Presentata lo scorso autunno al Festival di Roma, questa commedia in costume anni Cinquanta sembra essere stata realizzata dal suo regista e sceneggiatore per assecondare una tradizione antica iscritta nel suo nome: infatti, Régis Roinsard compone, come il poeta Pierre de Ronsard, un’ode a una rosa, alla prodigiosa dattilografa RosePamphyle interpretata dall’attrice belga Déborah François, protagonista tutta sorrisi di un’altra pellicola recente dedicata a una professione tipicamente femminile, Les Tribulations d’une caissière.
La bella in rosa del film di Roinsard non è però una simpatica anticonformista come Molly Ringwald nel cult-movie anni Ottanta di Ted Hugues. Anche Rose Pamphyle, cresciuta in un paesino della Normandia, è una giovane di estrazione popolare orfana di madre e con un sogno nel cassetto; ma per realizzarsi la francese si serve di tutte le doti di una ragazza per bene senza grandi trasgressioni alle norme, siano esse di genere, di classe o di stile.
L’allure delle sue varie tenute, dei capelli e del trucco, rimane impeccabile e quasi invariabile per tutto il film, dall’inizio campagnolo all’epilogo cosmopolita. In una pellicola in cui la superficie liscia e colorata degli oggetti ha tanto peso (si fa per dire) non sorprende (ma può lasciar delusi gli spettatori) la banalità degli abiti della protagonista e la fissità disincarnata del suo pallore. Tutt’altro carattere ha la comprimaria Berenice Béjo, protagonista di The Artist e recentemente insignita di un riconoscimento per la migliore interpretazione al festival di Cannes.
Tutti pazzi per Rose è il progetto di un esordiente già scafato regista di videoclip e spot pubblicitari, sostenuto dal produttore Alain Attal (Piccole bugie tra amici, Polisse), nato dopo la visione di un documentario sulla storia della macchina da scrivere e sui campionati di velocità di scrittura a macchina che imperversavano in un’epoca in cui il ruolo della segretaria era molto ambito dalle giovani lavoratrici. Un ruolo ambiguo, però, che consentiva di emanciparsi lavorando, guadagnandosi uno stipendio e una professionalità, ma imponeva di rimanere subalterne. Una subalternità che riservava tale posizione alle donne, attribuendo a tale impiego anche una certa connotazione erotica, come dimostrava ironicamente il rapporto sadomasochista tra la segretaria e l’avvocato di Secretary.
Qui però non c’è ombra di critica sociale e neppure di ironia, foss’anche di cinismo, quanto piuttosto la pura voglia di raccontare una storia d’amore e ginnastica digitale in una scenografia da negozio di modernariato pop. Pop come Populaire, il titolo originale del film, nel senso di “famoso”, di “modesto” come sarebbe la protagonista, se il film volesse approfondire un po’ la questione, ma anche come la macchina da scrivere costruita in suo onore dall’azienda che sponsorizza le competizioni nazionali per dattilografe di cui Rose diventerà, come da copione, docile icona e testimonial.
Forte di una recitazione elegante che ha del teatrale, di un ritmo narrativo frizzante e di una certa grazia nel dipingere un’epoca in chiave vintage per signorine al profumo vanigliato di confetto, questo Tutti pazzi per Rose è in definitiva un prodotto che non ha niente di più o di meno rispetto alle altre numerose tecnologie di genere in salsa aurora che appestano oggi la semiosfera: televisione culinaria, cake design, manuali del nuovo bon ton, giornali femminili farciti di consigli “per farlo felice a letto”… Una profusione di discorsi apparentemente innocenti ma in realtà profondamente aggressivi per rendere indesiderabile il pericoloso attraversamento della frontiera tra maschile e femminile.
© CultFrame 06/2013
TRAMA
1958-1959. Rose vive in un paesino della Bassa Normandia da cui un giorno riesce a fuggire grazie a un impiego da segretaria presso un assicuratore. Benché non sia un’impiegata modello, la ragazza è però un fulmine alla macchina da scrivere sicché il suo capo decide di iscriverla ai campionati per dattilografe. Di competizione in competizione, Rose scala tutte le classifiche fino ad approdare ai campionati mondiali riscrivendo di volta in volta il proprio destino.
CREDITI
Titolo: Tutti pazzi per Rose / Titolo originale: Populaire / Regia: Régis Roinsard / Sceneggiatura: Régis Roinsard, Daniel Presley, Romain Compingt / Interpreti: Deborah Franįois, Berenice Bejo, Shaun Benson, Mélanie Bernier / Fotografia: Guillaume Schiffman / Montaggio: Rachel Tunnard / Scenografia: / Costumi: Charlotte David / Musica: Emmanuel D’Orlando, Rob / Produzione: Alain Attal/ Distribuzione: BIM / Francia 2012 / Durata: 108 minuti
SUL WEB
Filmografia di Régis Roinsard
BIM