Segni, tracce, memorie… quante possibilità aprono le parole! “Una delle proprietà più misteriose” come scriveva Virginia Woolf è il loro “potere di suggestione”, quella forza evocativa che trascina nel vortice delle righe e soffia, con vigore, tra le pagine.
I temi del giovane Claude sono storie coinvolgenti che sembrano quasi detonare nel vuoto di quella banalità espressiva degli elaborati delle classi che il professore Germain “subisce”, anno dopo anno, come una condanna. Tra i fogli del suo giovane allievo, infatti, (e finalmente!) si coglie un’aria diversa, si capta una nuova atmosfera e l’insegnante, stanco della superficiale distrazione dalla quale si sente circondato, ne respira appieno, dilatando cuore e polmoni.
Tema dopo tema, in cui si chiosa con un sempre più intrigante “continua…”, Germain si appassiona a quella che è una vera e propria trama, costruita sull’inquietante ossessione del suo studente per la famiglia – e la casa – di un compagno di classe. Claude è intelligente ma enigmatico, si porta dietro il fardello di un’infanzia della quale si intuisce il peso, pur non essendo mai compiutamente narrata, mentre Rapha ha una tenerezza infantile e un rifiuto patologico per la matematica. Diversissimi tra loro, i ragazzi diventano amici per la pelle grazie all’impegno del primo nell’aiutare con i calcoli il secondo; ed è con aritmetica, quanto diabolica, precisione che Claude si insinua, letteralmente, nell’intimità domestica del suo compagno e dei suoi genitori per dare vita ad un suo personalissimo, seducente, “romanzo”.
Declinata in un susseguirsi di “capitoli”, la storia scritta dal giovane studente prende corpo attraverso i compiti che gli affida il professore che, come un lettore appassionato, sembra non riuscire a liberarsi dalla fascinazione di un intreccio che si fa sempre più seducente e pericoloso. Ozon ci rende così, nel contempo, spettatori e lettori, ci fa sfogliare quelle pagine, e, tra voci e immagini, fonde immaginazione e realtà, l’universo del quotidiano e quello del desiderio per realizzare un’opera in cui il cinema e la letteratura si attraggono, si tentano e cedono alle lusinghe dei grandi come Tolstoj e Flaubert, Céline e Pasolini…
Germain si nutre con ingordigia delle parole di Claude e ne annusa, fino a stordirsi, il profumo di quel talento che a lui non è stato concesso ma di cui vede la cristallina purezza in quel ragazzo dotato e inquieto, dal cui estro letterario ha deciso di estrarre, quasi suo malgrado, un nuovo impulso di vita.
Lo stesso Ozon, rielabora e dirotta il testo teatrale di Juan Mayorga (“Il ragazzo dell’ultimo banco”) per farne un’opera “altra” dove, con tocco di intelligente ironia, si prende anche gioco dicerti pretenziosi intellettualismi borghesi ma non tradisce i temi a lui cari come il mistero della seduzione e dell’eros, la magia della parola e del silenzio.
Il rapporto tra Germain e Claude, grazie anche a due interpreti come lo straordinario Luchini e il talentuoso Umhauer, porta al parossismo quello tra il lettore e lo scrittore: è dualistico e simbiotico, di attrazione e di repulsione in un continuo, coinvolgente, duello in cui la scrittura, con forsennato furore, deve giungere ad un finale compiuto, ovvero la sfida più difficile. Il regista parigino non solo la accoglie ma la rilancia, ai suoi protagonisti e a noi, al di qua dello schermo (o, perché no, della pagina), in un ultimo capitolo che potrebbe non essere – e forse non lo sarà mai – conclusivo perché le storie seguitano a vivere anche dopo aver dato loro un termine se, parafrasando Calvino, fino a quando c’è qualcuno che ama la lettura per la lettura, possiamo convincerci che il mondo continua…
© CultFrame 04/2013
TRAMA
Claude ha 16 anni e un talento notevole per la scrittura. Per trovare l’ispirazione giusta nello svolgimento dei suoi compiti si insinua nella casa di un suo compagno di classe. Con il pretesto di aiutarlo in matematica Claude entra sempre di più nell’intimità della famiglia le cui scene di vita domestica finiscono per diventare la “trama” dei suoi temi. Il professor Germain, colpito dal talento del suo allievo, ritrova la passione per l’insegnamento che considerava perduta ma la natura inquieta e ambigua del ragazzo e la sua intrusione nel mondo privato del suo amico, innescheranno una sorta di pericolosa reazione a catena.
CREDITI
Titolo: Nella casa / Titolo originale: Dans la maison / Regia: François Ozon / Sceneggiatura: François Ozon, liberamente tratto dalla commedia teatrale “Il ragazzo dell’ultimo banco” di Juan Mayorga / Fotografia: Jérôme Almeras / Montaggio: Laure Gardette / Scenografia: Arnaud De Moieron / Musica: Philippe Rombi / Interpreti: Fabrice Luchini, Ernst Umhauer, Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner, Denis Ménochet, Bastien Ughetto / Produzione: Eric e Nicolas Altmayer / Francia 2013 / Distribuzione: Bim /Durata: 105 minuti
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Filmografia di François Ozon
BIM