Andreas Gursky, artista tedesco segnalatosi per le vedute di grande formato e, soprattutto, per la vendita record da Christie’s della sua opera Rhein II, nel 2011, non ha, forse, bisogno di molte introduzioni. Ha celebrato in grande scala l’anonimato poetico di masse raccolte in raduni musicali, l’avvicendarsi caotico di individui alle prese con gli andamenti finanziari, lo scorrere minimalista di un fiume ingrigito o l’ordinata, ma coloratissima, disposizione di merci in un supermercato. Il grande formato e l’uso del colore, gli hanno permesso di gettare uno sguardo curioso, scevro da giudizi, su elementi contemporanei più o meno positivi, dall’architettura rampante ai panorami industriali, dai paradigmi del consumismo alle contraddizioni del nuovo millennio.
Vale la pena, ora, attraversare quiete strade georgiane per gustare i primi lavori di Gursky, in una mostra allestita alla galleria Sprüth Magers di Londra. Non è la quantità, ma la qualità a farla da padrona in questa retrospettiva dal titolo Early Landscapes.
Si viene accolti da pochi, essenziali lavori, che lasciano il segno. “Le prime vedute” di Gursky, realizzate tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, sono disposte in un ambiente affascinante, con la vetrina che dà sulla strada e si tramuta essa stessa in un panorama di grande formato, e ribadiscono come sia possibile catturare in poesia e disincanto l’essenza dei nostri tempi.
Alcune immagini sono impregnate di toni che ricordano quel sublime, caro agli artisti romantici tedeschi. Si va dalla drammaticità delle cascate del Niagara, con l’acqua che ribolle nella furia di una natura sempre meno selvaggia, asservita a masse di turisti in gita, ad un’alba di sparuti pescatori, che si dissolvono nella scia grigia e fangosa di un fiume. Altrove, galline scorrazzano nella libertà fittizia di un allevamento intensivo; la neve trasforma la montagna in una punteggiatura minima fatta di alberi e speroni rocciosi.
Il caso fornisce l’occasione per indagare il mondo con le sue contraddizioni insanabili, a metà tra sogno bucolico ed incubo industriale. Le prospettive sono curiose, esprimono con la dicotomia di una natura e di un’umanità fragili, contro la solidità di strutture anonime, che modificano l’ambiente. Lungo il viaggio, le destinazioni turistiche, i panorami, le topografie, si tramutano in composizioni senza tempo, reminiscenze di arte pittorica, trascendenze, zone di confine tra la creazione e il nulla.
© CultFrame 05/2014
INFORMAZIONI
Andreas Gursky. Early Landscapes
Dal 15 aprile al 21 giugno 2014
Sprüth Magers / 7° Grafton Street, Londra / Telefono: +44(0)2074081613
Orario: martedì sabato 10.00 – 18.00 / Ingresso libero