Intendo con questo post, riprendere il pensiero (espresso chiaramente durante l’ultima edizione del Festival di Locarno) di Werner Herzog (figura fondamentale della storia delle arti visive del Novecento). Sì, perché le parole di Herzog pur essendo caustiche e, a loro modo, rivoluzionarie sono passate quasi sotto silenzio. E sono affermazioni che mi hanno colpito direttamente (in quanto docente di discipline legate ai linguaggi audiovisivi) perché riguardavano proprio il problema della formazione didattica in ambito cinematografico (ma la questione concerne anche, ovviamente, il settore fotografico e artistico).
Cosa ha detto, dunque Herzog? Presto detto:
“Non perdete tempo con le scuole di cinema. Per fare questo mestiere bisogna sentirlo. Ci vogliono intuito, coraggio e follia.”
E ancora, sempre riferendosi alle scuole di cinema:
“È meglio fare quattro giorni a piedi perché è un’esperienza che ti permette di conoscere il mondo.”
Ho riflettuto a lungo su queste dichiarazioni molto forti e dall’abisso della mia memoria sono emerse altre potenti affermazioni di un altro importante cineasta (nonché fotografo): Andrej Tarkovskij. Nel suo libro Scolpire il tempo, l’autore de Lo specchio scrive:
“..la mia esperienza dimostra… l’impossibilità di insegnare a essere regista per mezzo di un istituto di istruzione superiore.”
E dopo qualche riga, ecco un passaggio ancor più deciso:
“…qui si pone un problema etico, dato che l’ottanta per cento degli allievi che studiano per diventare registi o attori va poi a ingrossare le file delle persone professionalmente inette, che gravitano tutta la vita nell’orbita del cinema e alle quali, nella schiacciante maggioranza dei casi, manca la forza di abbandonare il cinema e di abbracciare un’altra professione.”
Ebbene, sia le parole di Herzog che quelle di Tarkovskij sono durissime e pongono il problema serio della didattica nell’ambito delle arti visive. Da docente (soprattutto in scuole di fotografia e nell’ambito della formazione critico-giornalistica) non posso fare altro che cercare di comprendere le motivazioni profonde per le quali questi due significativi esponenti del cinema mondiale hanno deciso in periodi, molto diversi, di esprimersi con questi toni.
Per quel che mi riguarda, sono ben cosciente della responsabilità che ci si assume quando si insegna e si cerca di “formare” degli allievi. È una questione di serietà professionale, di coscienza soggettiva e di attaccamento interiore all’alta funzione dell’insegnante. Ma queste mie affermazioni riguardano la sfera personale, appunto. E tutti gli insegnanti di cinema, fotografia, arte in cuor loro sanno se “interpretano il loro ruolo” con la dovuta serietà.
Penso, invece, che il problema posto molti anni fa da Tarkovskij, e più recentemente da Herzog, riguardi proprio la natura e le finalità di una scuola di cinema, di fotografia o di arte. E a tal proposito, concludendo con una domanda (a cui io darò la mia personale risposta), intendo comunicarvi il mio pensiero: a cosa serve una scuola di cinema/fotografia/arte?
Per quel che concerne la mia visione del problema, certamente non a formare professionisti delle discipline sopra elencate (le scuole, infatti, non sono uffici di collocamento) quanto piuttosto a contribuire alla formazione/crescita culturale degli allievi (che mi pare di gran lunga l’aspetto più importante). “Sedurre” (e questo lo dice a chiare lettere Tarkovskij) un giovane dicendogli che la scuola lo farà diventare professionista nell’area che ha scelto e che, sempre la scuola, contribuirà a inserirlo nell’ambiente lavorativo è quanto meno azzardato e utopico.
La realtà dei fatti, e questo lo conferma la storia dell’arte, del cinema e della fotografia, è che forse ha ragione proprio Werner Herzog:
“per fare questo mestiere ci vuole intuito, coraggio e follia.”
E anche desiderio di conoscenza, determinazione, talento e capacità, aggiungo io. E proprio una scuola (di cinema, fotografia, arte) potrebbe essere il luogo ideale per riuscire a stimolare il desiderio di conoscenza degli individui e valorizzare ogni potenziale talento.
© CultFrame – Punto di Svista 02/2014
(pubblicato su L’Huffington Post Italia)
Master class con Werner Herzog (in inglese)
SUL WEB
Werner Herzog – Il sito
Festival di Locarno – Il sito