Definirlo “eclettico” è poco: il regista e sceneggiatore J.C. Chandor alla sua seconda opera passa dalla claustrofobia verticale di vetro ed acciao di Margin Call all’infinità orizzontale dell’Oceano Indiano in All Is Lost. E non basta, se il primo strabordava di parole, una logorrea corale ininterrotta e frastornante, qua regna il silenzio rotto soltanto dallo sciabordìo delle onde, dalla tempesta e dall’unica, sacrosanta imprecazione del protagonista, navigatore solitario.
All Is Lost è un esperimento coraggioso che ricorda l’ottimo Gravity, per la performance in assolo del protagonista perso in uno spazio sconfinato, ma, a differenza dell’astronauta Bullock, Chandor nulla ci racconta del marinaio Redford: ce lo ritroviamo in barca al largo di Sumatra, chi sia, perché sia lì, da dove venga e dove vada non ci è dato sapere. Conosciamo soltanto il “qui ed ora”, niente motivazioni, niente psicologie, nessun background, ma soltanto una lotta giornaliera, la messa in scena di un acuto ed ostinato istinto di sopravvivenza, unita ad un realismo che finalmente affranca lo spettatore da mega-yacht futuristici e tecnologie spinte, concedendo al protagonista una barca assolutamente normale ed un sestante con manuale di istruzioni cartaceo, niente satelliti, niente rete.
Proprio questa ricerca di realismo, questo rifuggire da ogni spettacolarizzazione degli elementi naturali e narrativi fa di All Is Lost un’opera per appassionati che potranno apprezzare (e comprendere) a fondo le azioni del marinaio Redford ed i rischi in agguato, mentre i non iniziati si chiederanno spazientiti perché rischiare di affogare per cambiare una vela nell’infuriare della tormenta.
Chandor non concede nulla allo spettatore, scommette sul silenzio, gioca con gli elementi, tiene a mollo il protagonista dall’inizio alla fine e la spettrale apparizione degli enormi cargo commerciali non fa che aumentare il senso di totale solitudine del protagonista, un tonicissimo Robert Redford alle prese con una performance fisica da applausi. Ed è questo il limite e la forza di un’opera che sembra volersi sottrarre a facili metafore, raffazzonate simbologie e scontate citazioni à la Hemingway, per concentrarsi sull’avventura di un uomo sconosciuto, sorpreso dall’imprevisto, perso di fronte all’ignoto.
CultFrame 02/2014
TRAMA
Durante una traversata in solitaria nell’Oceano Indiano, un uomo senza nome si risveglia con il suo yacht di 39 metri che imbarca acqua dopo una collisione con un container abbandonato in alto mare. Con l’equipaggiamento di navigazione e la radio fuori uso, l’uomo deve affrontare una violenta tempesta; dopo aver riparato la breccia nello scafo, riesce a stento a sopravvivere grazie alle sue doti di marinaio e all’esperienza data dall’età. Utilizzando solo un sestante, le mappe nautiche e l’intuito, l’uomo è costretto a fare affidamento sulle correnti oceaniche per raggiungere una rotta di navigazione, nella speranza di fermare un peschereccio di passaggio. Sotto il sole implacabile, circondato dagli squali e con le provviste che scarseggiano, il velista pieno di risorse si trova ben presto a guardare in faccia la morte.
CREDITI
Titolo: All Is Lost – Tutto è perduto / Titolo originale: All is Lost / Regìa: J.C. Chandor / Sceneggiatura: J.C. Chandor / Fotografia: Frank G. DeMarco, Peter Zuccarini / Montaggio: Pete Beaudreau / Scenografia: John P. Goldsmith / Musica: Alex Ebert / Interpreti principali: Robert Redford / Produzione: Before the Door Pictures, Washington Square Films / Distribuzione: Universal Pictures International Italy / Paese: U.S.A., 2013 / Durata: 105 minuti
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Sito ufficiale del film All Is Lost di J.C. Chandor
Sito itliano del film All Is Lost – Tutto è perduto di J.C. Chandor
Filmografia di J.C. Chandor
Universal Pictures International Italy