Here, Far Away. Retrospettiva di Penti Sammallahti. Londra

SCRITTO DA
Claudia Colia

È un fascino austero quello che trapela dai panorami in bianco e nero di Penti Sammallahti. Ampie visioni di nature incontaminate, villaggi remoti sepolti dalla neve, umanità sparsa, tutti catturati da magici scatti, i cui bordi non concludono, ma lasciano spazio ad un continuum metafisico. Alla Photographers’ Gallery di Londra è possibile visitare Here, Far Away, una personale di oltre una ventina di immagini, che è anche un libro, appena pubblicato in Gran Bretagna.
La mostra è organizzata nello spazio secluso delle Print Sales, e, nelle sue dimensioni contenute, accentua la bellezza della fotografia in bianco e nero di Sammallahti. Il fotografo finlandese, viaggiatore instancabile, tesse trame atmosferiche fatte di venti taglienti, neve, legna bruciata e silenzi. Iniziato alla fotografia in giovanissima età, Sammallathi concepisce la sua arte in maniera artigianale, seguendone tutte le fasi, specialmente in camera oscura, stampando i lavori con infinita pazienza. Girovagando in lande remote, l’artista posa il suo sguardo lieve ed austero su panorami solitari, raccogliendo qua e là frammenti malinconici di narrative più ampie.

Il libro, fresco di pubblicazione, è diviso in nove capitoli, che raccontano di peregrinazioni inquiete attraverso la Finlandia, la Norvegia, la Gran Bretagna, l’Europa orientale, l’Africa, la Cina e l’India. Nella piccola mostra i paesaggi si mostrano svuotati di colore, eppure vibranti e senza tempo; un bianco e nero, dai toni bassi e dalle luci argentee, che dipinge sapientemente atmosfere fatte di strade bagnate, fili del telegrafo, trasformati in pentagramma da piccoli uccelli neri, campanili lontani, cani selvaggi, fango e cortecce d’albero, territori immacolati che sfilano sotto cieli metallici. L’obbiettivo inquadra figure sparute di uomini, che si avventurano in paesaggi onirici; scricchiolii di passi nella neve, silenzi ovattati, attese all’imbrunire. Eppure, quella del fotografo finlandese, non è una visione antropocentrica. Gli esseri umani sono scarse presenze, mentre gli animali (cani, rane, cavalli, uccelli) quasi rivestono il ruolo di guide ancestrali, conducendo lo sguardo verso l’orizzonte di paesaggi brulli, trotterellando nella neve fresca, emergendo da acque pesanti come ghisa, intrecciandosi a fili d’erba inaridita. Nelle foto di Sammallhati si entra in una narrativa misteriosa, in un mondo che è qui ed al di là di ciò che si vede, un luogo dell’anima, ancora da definire.

© CultFrame 10/2013


IMMAGINI

1 e 2 Penti Sammallahti. Solovki, White Sea, Russia, 1992

INFORMAZIONI
Penti Sammallahti. Here, Far Away
Dal 10 ottobre 2013 al 5 gennaio 2014
The Photographers Gallery, 16-18 Ramillies Street, Londra / +44 (0)20 7087 9300
Orario: lunedì – sabato 10.00 – 18.00; giovedì 10.00 – 20.00; domenica 11.30 – 18.00 / Ingresso libero

LINK
The Photographers’ Gallery, Londra

 


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Claudia Colia

Claudia Colia si è laureata in Storia dell’Arte presso l'Università "La Sapienza" di Roma e nel 2003 si è trasferita a Londra, dove ha conseguito un Master in Contemporary Art Theory presso il dipartimento di culture visive della Goldsmiths University. Si occupa di scrittura, critica e didattica dell’arte e collabora con diverse istituzioni museali londinesi. Ha recensito mostre per testate online e cartacee ed è corrispondente di attualità per la trasmissione di Rai Radio2, Caterpillar. Dal 2006 fa parte della redazione di CultFrame - Arti Visive.

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