Il giovane regista calabrese Fabio Mollo, classe 1980, è riuscito a realizzare il suo primo lungometraggio sviluppando alcuni spunti già presenti nel corto Giganti (2007), premiato al Torino Film Festival, e dopo una lunga preparazione portata avanti e sostenuta dall’Atelier della Cinéfondation del Festival di Cannes, dal Talent Project Market della Berlinale e dal Torino Film Lab.
Il Sud dov’è ambientato il film è la costa calabra, compreso il particolare spazio liminare dello stretto che separa Calabria e Sicilia, solcato da navi che non casualmente si chiamano Caronte e attraversato da venti e correnti che hanno storia e caratteri mitologici. L’atmosfera e la storia del film sembrano essere indissolubilmente legate a questa regione sospesa tra terra (per lo più cemento) e mare, dove l’altrove rappresentato dalla costa siciliana è ripreso in modo ben evidente nel suo mutevole apparire, più e meno vicino, a seconda della luce e della stagione, a seconda del sentire dei personaggi.
Eppure, il mistero attorno al quale si articola la vicenda de Il Sud é niente potrebbe svolgersi in una qualsiasi regione del meridione d’Italia. Anzi, la fotografia piuttosto ‘fredda’ e ‘nordica’ di molte sequenze, diurne e notturne, autorizza a immaginare un’ambientazione su di una costa di quel Mare del Nord da cui proviene il merluzzo essiccato (lo “stocco”) che il taciturno personaggio interpretato da Vinicio Marchioni vende nella sua bottega. Il soggetto della pellicola è infatti, soprattutto, il silenzio, la reticenza di un padre che è incapace di rivelare alla protagonista (forse anche per proteggerla) ciò che è realmente accaduto a suo figlio, il fratello della ragazza, ed è incapace di reagire alla legge dell’omertà che vige nella sua comunità.
In tal senso, la pellicola è il risultato di uno sguardo duplice, che l’autore ha elaborato dall’interno di una società e di un sistema di valori che conosce da vicino e che ha però saputo vedere e inteso comunicare anche dal di fuori, attraverso un certo grado di astrazione. Questa focalizzazione complessa e la lunga preparazione del film sono forse all’origine di qualche ellissi e di qualche lentezza di troppo nella sceneggiatura, che riesce comunque nel non facile compito di fondere elementi di realismo magico e apparizioni fantasmatiche generate dalla soggettività dei protagonisti con sequenze quasi documentaristiche, come quelle della processione della Madonna della consolazione Reggio.
Sul piano visivo, è molto riuscita la raffigurazione al contempo realistica, concreta ed espressiva di periferie pressoché deserte, cantieri abbandonati e luna park polverosi. Si tratta per lo più delle strade del quartiere Gebbione di Reggio Calabria in cui sono nati sia il regista sia la protagonista, Miriam Karlkvist, che fornisce un’ottima prova in quella che è la sua prima esperienza cinematografica. Come il regista, anche la direttrice della fotografia, il montatore e altri membri della troupe sono esordienti e compagni del Centro Sperimentale.
© CultFrame – Punto di Svista 12/2013
TRAMA
Grazia è cresciuta in Calabria con il solo padre, venditore di pesce “stocco”, e con il trauma della scomparsa del fratello Pietro che le è stato detto essere morto ma che lei crede possa essere in realtà ancora vivo. Nelle settimane dell’esame di maturità si compieranno il lungo processo di elaborazione del suo lutto e quello della scoperta e accettazione della propria sessualità, che Grazia sembrava avere neutralizzato come per modellarsi sulle fattezze del fratello scomparso.
CREDITI
Titolo: Il Sud è niente / Regia: Fabio Mollo / Sceneggiatura: Fabio Mollo, Andrea Paolo Massara, Josella Porto / Fotografia: Debora Vrizzì / Montaggio: Filippo Montemurro / Scenografia: Giovanni Cirianni / Musica: Giorgio Giampà / Interpreti: Miriam Kaelkvist, Vinicio Marchioni, Valentina Lodovini, Alessandra Costanzo, Andrea Bellisario, Giorgio Musumeci / Produzione: b24 Film, Madakai / Distribuzione: Cinecittà Luce / Italia, 2013 / Durata: 90 minuti
SUL WEB
Filmografia di Fabio Mollo