Il regista portoghese Miguel Gomes è l’autore cui è dedicato l’omaggio della sezione “Onde” del Torino Film Festival 2012, che lo ha invitato a presentare la prima rassegna integrale dei suoi lavori organizzata in Italia. Nato a Lisbona nel 1972, studente e critico di cinema prima ancora che realizzatore di film, Gomes ha firmato cinque cortometraggi – Entretanto (1999), Inventário de Natal (2000), Kalkitos (2002), 31 (2003), Cántico das creaturas (2006) – e tre lunghi: A cara que mereces (2004), Aquele querido mês de Agosto (2008) e Tabu (2012).
Il regista si è rivelato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes nel 2008 con il suo secondo lungometraggio, ma è senz’altro il 2012 l’anno della sua consacrazione critica. A febbraio Tabu è stato infatti presentato a Berlino, dove ha vinto il Premio Fipresci e l’Alfred Bauer intitolato al fondatore della Berlinale, riconoscimenti che Gomes ha dedicato a maestri del cinema portoghese come Manoel de Oliveira e João Monteiro e al loro essere rimasti sempre indipendenti dal punto di vista produttivo, artistico e politico.
Quest’anno Tabu è stato proiettato anche alla Mostra di Venezia, nominato con altre due pellicole per il Premio Lux 2012, assegnato dal Parlamento Europeo, e Gomes torna ora in Italia per venire omaggiato dal Festival torinese, dove a partire dal 28 novembre presenterà tutte le sue opere al pubblico, partecipando il 30 alle ore 10.00 (Cinema Massimo 3) a una tavola rotonda sul suo cinema.
Vedendo tutti i corti e i lunghi di Gomes si ha modo di apprezzare il progressivo sviluppo di intuizioni artistiche e di elementi narrativi ormai caratteristici del discorso cinematografico di questo autore: la riflessione sul tempo, sulla memoria e sulle età della vita, la presenza di adolescenti, cowboys e suonatori (per lo più gli stessi attori/complici che lo seguono dagli esordi), l’idea del set nel set, la presenza di didascalie al posto dei dialoghi, un particolare interesse per il suono e soprattutto molta musica (mazurke, ballate romantiche, canti natalizi, beat, bossa nova, punk rock).
I commenti e gli intermezzi musicali sono infatti centrali nei lavori dell’autore, da Inventário de Natal, che si autodefinisce un “filme musical” costruito sulle chiacchiere di un pranzo natalizio in famiglia e sui jingle dei giocattoli dei bambini, alle esibizioni agostane nella piazza del paese cui è dedicato Aquele querido mês de Agosto, dove si mette lui stesso in scena. Il film è infatti diviso in due parti: nella prima assistiamo alle difficoltà produttive della troupe di Gomes e allo svolgersi dei sopralluoghi in una regione centrale del Portogallo, un documento quasi etnografico ricco di dettagli che si ritrovano poi nella narrazione di finzione che si sviluppa nella seconda parte. Sfociando in un originale epilogo che è anche una riflessione sugli artifici della messa in scena cinematografica.
Pur confermando di opera in opera la propria cifra stilistica ironica e poetica, Gomes riesce a sorprendere di film in film con nuove invenzioni e commistioni tra cinema del reale e ricostruzione vintage e fantastica della realtà. Tabu è un’affascinante melodramma (stupenda la colonna sonora originale di Joana Sá) sulle mille sfumature della memoria, anche cinematografica, con una struttura modulare in due parti ambientate rispettivamente nella Lisbona dei giorni nostri e nell’Angola coloniale degli anni ’60. In questo suo ultimo film Gomes parte da Murnau per inventarsi una sorta di nuovo e originale cinema muto contemporaneo.
© CultFrame 11/2012
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Filmografia di Miguel Gomes
Torino Film Festival – Il sito