Pensare per immagini. Icone, paesaggi, architteture. Mostra di Luigi Ghirri

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Gli scatti proposti sono oltre trecento (molti vintage prints), il percorso espositivo articolato in tre diverse sezioni: Icone, Paesaggi, Architetture. La mostra è accompagnata da “apparati digitalizzati” e dalla presentazione di pezzi editoriali di estremo interesse, da menabò, riviste e cartoline. Diverse le citazioni dell’autore impresse sui muri che ospitano le immagini.
Stiamo parlando di Luigi Ghirri. Pensare per immagini, “retrospettiva” dedicata a uno degli autori più citati ed evocati dall’intero panorama artistico-fotografico italiano.

L’idea curatoriale indubbiamente risponde a un’esigenza di razionalizzazione dell’opera di Ghirri e propone al visitatore un “viaggio certo” all’interno di un universo creativo che ancora oggi si manifesta come territorio estremamente complesso e potenzialmente ricco di sorprese.  E l’itinerario lungo il quale si snoda l’iniziativa spinge il fruitore a organizzare in modo ordinato, nella propria mente, il senso di una cifra poetica che negli ultimi anni ha generato innumerevoli imitatori. Eppure, camminando tra le opere, le citazioni, i libri posseduti dallo stesso Ghirri, ci si accorge come lo sforzo meritorio, e sotto un certo punto di vista necessario, di incasellare il lavoro del fotografo, di dargli una forma precisa, non generi esiti totalmente convincenti.

La questione centrale riguarda la sublime e indecifrabile natura di immagini che fortunatamente sfuggono a ogni possibilità di inquadramento tematico e cronologico, poiché ciò che conta non è tanto il contenuto (cioè i significati) delle opere di Ghirri quanto piuttosto l’affioramento dei significanti che emergono dalla loro visione individuale. Proprio su quest’ultimo termine (visione), ci si dovrebbe soffermare. Le fotografie di Ghirri sono, infatti, vere e proprie “apparizioni sospese” che nulla hanno a che fare con la raffigurazione della realtà; sono immagini che si autodeterminano attraversando lo sguardo-filtro di un autore che non cerca mai di utilizzare il facile strumento della “forza comunicativa”.

Nel complesso e articolato percorso della mostra ospitata al MAXXI si notano (ma teniamo sempre presente che si tratta di una retrospettiva) opere che non appaiono così significative nell’universo creativo di Ghirri. Allo stesso tempo però, alcune aperture paesaggistiche e diverse intuizioni visuali spiazzanti proiettano il visitatore in una dimensione che supera il reale (e la sua collocazione nel linguaggio fotografico), che apre lo sguardo provocando la totale dissoluzione del senso, dunque la salutare inutilità dell’interpretazione delle immagini. Proprio in quei passaggi espositivi in cui abbiamo percepito la liberazione da schemi sovrapposti all’opera dell’autore di Scandiano, abbiamo potuto avvertire lo spirito creativo di un fotografo che dovrebbe essere, per il rispetto che si deve al suo lavoro, forse meno “frequentato ufficialmente” e più indagato filosoficamente nei suoi risvolti estranei al sistema dell’arte contemporanea.

Musealizzare Ghirri è operazione forse impossibile (o quanto meno molto ardua) poiché non è di fotografia (tanto meno di arte) che ci parla la sua opera, quanto piuttosto di un altrove (mentale) fuori dalle immagini e non avvicinabile al concetto ovvio di “pensiero”. In tal senso, forse sarebbe stato più corretto, utilizzando una formula cara a Carmelo Bene, intitolare la mostra più che “Pensare per immagini”: “Depensare per immagini”.

© CultFrame 05/2013


IMMAGINI
1 Luigi Ghirri. Parigi, 1972. Da: Fotografie del periodo iniziale (1969-1972). New C-print (2013), cm 20 x 30. Courtesy Fototeca Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia. © Eredi Ghirri
2 Rifugio Grostè, 1983. Da: Paesaggio italiano (1980-1992). New C-print (2013), cm 20 x 30. Courtesy Fototeca Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia. © Eredi Ghirri

INFORMAZIONI
LUIGI GHIRRI. Pensare per immagini. Icone, paesaggi, architteture
Dal 24 aprile al 27 ottobre 2013
MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo / Telefono: 06.39967350 /  info@fondazionemaxxi.it
Orario: martedì – venerdì e domenica 11.00 – 19.00 / sabato 11.00 – 22.00 / Chiuso lunedì
Biglietto: Intero 11 euro / ridotto 8 euro

LINK
CULTFRAME. Luigi Ghirri. Lezioni di Fotografia di Maurizio G. De Bonis
CULTFRAME. Mondi infiniti di Luigi Ghirri. Un libro di Ennery Taramelli di Daniele De Luigi
CULTFRAME. Infinito. Un libro di Luigi Ghirri di Maurizio G. De Bonis
MAXXI, Roma

 

Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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