Dopo Copia conforme (2010), girato per la prima volta fuori dall’Iran (in Toscana), Abbas Kiarostami si è spinto in Giappone per scoprire un universo tutto nuovo e per realizzare il film Qualcuno da amare, presentato a Cannes nella scorsa edizione. In realtà, già nel 2004, il cineasta iraniano aveva presenziato in Giappone alla cerimonia di consegna di un importante premio e, in quell’occasione, aveva filmato quella che sarebbe diventata la scena-chiave della prima parte di Qualcuno da amare: un’anziana signora si reca in una cabina telefonica e trova la foto di una ragazza-squillo.
Da questa sequenza del 2004 è nata l’idea del film attuale, così come da uno schizzo di un artista si arriva al dipinto vero e proprio. Il metodo usuale di lavoro di Kiarostami (sceneggiature appena abbozzate, attori non professionisti, un montaggio spesso curato da solo) ricorda, per analogia, quello dello scultore Giacometti che lasciava le sue opere su una panca nel suo studio e poi decideva se lasciarle lì, terminarle o, addirittura, gettarle via. Attraverso un procedimento molto simile a quello di pittori o scrittori, alleggerendo e eliminando il superfluo, Kiarostami riesce, solitamente, ad arrivare al cuore delle storie fino a raggiungere una verità essenziale e universale.
Qualcuno da amaresi interroga, come suggerisce il titolo, sul bisogno primario di ogni essere umano: amare ed essere amati. Attraverso lo strano triangolo composto da un anziano professore (Tadashi Okuno), una giovane ragazza (Rin Takanashi) e il suo fidanzato (Ryo Kase), Kiarostami riflette sul rapporto uomo-donna senza, però, voler o saper fornire coordinate precise o indicazioni di qualsiasi tipo. Il film, infatti, si interrompe bruscamente proprio nel momento decisivo, lasciando lo spettatore perplesso ed incerto sulla “morale” (Amare non è identificazione ma identità? – “Voglio stare sola per un po’”, dice, ad un certo punto, significativamente la ragazza) della storia.
In proposito, Kiarostami stesso ha dichiarato: “La fine del film non è la fine della vicenda. Noi entriamo nella storia e ne usciamo ma la storia non finisce, continua…”. Nonostante la spiegazione del regista, resta in chi guarda una sorta di delusione perché non si riesce a cogliere il senso ultimo di un’ opera ben scritta, ben interpretata, ben girata ma senza quel “qualcosa” necessario per lasciare davvero un segno. Il regista di opere semplici ed incisive come Il sapore della ciliegia (1997) o Il vento ci porterà via (1999) si conferma ancora narratore di talento ma le parole, qui predominanti sulle immagini, non riescono a trasferire, oltre le informazioni, le intenzioni segrete dei personaggi e a stabilire quel rapporto che va oltre il linguaggio articolato e che fa la differenza, nel cinema e nella vita.
© CultFrame 04/2013
TRAMA
A Tokio, Akiko, giovane ragazza in crisi con il fidanzato Noriaki, conosce Takashi, un anziano professore. Si instaura, così, un insolito “triangolo” sentimentale che, in un primo momento, sembra funzionare e dare fiducia e speranza ai due ragazzi. Quando Noriaki, però, scopre la vera (?) natura del rapporto tra la fidanzata e l’anziano signore, si ribella e sfoga tutta la sua rabbia impotente contro quello che considera il suo “rivale”.
CREDITI
Titolo: Qualcuno da amare / Titolo originale: Like Someone in Love / Regia: Abbas Kiarostami / Sceneggiatura: Abbas Kiarostami / Fotografia: Katsumi Yanagijima / Montaggio: Bahman Kiarostami / Scenografia: Toshihiro Isomi / Interpreti: Rin Takanashi, Tadashi Okuno, Ryo Kase / Produzione: Marin Karmitz- Kenzo Horikoshi / Distribuzione: Lucky Red / Origine: Giappone / Anno: 2012 / Durata: 109 minuti
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Sito italiano del film Qualcuno da amare di Abbas Kiarostami
Filmografia di Abbas Kiarostami
Lucky Red