È visitabile per tutta l’estate a Torino, dopo la prima mondiale alla berlinese Deutsche Kinemathek, la mostra co-prodotta da quest’ultima e dal Museo Nazionale del Cinema per omaggiare la figura e l’opera di Martin Scorsese. L’allestimento è stato realizzato con la complicità dello stesso regista, cui appartengono quasi tutti i materiali esposti, curato da Kristina Jaspers e Nils Warnecke, e notevolmente riadattato agli spazi della Mole Antonelliana da Nicoletta Pacini e Tamara Sillo.
Il Museo torinese è infatti un “museo liquido” nel quale si snoda un percorso verticale e continuo che si articola in modo inevitabilmente diverso rispetto alle più tradizionali stanze, alle vere e proprie stazioni tematiche, che alcuni avranno avuto occasione di scoprire a Berlino. In entrambi i casi la mostra è organizzata in sezioni che permettono di fare il punto sui soggetti più cari all’autore italoamericano e sulle forme più ricorrenti nel suo cinema. A Torino, però, l’esposizione inizia già sulla cancellata esterna della Mole, con quattordici immagini di grande formato scattate da Brigitte Lacombe su diversi set di Scorsese, e mette poi al centro della grande aula del Tempio, sotto un gigantesco autografo del regista, tutti i materiali legati al “New Jersey”, vale a dire alla New York dove l’autore è cresciuto e ha concepito molti suoi film.
Il visitatore può così rintracciare su di un’ampia mappa della “grande mela” le location dei film che il regista italo-americano vi ha ambientato, rivedendone alcuni spezzoni su quattro diversi monitor, e ammirando nelle vetrine laterali numerosi oggetti di scena da Taxi driver a Toro scatenato (con i boxer e i guantoni di De Niro/La Motta), da L’età dell’innocenza a, naturalmente, Gangs of New York, i cui costumi sono stati acquistati dal Museo Nazionale del Cinema e faranno d’ora in poi parte delle sue collezioni.
In continuità con tale incipit, ai primi gradini della rampa su cui la mostra si dispiega, si trova la sezione dedicata a “La Famiglia”, con ninnoli e foto private del regista (comprese le immagini di Stalin e Nietzsche che decorano la cella di De Niro in Cape fear) e spezzoni dei suoi documentari dedicati ai propri genitori e alle loro origini italiane (come nel Mio viaggio in Italia), con l’emigrazione degli Scozzese da Polizzi alla Elizabeth Street di “Little Italy”, vera enclave siciliana.
Proseguendo con i ricordi, i bozzetti e le foto delle sezioni “Fratelli” (i “goodfellas”), “Uomini e donne”, “Eroi solitari” e ancora “New York” (puntellate di estratti video) è possibile ripercorrere l’intera carriera e tutto il mondo poetico di Scorsese, cresciuto con un fratello maggiore che lo portava al cinema fin da bambino e diventato uno dei registi più cinefili della sua generazione. Segue infatti la ricca sezione “Il Cinema”, con materiali sui suoi esordi (storyboard, appunti di regia, ecc.) e sui suoi film più meta-cinematografici come Cape fear, Il colore dei soldi, The Aviator e Hugo Cabret, accompagnati da molti cimeli di proprietà dell’autore come le scarpette rosse del celeberrimo film e vari manifesti d’epoca.
Nell’ultima parte del percorso, nel quale si aprono nicchie con montaggi delle attrazioni dai film di Scorsese, si propongono materiali che presentano gli aspetti più tecnici del suo lavoro da “Le Riprese” a “Il Montaggio” a “La Musica”, con colonne musicali cartacee associate a video, e con ampi brani dello storico film-concerto realizzato con i Rolling Stones, Shine a light.
Evidentemente, i materiali e le gallerie fotografiche permettono di rivedere anche i grandi interpreti che hanno lavorato col regista, da Robert De Niro a Leonardo Di Caprio, da Harvey Keitel a Willem Defoe (per non dire delle attrici), e i suoi molti preziosi collaboratori, dal collega Paul Schrader alla costumista Gabriella Pescucci, dallo scenografo Dante Ferretti alla montatrice Thelma Schoonmaker. Inoltre, grazie a una guida multimediale su iPad, realizzata per il Museo in collaborazione con la Fondazione Diversabilia, è possibile ascoltare la viva voce dello stesso Scorsese che presenta venti tra le opere presenti in mostra, e leggerne la trascrizione in italiano e inglese sul supporto digitale: una prova ulteriore della cultura e della passione cinematografica del regista, giustamente definito nella presentazione dell’evento uno “stilista e archeologo del cinema” (“stylist and archivist of cinema”).
In occasione della mostra, è stato pubblicato da Silvana Editoriale un volume-catalogo, anch’esso curato da Kristina Jaspers e Nils Warnecke in collaborazione con Nicoletta Pacini e Tamara Sillo, che include le didascalie e le immagini di buona parte delle opere esposte, una presentazione di Alberto Barbera, un’introduzione e un saggio di Rainer Rother, un saggio di Jaspers e Warnecke, oltre che tre interviste inedite a Scorsese, al direttore della fotografia Michael Ballhaus, e a Sandy Powell, la costumista vincitrice di tre Premi Oscar alla cui presenza la mostra è stata inaugurata il 13 giugno.
Martin Scorsese ha invece inviato da New York a Torino un suo video-messaggio in cui dice di essere nel bel mezzo del montaggio del suo nuovo film, The Wolf of Wall Street, e afferma: “Molte delle cose che vedrete nella mostra sono state letteralmente prelevate dai muri di casa mia e del mio ufficio, oltre che tolte da bacheche e armadi. Sembra che dovrò vivere con muri spogli per qualche mese ancora…. L’Italia, naturalmente, ha un angolo speciale nel mio cuore e sono grato a coloro che hanno reso possibile alla mostra di giungere a Torino”.
© CultFrame 06/2013
INFORMAZIONI
SCORSESE / A cura di Peter Mänz e Kristina Jaspers
Dal 13 giugno al 15 settembre 2013
Museo nazionale del cinema / Mole Antonelliana / Via Montebello 20, Torino / Tel. 011.8138560/1
Orario: martedì – venerdì e domenica 9.00 – 20.00 / sabato 9.00 – 23.00 / chiuso lunedì
Biglietto: intero € 9,00 / ridotto € 7,00
SUL WEB
Filmografia di Martin Scorsese
Museo Nazionale del Cinema, Torino