What Remains. Retrospettiva di Geraldo de Barros

SCRITTO DA
Claudia Colia

Geraldo de Barros ha iniziato la sua carriera come pittore tradizionale, avvicinandosi ben presto all’arte sperimentale. È stato uno sperimentatore instancabile per tutta la sua vita, passando dalla pittura alla fotografia, prima di diventare un pioniere dell’arte concreta – e uno dei più influenti artisti brasiliani del ventesimo secolo. Le due serie fotografiche, che segnano la sua carriera – Fotoformas (1946-1951) e Sobras (1996-1998) – sono ora in mostra, per la prima volta, alla Photographers’ Gallery di Londra.
Geraldo de Barros aveva cominciato a scattare le sue prime fotografie ancora adolescente, con una macchina che si era costruito da solo. Nel 1940, mentre altri fotografi si dedicavano al documentario e alla ritrattistica, de Barros realizzava foto astratte, dando vita ad una serie di esperimenti senza eguali. Geraldo, utlizzando una Rolleiflex 6×6 doppia lente, e impiegando diverse tecniche fotografiche, tra cui la solarizzazione, le esposizioni multiple e l’alterazione del negativo mediante tagli, graffi e pittura, giocava con la forma. Finalmente, nel 1950, una mostra al Museu de Arte de São Paulo Assis Chateaubriand, riuniva i suoi esperimenti fotografici in una  raccolta dal titolo Fotoformas, dandogli la possibilità di ricevere una borsa di studio, per recarsi in Europa ad approfondire i processi di stampa. Paradossalmente, fu proprio questo viaggio a mutare gli orientamenti artistici di de Barros, che, affascinato dal Neocostruttivismo, interruppe la pratica fotografica, per dedicarsi ad un’arte oggettiva, che puntasse solo a se stessa, e di cui si fece promotore, una volta tornato a San Paolo. All’inizio degli anni ottanta, l’artista brasiliano cominciò a soffrire di problemi di linguaggio e coordinazione motoria, a causa di una serie di ischemie cerebrali. Nonostante l’invalidità, rimase lucido e determinato nel suo percorso creativo, continuando a realizzare opere con l’aiuto di un assistente.

Negli anni novanta, grazie all’attenzione ricevuta in seguito ad una retrospettiva dedicatagli dal Musée de l’Elysée di Losanna,  de Barros decise di tornare alla fotografia. Negli ultimi due anni della sua vita, produsse Sobras, una serie di ben 250 nuove opere, che rappresentano il recupero dell’arte e della memoria, mediante i vuoti e i pieni di  forme, ritagliate, assemblate e delimitate da un nastro nero.
Mentre in Fotoformas è chiara l’influenza del Bauhaus e di Paul Klee, con le immagini che, spesso, si sovrappongono, creando elementi geometrici fluttuanti, l’intera serie di Sobras è costituita da fotografie di famiglia e album di viaggio, materiali destinati ai ricordi, e ora rielaborati in collage pittorici, tendenti verso il surreale. Se, dunque, Fotoformas racconta di un’intelligenza irrequieta, volta a rompere gli schemi prestabiliti e a privilegiare il valore della forma (sia essa un palloncino che si staglia sul filo del telegrafo o un albero nudo in una distesa di bianco), Sobras è un testamento dalle forti note elegiache, che affascina lo spettatore, con scene di vita quotidiana trasformate in elementi geometrici o astratti.

La mostra londinese, organizzata con il supporto del Musée de L’Elysée, di Losanna e dell’Ambasciata del Brasile, è stata curata da Isobel Whitelegg. Il 21 febbraio, alle 19.00, sarà proiettato Sobras em Obras (1999, 74 ‘), il documentario su Geraldo de Barros, del regista svizzero Michel Favre. Il film esamina il percorso creativo dell’artista brasiliano, attraverso il dialogo tra passato e presente, ed è a ingresso gratuito, su prenotazione.

© CultFrame 01/2013

 

IMMAGINI
1 © Geraldo de Barros. Untitled, Tatuape, Sao Paulo, 1948. Courtesy of The Photographers’ Gallery, London
2 © Geraldo de Barros. Sobras, 1996-98. Courtesy of The Photographers’ Gallery, London

INFORMAZIONI
Geraldo de Barros: What remains
Dal 18 gennaio al 7 aprile 2013
The Photographers’ Gallery / 16 – 18 Ramillies Street, Londra / Telefono: +44(0)20.73368109 / info@tpg.org.uk
Orario: lunedi – sabato 10.00 – 18.00 / giovedi 10.00 – 20.00 / domenica 11.30 – 18.00 / Ingresso libero

LINK
The Photographers’ Gallery, Londra

 

 

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Claudia Colia

Claudia Colia si è laureata in Storia dell’Arte presso l'Università "La Sapienza" di Roma e nel 2003 si è trasferita a Londra, dove ha conseguito un Master in Contemporary Art Theory presso il dipartimento di culture visive della Goldsmiths University. Si occupa di scrittura, critica e didattica dell’arte e collabora con diverse istituzioni museali londinesi. Ha recensito mostre per testate online e cartacee ed è corrispondente di attualità per la trasmissione di Rai Radio2, Caterpillar. Dal 2006 fa parte della redazione di CultFrame - Arti Visive.

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