Nel 1962 Luis Buñuel girava uno dei suoi massimi capolavori: L’angelo sterminatore. In quest’opera, un gruppo di persone si ritrovavano all’interno di una villa e pur volendolo non riuscivano ad abbandonare il luogo nel quale si erano incontrate. Eppure, nessun fattore insormontabile l’avrebbe impedito. L’aspetto surreale di questo lungometraggio consiste proprio nell’incongruenza generata dall’(im)possibilità di compiere un’azione che niente e nessuno avrebbe potuto ostacolare.
Ebbene, proprio ciò avviene nel lungometraggio di Emma Dante intitolato Via Castellana Bandiera. Sia chiaro, non vogliamo paragonare l’autore de Il Fascino discreto della borghesia alla drammaturga siciliana ora passata al cinema (sarebbe scorretto e impossibile) ma dobbiamo pur prendere atto delle parole della stessa regista che chiarisce l’aspetto centrale del racconto nelle note di produzione: l’(im)possibilità di compiere un’azione, appunto. Ma andiamo con ordine.
Via Castellana Bandiera racconta la paradossale contrapposizione tra due donne che alla guida delle loro automobili si ritrovano una davanti all’altra in una strada strettissima. Nessuna vuole cedere il passo. Basterebbe poco per risolvere la situazione ma tutto rimane immobile per un giorno e una notte. Il plot del film contiene con tutta evidenza dei tratti surreali, ma certamente Emma Dante non gioca le carte buñueliane preferendo il grottesco e la concitazione espressiva.
I due personaggi centrali si confrontano con occhiate e con gesti simbolici e presidiano le loro macchine come fossero territori inviolabili. Intorno a loro, si muove un’umanità delirante, schifosa, confusionaria e sopra le righe. Tutto si svolge all’interno di un microcosmo emblematico, una stradina di un quartiere interamente abusivo, dove gli abitanti si scelgono personalmente i numeri civici.
Via Castellana Bandiera può essere considerato un esordio di buona levatura cinematografica. Si percepisce lo sforzo di Emma Dante nel voler utilizzare in modo appropriato e personale un linguaggio (quello filmico) molto diverso da quello teatrale. Inquadrature strette, macchina a mano, uso dei teleobiettivi, sono tutti elementi linguistici che trovano una loro collocazione all’interno dell’impianto formale.
Ciò che invece lascia perplessi è la tendenza, questa veramente non prevedibile per un personaggio come Emma Dante, a raffigurare Palermo nella sua presunta “assurdità” e nella “bruttezza” di alcuni luoghi e certi palermitani come soggetti quasi di un mondo a parte. E nel fare ciò, la regista ha cavalcato alcuni stereotipi che a nostro avviso nuocciono all’intera operazione espressiva.
Nonostante tale inconveniente, come già detto, Via Castellana Bandiera possiede alcuni evidenti pregi, a cominciare dal più significativo: l’aver dimostrato attraverso aspetti di tipo visivo come la realtà venga deformata dal modo in cui la si guarda. E il fatto che questo insegnamento sia venuto da un’artista proveniente dal teatro e non da una disciplina strettamente tecnologico-visuale deve far riflettere chi, pur praticando le arti visive, non riesce a comprendere il senso e il valore di questo “banale” concetto.
© CultFrame – Punto di Svista 09/2013
TRAMA
Rosa è a Palermo dopo molto tempo insieme alla sua compagna Clara. Le due devono partecipare a un matrimonio ma finiscono per perdersi. Si ritrovano a risalire una strada strettissima che sembra a senso unico. A un certo punto, però, si profilerà davanti a loro la vettura condotta da Samira. Le due donne si fermeranno a pochissimi centimetri una dall’altra e inizieranno a discutere su chi debba avere la precedenza. Tra loro inizierà un duello psicologico che si trasformerà in un gioco al massacro.
CREDITI
Titolo: Via Castellana Bandiera / Regia: Emma Dante / Sceneggiatura: Emma Dante e Giorgio Vasta dall’omonimo romanzo di Emma Dante / Fotografia: Gherardo Gossi / Montaggio: Benni Atria / Scenografia: Emita Frigato / Musica: Fratelli Mancuso / Interpreti: Emma Dante, Alba Rohrwacher, Elena Cotta, Renato Malfatti / Produzione: Vivo Film, Wildside, Rai Cinema / Distribuzione: Istituto Luce / Paese: Italia, Svizzera, Francia, 2013 / Durata: 90′
SUL WEB
Il sito di Emma Dante
Filmografia di Emma Dante
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito