Il lavoro dei pubblicitari è stato raccontato al cinema da diversi film nordamericani di successo, a partire da classici come La casa dei nostri sogni (1948) e fino alla serie Mad men (2007-). Lo stesso può dirsi per le campagne elettorali, forma particolare di competizione mediatica. Arriva invece dal Sudamerica il terzo film del regista Pablo Larraín che ricostruisce in modo assai originale un momento decisivo della storia cilena: la pianificazione della campagna per il referendum con cui nel 1988 Pinochet fu costretto da pressioni internazionali a concedere ai cittadini la possibilità di non confermargli la carica di presidente.
Vincitore del primo premio della Quinzaine des Réalisateurs a Cannes 2012, No è il nuovo capitolo di una sorta di trilogia che il giovane autore ha dedicato agli anni della dittatura nel suo paese, iniziata nel 2008 con quel Tony Manero che fu presentato proprio alla Quinzaine e vinse il Torino Film Festival, e proseguita nel 2010 con l’altrettanto duro Post mortem.
Il protagonista della pellicola è Gael Garcia Bernal, nei panni di René Saadreva, giovane pubblicitario figlio di un oppositore politico esiliato e formatosi quindi negli Stati Uniti. Tornato nel suo paese, René va al lavoro in skate o con una moto sportiva e propone ai suoi clienti spot per bibite gassate e microonde che replicano i modelli pop dominanti nell’immaginario televisivo nordamericano. Quando però viene ingaggiato dalle forze d’opposizione per aiutarle a confezionare gli spot per il “no” al referendum, scopre di essere un facile obiettivo per le ritorsioni del regime, che minacciano il suo lavoro, la casa e il figlio che ha avuto con una donna troppo impegnata a lottare contro il dittatore Pinochet per metter su famiglia. A ricordargli i rischi che sta correndo è il principale della sua stessa agenzia pubblicitaria, ancora una volta ben interpretato da Alfredo Castro, che viene invece reclutato dal governo per curare la campagna per il “sì”: i due incarnano così la contrapposizione generazionale e culturale tra vecchi e nuovi cileni, tra due diversi modelli di progresso e sviluppo del paese, ma l’interrogativo se abbia prodotto una reale democrazia rimane forse ancora aperto….
Basato su di una eccellente sceneggiatura che Pedro Peirano ha tratto dalla pièce El Plebiscito di Antonio Skàrmeta (il quale ha raccontato la stessa vicenda nel romanzo Los días del arcoíris), il film gode di una solida drammaturgia che rende avvincente lo svolgersi degli avvenimenti anche per chi ne conosca già l’esito.
Dal punto di vista visivo il film è caratterizzato da una netta scelta stilistica poiché è stato girato con le stesse telecamere usate all’epoca dei fatti, negli anni Ottanta: si mescolano così sullo schermo i materiali d’archivio della televisione cilena e le nuove messe in scena orchestrate da Larraín degli spot che nel 1988 promuovevano il “no” al dittatore. Per vedere alcuni dei filmati originali della campagna del No del 1988, e comprendere l’uso che ne fa il film, basta andare cercarli in rete.
© CultFrame 11/2012 – 05/2013
Film presentato al 30° Torino Film Festival
TRAMA
Il 5 ottobre 1988 il popolo del Cile è chiamato a un referendum che il dittatore Pinochet ha concesso a causa delle pressioni internazionali per farsi prolungare il mandato presidenziale di altri otto anni. Nonostante le opposizioni siano convinte che le elezioni potrebbero non avere un buon esito, la campagna per chiamare i cittadini a votare “No” diventa un’occasione imperdibile per esprimere un dissenso troppo a lungo soffocato dal regime militare.
CREDITI
Titolo: No / Regia: Pablo Larraín / Sceneggiatura: Pedro Peirano dalla pièce El Plebiscito di Antonio Skàrmeta / Fotografia: Sergio Armstrong / Montaggio: Andrea Chignoli / Scenografia: Eduardo Castro / Interpreti: Gael Garcia Bernal, Alfredo Castro, Antonia Zegers, Luis Gnecco / Produzione: Juan de Dios Larraín, Daniel Dreifuss / Distribuzione: Bolero Film / Paese: Cile-Usa-Messico 2012 / Durata: 115 minuti
SUL WEB
Filmografia di Pablo Larraín
Torino Film Festival – Il sito
Bolero Film