Il treno va a Mosca ⋅ Un film di Federico Ferrone e Michele Manzolini

SCRITTO DA
Silvia Nugara

Nella vasta galassia del documentario, il found footage cinema, quello cioè che nasce a partire da un girato d’archivio spesso amatoriale, è un genere strano e meraviglioso per la possibilità che dà di documentare la storia non solo dalla prospettiva degli eventi e del loro succedersi ma soprattutto da quella dello sguardo che quegli eventi li percepisce, li testimonia, li inquadra e perciò li costruisce. Il treno va a Mosca coglie questa possibilità riuscendo in una sfida tecnica e artistica che ha anche un valore antropologico.

Il film documenta infatti un mondo che è stato e che non esiste più attraverso lo sguardo e la voce narrante di Sauro Ravaglia, barbiere e poi ragioniere di Alfonsine (Ravenna), oggi settantottenne, che nel 1957 si recò in treno a Mosca con un gruppo di compagni per partecipare al Festival mondiale della gioventù socialista. L’idea del film ha preso corpo quando, visionando il materiale relativo al Festival moscovita conservato presso Home Movies, Archivio Nazionale del film di famiglia, i registi hanno trovato i bellissimi materiali girati da Ravaglia e dai suoi due compagni cineamatori Enzo Pasi e Luigi Pattuelli.

Immagini e documenti sonori hanno subito un lungo processo di selezione, di trattamento e modifica per poi essere montati dall’abile Sara Fgaier (già montatrice de La bocca del lupo di Pietro Marcello) e costruire così la narrazione di una presa di coscienza. Il viaggio a Mosca rappresenta quasi un’impresa epica e il coronamento di un sogno per la piccola delegazione di Alfonsine. I suoi membri sono animati dall’entusiasmo e dall’ebrezza di trovarsi nella capitale del socialismo reale con altre rappresentanze provenienti da ogni angolo della terra per confrontarsi sulle lotte di liberazione dei popoli e su un’idea di mondo all’insegna della pace, dell’uguaglianza e dell’amicizia.

Ma abbandonati interprete e guida, ciò che i viaggiatori dell’utopia incontrano esplorando liberamente Mosca è anche una miseria che sorprende e sconvolge e che poi, al ritorno in Italia, nessun comunista vorrà sentirsi raccontare. Con l’urgenza di vedere e capire il mondo attraverso la sua cinepresa 8 mm, Ravaglia parte di lì a qualche anno per l’Algeria dove, tra militanti indipendentisti e giovani intellettuali europei velleitari, riceve la notizia della morte di Togliatti e decide di tornare in Italia per assistere ai funerali. Il film si chiude così con le immagini di una cesura storica, di cui infine devono prendere coscienza tutti quei militanti che prima del 1964 non avevano voluto ascoltare le “rivelazioni” dei “pionieri” tornati da Mosca sulla miseria del socialismo realizzato.

Ritornano sullo schermo alcune delle immagini con cui il film si apriva, coreografie e giochi pirotecnici che finiscono per assumere una connotazione simbolica ancora più fantasmatica di quella data dai segni del tempo sulla pellicola. Tutto il repertorio visivo utilizzato da Ferrone e da Manzolini restituisce corpi e modi di vedere il mondo che non sarebbe possibile filmare né probabilmente rimettere in scena con occhi di oggi. La colonna sonora originale di Francesco Serra commenta in modo spesso straniante molte delle sequenze.

© CultFrame 11/2013

Film presentato al 31° Torino Film festival

TRAMA
Nel 1957, una delegazione della cittadina romagnola di Alfonsine parte alla volta di Mosca per partecipare al Festival mondiale della gioventù socialista. Tra questi, vi sono tre cineamatori tra cui Sauro Ravaglia che oggi racconta l’esperienza e la presa di coscienza che derivò dal viaggio, con la successiva urgenza di filmare la realtà per capirla che lo ha animato per tutta la vita.

CREDITI
Titolo originale: Il treno va a Mosca / Regia: Federico Ferrone, Michele Manzolini / Sceneggiatura: Federico Ferrone, Michele Manzolini, Jaime P. Cousido, Denver Beattie / Fotografia: Andrea Vaccari, Marcello Dapporto (HD); Enzo Pasi, Luigi Pattuelli, Sauro Ravaglia (8mm) / Montaggio: Sara Fgaier / Musica: Francesco Serra /  Interpreti: Sauro Ravaglia / Produzione: Kiné, Vezfilm / Italia, 2013 / Durata: 70 minuti

SUL WEB
Sito ufficiale del film Il treno va a Mosca di Federico Ferrone
Filmografia di Federico Ferrone
Filmografia di Michele Manzolini
Torino Film Festival – Il sito

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Silvia Nugara

Silvia Nugara ha un dottorato di Linguistica Francese e i suoi interessi ruotano attorno alle relazioni tra il linguaggio e la costruzione della realtà sociale, con particolare riferimento agli immaginari e ai discorsi relativi alle soggettività di genere. Attualmente è redattrice di Punto di Svista e Cultframe - Arti visive.

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