Come già Non ti muovere, anche il quarto film da regista di Castellitto è la trasposizione di un romanzo di successo della compagna Margaret Mazzantini. Ancora più del precedente, Venuto al mondo è un progetto dalle ambizioni internazionali, pensato per uscire nelle sale di tutto il mondo col titolo Twice Born (che a noi non può che evocare un altro romanzo, Nati due volte di Giuseppe Pontiggia).
Che piaccia o meno, la ricercata intensità della scrittura di Margaret Mazzantini non può che comporre storie forti di vite segnate da eventi drammatici. Ogni personaggio creato dall’autrice si porta dentro una fragilità che non può restare nascosta, è anzi destinata a esplodere ciclicamente ridestata dai vari casi della vita.
La protagonista di quest’opera, Gemma (Penélope Cruz), si scopre infatti un bruciante desiderio di maternità quando incontra il più giovane e anticonformista fotografo americano Diego (Emile Hirsch), con cui inizia una relazione che a Roma sembra trovare un qualche equilibro: ma la difficoltà di lei a rimanere incinta e lo scoppio della guerra in Jugoslavia rivoluzioneranno ancora una volta la loro vita.
La vicenda narrata in Venuto al mondo si muove in un continuo andirivieni spaziale e temporale, tra le Olimpiadi invernali del 1984 e la guerra civile nei Balcani dei primi anni ’90, tra Roma e Sarajevo (ricostruita in buona parte a Torino). Se il film ha un merito è quello di riportare l’attenzione degli spettatori sulla guerra che deflagrò due decenni fa a pochi chilometri dall’Italia.
Recentemente, anche Angelina Jolie ha esordito alla regia con un cupo dramma sentimentale ambientato in quel conflitto e intitolato In the Land of Blood and Honey se in quel caso l’ansia di denunciare gli orrori degli stupri etnici s’infrangeva su di una messa in scena registicamente troppo maldestra, Castellitto punta invece in maniera a tratti ben calibrata sul romanzesco e sul melodrammatico, costruendo ogni sequenza con accorgimenti narrativi e visivi anche dichiaratamente antirealistici, cercando di “raffreddare” alcuni dei passaggi potenzialmente più patetici della storia.
Peccato perciò per quei momenti, soprattutto del finale, in cui la regia si concede qualche eccesso retorico di troppo, male accompagnata da scelte musicali che non sembrano sostenere il climax emotivo del racconto e delle immagini. Spiace inoltre dover notare che il giovane Pietro Castellitto non può tener testa al resto del cast, senza contare la stonatura rappresentata dalla sua evidente somiglianza col regista, che nel film interpreta il marito della madre che non è però suo padre.
Ciò detto, l’impegno affrontato da Sergio Castellitto e dai suoi collaboratori non era affatto facile, e può darsi che Venuto al mondo riesca ad avvincere un pubblico vario, europeo e non solo. La parola va intanto agli spettatori che possono ora trovarlo in sala: è per emozionare e commuovere loro che il romanzo e il film sono stati concepiti.
© CultFrame – Punto di Svista 11/2012
TRAMA
Gemma vive a Roma col marito e il figlio Pietro quando riceve una telefonata da Sarajevo: qui, durante la guerra dei Balcani dei primi anni Novanta, ha lasciato l’uomo che amava e ha portato in Italia un bambino che ancora non sa esattamente chi sono i suoi veri genitori….
CREDITI
Titolo: Venuto al mondo / Regia: Sergio Castellitto / Sceneggiatura: Margaret Mazzantini, Sergio Castellitto / Fotografia: Gian Filippo Corticelli / Montaggio: Patrizio Marone / Scenografia: Francesco Frigeri / Musica: Eduardo Cruz / Interpreti: Penélope Cruz, Emile Hirsch, Adnan Haskovic, Pietro Castellitto, Saadet Isil Aksoy, Luca De Filippo, Sergio Castellitto, Jane Birkin, Mira Furlan, Jovan Divjak/ Produzione: Sergio Castellitto, Roberto Sessa per Picomedia, Alien Produzioni, Medusa Film, Telecinco Cinema, MOD Producciones / Distribuzione: Medusa Film / Italia-Spagna, 2012 / Durata: 132 minuti