si definisce difensore del bene possa finire invece per trasformarsi in un (in)consapevole e feroce aguzzino.

© CultFrame 11/2012

 

TRAMA
Voichita è cresciuta in un orfanotrofio rumeno, tra violenze e soprusi di ogni genere. Giunta alla maggiore età decide di diventare suora e di ritirarsi in un monastero isolato di campagna. Un giorno fa ritorno dalla Germania (dove era andata a cercare lavoro) la sua amica Alina, la quale vorrebbe portarla via con sé. Le due si amano profondamente ma il loro sentimento non è compreso all’interno del monastero. La tensione, così, salirà ai massimi livelli fino a una tragica conclusione.


CREDITI

Titolo: Oltre le colline / Titolo originale: Dupa dealuri /Regia: Cristian Mungiu / Sceneggiatura: Cristian Mungiu / Fotografia: Oleg Mutu / Montaggio: Mircea Olteanu / Scenografia: Calin Papura, Mihaela Poenaru / Interpreti: Cosmina Stratan, Cristina Flutur, Valeriu Andriuta / Produzione: Fonds Eurimages du Conseil de l’Europe, Les Films du Fleuve, Mandragora Movies / Distribuzione: BIM / Paese: Romania, Francia, 2012 / Durata: 150’

SUL WEB
Filmografia di Cristian Mungiu
BIM

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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