L’intrepido ⋅ Un film di Gianni Amelio

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Il gelo della metropoli in inverno (Milano). Strade imbiancate dalla neve, aria carica di una freddezza che non è solo esteriore, grandi palazzi e cantieri in costruzione in una città che sembra sempre in movimento. In questa atmosfera “quasi” nordica si muove Antonio Pane. Potrebbe essere definito un uomo buono e un padre affettuoso, o anche un grande lavoratore. Pratica l’arte del “rimpiazzo”; sostituisce chi si deve assentare dal lavoro per le più svariate ragioni. Antonio si accontenta di poco e non si lamenta mai. La sua casa è modestissima (vicina alla ferrovia) ma il suo desiderio di vivere allontana ogni forma di depressione (quasi sempre).

L’intrepido è un film che possiede molte facce: è una commedia sulla crisi contemporanea, la rappresentazione del declino sociale dell’Italia di oggi, ma anche una tragedia del lavoro, un racconto di affetti cercati, negati e, forse, immaginati. A interpretare il personaggio cardine è un Antonio Albanese che riesce a dare credibilità al suo ruolo fornendo alla figura centrale del lungometraggio una leggerezza sorprendente.

Ma nonostante i presupposti siano più che confortanti, L’intrepido, purtroppo, non riesce a trovare una sua quadratura. Il tono altalenante tra commedia e tragedia sembra essere il suo asse fondamentale ma alla fine questo elemento genera semplicemente iterazione e prevedibilità. La disperazione esistenziale è sempre sotto traccia e appare come il collante dell’intera vicenda ma il tocco di Amelio è orientato verso la soavità comunicativa e ciò crea uno scollamento espressivo evidente. Le sequenze emozionanti e divertenti si alternano ad altre scontate e ripetitive, così come la conclusione dell’opera annulla il percorso del film in un finale troppo scontato.

Il tentativo evidente di Gianni Amelio è stato quello di edificare un oggetto creativo cangiante, in grado di comunicare allo spettatore sentimenti diversi e contrastanti. Ora il divertimento, ora il dramma. Ma il risultato finale appare confuso e l’opera si incarta in un flusso oscillante di sensazioni totalmente controproducente.

Se un pregio indubitabile ha L’intrepido, è senza dubbio lo sguardo di Gianni Amelio. Le inquadrature della città, degli spazi interni e delle case sono, infatti, sempre perfettamente in grado di comunicare il senso dell’opera molto più dell’insoddisfacente e ovvio impianto narrativo.

© CultFrame 09/2013

Film presentato alla 70° Biennale Cinema di Venezia

TRAMA
Antonio Pane è un uomo buono e delicato. Il suo lavoro è fare il rimpiazzo, cioè sostituire sul posto di lavoro chi è impossibilitato ad andare. Antonio è separato e ha un figlio musicista. La sua è una vita semplice. Non si piange mai addosso e si da sempre da fare per guadagnare qualcosa. Fino a quando, durante un concorso pubblico si imbatterà in una ragazza di cui si innamorerà.


CREDITI

Titolo: L’intrepido / Regia: Gianni Amelio / Sceneggiatura: Gianni Amelio, Davide Lantieri / Fotografia: Luca Bigazzi / Montaggio: Simona Paggi / Scenografia: Giancarlo Basili / Musica: Franco Piersanti / Interpreti: Antonio Albanese, Livia Rossi, Gabriele Rendina, Alfoso Santagata, Sandra Ceccarelli / Produzione: Palomar, Rai Cinema / Distribuzione: 01 Distribution / Paese: Italia, 2013 / Durata: 104′

SUL WEB
Filmografia di Gianni Amelio
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito
01 Distribution

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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