Le radici visive del videoclip Tous Les Mêmes? La fotografia contemporanea

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Ho già affrontato la questione in relazione al videoclip di Pharrell Williams Happy, firmato per quel che concerne la regia dal collettivo We are from L.A. Ritorno sull’argomento, il videoclip appunto, poiché sempre più questo formato audiovisivo si configura negli ultimi tempi come territorio registico meticcio, luogo di sperimentazione e collettore di espressioni visive che derivano in primo luogo dalla rielaborazione di stilemi nati in ambito fotografico e cinematografico. In questa occasione voglio parlare di Tous Les Mêmes, video del cantante e autore belga (di origini, da parte di padre, ruandesi e di lingua francese, nonostante la madre sia fiamminga): Stromae. Ma voglio anche porre l’attenzione sul regista di questo piccolo “film”: Henry Scholfield.

Il videoclip (così come il brano) racconta le problematiche interpersonali all’interno di una coppia. Ma ciò che appare interessante non è tanto il tema affrontato quanto piuttosto l’impianto formale e lo stile utilizzati per confezionare questo prodotto audiovisivo, che comunque rimane uno strumento di promozione commerciale.

Gli interni realizzati per ambientare la storia, la struttura e la composizione delle inquadrature, le elaborazioni cromatiche, le atmosfere visive, si manifestano in modo inequivocabile come una sintesi espressiva ed estetica che allunga le sue radici in riferimenti (consci o inconsci non lo sappiamo) nella storia della fotografia degli ultimi decenni. Come non pensare a talune opere del canadese Jeff Wall (per quel che riguarda alcune immagini in interni), ad esempio, oppure a quelle dello statunitense Gregory Crewdson (soprattutto per un determinato clima visivo inquietante).

Se si procede a una scomposizione grammaticale di questo videoclip, è possibile verificare come ogni frame sia con chiarezza il frutto di un’elaborazione visuale che ha a che fare con una parte della fotografia contemporanea e della fotografia di moda (con particolare riferimento alle tendenze espressive che con maggiore frequenza identificano taluni grandi marchi della moda internazionale).

Questa impostazione è dovuta certamente al regista Henry Scholfield, il quale ha realizzato alcuni dei videoclip più interessanti degli ultimi anni e almeno una campagna pubblicitaria estremamente significativa, sotto il profilo linguistico e registico, per una nota marca di calzature per lo sport e il tempo libero.

Scholfield è solo l’ennesimo esempio di una “scuola” di “cineasti moderni” in grado di rielaborare creativamente gli impulsi e le tendenze della fotografia e del cinema (anche della videoarte) e di collocare tali impulsi in una dimensione creativa personale e sempre innovativa. Tale operazione possiede dei tratti palesemente sperimentali, nonostante possa apparire solo come l’esito finale di una ricerca già avviata in altre discipline delle arti visive tecnologiche.

E come ho detto più volte, i campi audiovisivi nei quali oggi è ancora possibile sperimentare veramente, e in libertà (magari mescolando i linguaggi), sono paradossalmente quelli più sotto il controllo del potere economico: ovvero lo spot pubblicitario e il videoclip musicale.

© CultFrame – Punto di Svista 05/2014
(pubblicato su Huffington Post)

CREDITI
Videoclip: Tous Les Mêmes / Autore: Stromae / Regia: Henry Scholfield / Produzione: Caviar

Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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