Fioravante ha un nome esotico e un fascino discreto. Sbarca il lunario tra svariati mestieri, dall’elettricista all’idraulico, ma le sue mani preferiscono muoversi, leggere, sugli steli e tra i petali per realizzare delicate composizioni floreali. Ed è questo lavoro, quello che ama di più, a rappresentarlo al meglio e a rivelare, tra la pratica manualità delle sue differenti mansioni, la garbata timidezza di un’anima leggiadra.
Alla sua quinta regia Turturro firma una godibilissima commedia, non priva delle migliori sfumature alleniane, che racconta, in agrodolce, i sentimenti (e non soltanto amorosi) ai tempi della crisi in cui, come valida alternativa di guadagno, anche il mestiere più antico del mondo si rivela un’opzione da non sottovalutare.
Sullo sfondo di una New York multietnica il regista/attore italo americano racconta la storia di un’amicizia forte quanto bizzarra tra due uomini, solo apparentemente, agli antipodi per età, formazione e carattere. Fioravante e Murray, nel melting pot delle loro origini, rappresentano, infatti, una miscela perfetta di umanità, sense of humor, ingenuità e cinismo che armonizza tutti gli ingredienti emotivi, anche i più disparati, in una narrazione di misurata comicità che si adatta, perfettamente, alle corde di due interpreti come John Turturro e Woody Allen. Un duetto irresistibile che – complice una sceneggiatura (firmata dallo stesso regista) di notevole brio- propone un inedito punto di vista dell’ “arte” del gigolò.
Fioravante, infatti, pur non puntando su una sfacciata avvenenza fisica sa come toccare le donne e non soltanto in senso letterale. I suoi modi garbati, l’espressione timida, che tuttavia non nasconde una certa sensualità, innescano, nell’approccio con l’universo femminile, un immediato cortocircuito che si fa, sulle prime, stuzzicante curiosità per poi divenire stimolo intrigante e carnale.
L’uomo, in realtà, nel suo fascino solingo esprime (e offre) più profondità emotiva che mero piacere. Cede, sì, al sex appeal voluttuoso della dottoressa Parker e della sua amica Selima (una coppia ad alto potenziale erotico come Sharon Stone e Sofia Vergara) ma in ogni donna coglie il suo peculiare desiderio che, sovente, va ben oltre quello sessuale. Ed è così che quando Fioravante incontra Avigal, giovane vedova di un Rabbino, quell’eros mercenario si sublima in delicati tocchi a fior di pelle che sfiorano, forse, quell’amore al quale entrambi, seppur in modo diverso, erano da tempo disabituati. L’ortodossia religiosa che imbriglia l’animo di lei e la disillusione che sembra aver anestetizzato quello di lui sono mondi che collidono ma, anche solo per quell’istante, breve come un pensiero fugace, in cui si sono lambiti in un contatto “impossibile” , hanno deflagrato, senza rumore, in un cambiamento radicale.
Turturro narra, fondamentalmente, storie di singole solitudini metropolitane con il tono leggero di chi sa filtrare l’amarezza attraverso le maglie di una buona battuta lasciando ad Allen, che dirige con un’evidente e reciproca complicità, il ruolo dell’ineffabile “grillo parlante”, maestro d’ironia e saggezza pratica che guarda al suo amico, seduttore “per necessità”, con un misto di affetto e di bonaria invidia per quel naturale talento di empatia col femminile che a lui sembra, tragicamente, negato.
Gigolò per caso è una commedia di garbata eleganza che al riso o al sorriso non sacrifica l’emozione di quella tenerezza lieve che regala, proustianamente, al film quella “grazia leggera che ha qualcosa di compiuto: come il distacco che succede al rimpianto”.
© CultFrame 04/2014
TRAMA
Fioravante e Murray sono amici di vecchia data. Entrambi in condizioni economiche precarie cercano di tirare avanti come possono: il primo facendo differenti lavori da manovale, il secondo tentando di salvare la propria libreria da un imminente fallimento. Un giorno Murray propone al suo amico un lavoro “sicuro”, quello del gigolò. Lui si incaricherà di trovare le clienti e avere una percentuale sui guadagni. Con il nome di Virgil, Fioravante inizierà con un ménage a trois con due ricche e belle signore a caccia di nuove avventure e, via via, amplierà il suo giro di affari. Quando incontra Avigal, giovane vedova di un Rabbino e da anni costretta alle rigide regole della comunità chassidica, le cose sembrano destinate a cambiare ma gestire i nuovi eventi si rivela molto più complicato del previsto.
CREDITI
Titolo: Gigolò per caso / Titolo originale: Fading Gigolo / Regia: John Turturro / Sceneggiatura: John Turturro / Fotografia: Marco Pontecorvo / Montaggio: Simona Paggi / Interpreti: Woody Allen, John Turturro, Vanessa Paradis, Sharon Stone, Sofia Vergara / Produzione: Jeffrey Kusama-Hinte, Bill Block, Paul Hanson / Distribuzione: Lucky Red / Usa, 2013 / Durata: 98 minuti
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CULTFRAME. Passione. Un film di John Turturro di Eleonora Saracino
Sito italiano del film Gigolò per caso di John Turturro
Filmografia di John Turturro
Lucky Red