Paradise: Hope ⋅ Un film di Ulrich Seidl ⋅ 63° Berlinale ⋅ Concorso

SCRITTO DA
Claudio Panella

Dopo l’“amore” e la “fede” esplorati nelle due prime parti del trittico del “paradiso” presentate ai festival di Cannes e Venezia, il regista austriaco Ulrich Seidl ha portato a Berlino il terzo e conclusivo film della trilogia, in realtà un progetto concepito come unico ma articolato in tre episodi, enucleati e rifiniti dopo oltre due anni di riprese e di montaggio.

La protagonista dell’ultima pellicola, dedicata alla “speranza”, è la tredicenne Melanie, figlia e nipote delle due donne al centro dei capitoli precedenti. Anche lei, entrata ormai nell’adolescenza, cerca l’amore che le manca, quello di un padre e quello di un uomo. Anche lei cerca qualcuno che la desideri, ma ciò avviene in un luogo concepito proprio per castrare ogni desiderio. L’avventura di Melanie si svolge infatti in un campo estivo per adolescenti che devono perdere peso, dove s’invaghisce del dottore incaricato di seguire la salute di tutti i ragazzi. L’età dell’uomo, il suo ruolo e il contesto del loro incontro rendono impossibile una qualsiasi relazione, eppure il film ne segue gli sviluppi lasciando lo spettatore in sospeso su ciò che potrebbe accadere.

Nelle intenzioni del regista, la storia propone una variazione sul personaggio di Lolita, maggiormente orientata al punto di vista della ragazza (come non accade in Nabokov e in Kubrick) e con un partner maschile che sembra reagire in modo diverso da Humbert Humbert. Ciò che però da sempre interessa Siedl più dell’intreccio è la possibilità di filmare corpi e ambienti con un metodo simile a quello del Dogma, con attori non professionisti e molta improvvisazione. In questo caso, ha fatto incontrare una giovanissima esordiente con attori importanti del teatro e del cinema austriaco, su tutti Joseph Lorenz, che interpreta il dottore.

L’avvicinamento tra i due è quasi un gioco, e il film è assai più leggero nei toni e nella messa in scena rispetto alle altre due parti precedenti. Tale carattere si deve anche alla presenza di ragazzi molto giovani e dei numerosi dialoghi da loro semi-improvvisati che scandiscono l’intera pellicola. Il senso del tragico, e il non-senso dell’esistenza si affacciano però sempre alla coscienza dello spettatore, in un muro scrostato, in un corridoio male illuminato o nella canzoncina ilare e penosa che i ragazzi sono costretti a cantare mentre fanno esercizi fisici.

© CultFrame 02/2013

TRAMA
Melanie ha tredici anni e qualche chilo di troppo. Per questo viene mandata a passare l’estate in un campo specializzato nel far dimagrire ragazzi della sua età. Qui troverà alcuni amici e il suo primo amore.

CREDITI

Titolo internazionale: Paradise: Hope / Titolo originale: Paradies: Hoffnung / Regia: Urich Seidl / Sceneggiatura: Ulrich Seidl, Veronika Franz / Fotografia: Wolfgang Thaler, Ed Lachman / Montaggio: Christof Schertenleib / Interpreti: Melanie Lenz, Joseph Lorenz, Michael Thomas, Vivian Bartsch, Verena Lehbauer, Johanna Schmid / Produzione: Ulrich Seidl Film Produktion / Paese: Austria, Germania, Francia 2012 / Durata: 91′

SUL WEB
Filmografia di Ulrich Seidl
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Claudio Panella

Claudio Panella, Dottore di ricerca in Letterature e Culture Comparate, si interessa in modo particolare alle interazioni tra la letteratura e le arti, alle trasfigurazioni letterarie del paesaggio e della città, alle rappresentazioni del lavoro industriale e post-industriale nella letteratura italiana ed europea. Attualmente è redattore di Punto di Svista - Arti Visive in Italia e CultFrame - Arti Visive.

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