La gelosia ⋅ Un film di Philippe Garrel

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Non è necessario per quel che riguarda l’arte cinematografica avere a disposizione un grande budget per portare a termine un’opera che abbia un valore espressivo. E neanche utilizzare una storia straordinaria. L’aspetto fondamentale è invece che gli autori abbiano un’idea precisa e personale di cinema e perseguano il loro fine con determinazione. È questo, indubbiamente, il caso di Philippe Garrel, autore certamente discontinuo che però porta avanti una concezione stilistica coerente e di notevole rigore.

Prendiamo il caso della sua ultima fatica regista: La gelosia (La jalousie) Si tratta di un lungometraggio piccolo, misurato, e che racconta accadimenti privati. Un uomo, una donna, una bambina, la passione per il teatro. E ancora: i problemi con il lavoro e la mancanza cronica di denaro; ingredienti di una vicenda molto semplice, scandita da episodi quotidiani e gesti ordinari.

Ma l’aspetto che genera interesse è il fatto che lo script si basa su fatti reali della famiglia Garrel. Louis Garrel, protagonista e figlio di Philippe, impersona la figura di suo nonno. Mentre nella finzione filmica Philippe Garrel si “trasforma” in una bambina. Il regista di Un été brûlant sceglie, dunque, di utilizzare una storia autobiografica per raccontare dei temi che potremmo definire universali: la fragilità degli esseri umani, le difficoltà di chi sceglie di vivere facendo l’artista, il disagio esistenziale all’interno di un rapporto sentimentale, il disagio provocato dall’abbandono, la possibilità di rinascere dopo una tragedia interiore.

La gelosia è un lavoro allo stesso tempo delicato e intenso, tutta orchestrato sulla contrapposizione tra interni claustrofobici e spazi aperti (spesso giardini pubblici). Il dramma sentimentale e umano di Louis si consuma in un piccolo bilocale angoscioso e buio che condivide con la sua donna amata mentre le lunghe passeggiate del personaggio centrale con la figlia si svolgono in un ampio e curato parco cittadino.

Tutto è raccontato attraverso un bianco e nero che fornisce all’atmosfera del racconto una connotazione malinconica e, a tratti, tragica. Ma lo sviluppo del dramma non è mai articolato tramite scene violente. Anche il tentativo di suicidio di Louis avviene fuori scena, quasi a voler confermare il tono rarefatto della narrazione. Le emozioni sono certamente vissute ne La jalousie, ma sempre, rigorosamente, a livello interiore. Solo alla fine, un nuovo incontro sembra aprire una prospettiva a Louis, ma il dolore di vivere lo accompagnerà, purtroppo, per sempre.

© CultFrame 09/2013 – 06/2014

Film presentato alla 70. Biennale Cinema di Venezia

TRAMA
Louis e Claudia si amano molto e vivono insieme in una casa molto modesta. I due sono entrambi attori di teatro ma le cose non vanno molto bene, soprattutto a livello economico. Tra Louis e Claudia inizieranno a esserci delle tensioni, fino a quando lei non deciderà di lasciarlo per un uomo più ricco.


CREDITI

Titolo: La gelosia / Titolo originale: La jalousie / Regia: Philippe Garrel / Sceneggiatura: Philippe Garrel, Caroline Deruas, Ariette Langmann, Marc Cholodenko / Fotografia: Willy Kurant / Montaggio: Yann Dedet / Scenografia: Emmanuel de Chauvigny / Musica: Jean-Louis Aubert / Suono: Thierry Delor / Interpreti: Louis Garrel, Anna Mouglalis, Rebecca Convenant, Olga Milshtein, Esther Garrel / Produzione: SBS Productions  / Distribuzione: Movies Inspired / Paese: Francia, 2013 / Durata: 77′

SUL WEB
Filmografia di Philippe Garrel
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito
Movies Inspired

Condividi
Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

Articoli correlati

Previous
Next

1

About

New CULTFRAME – Arti Visive rappresenta la naturale evoluzione della precedente rivista fondata nel 2000. Vuole proporre ai lettori un quadro approfondito della realtà creativa italiana e internazionale. L’intenzione è quella di cogliere ogni nuovo fattore che possa fornire sia agli appassionati che agli addetti ai lavori un affresco puntuale e moderno riguardo gli sviluppi odierni delle Arti Visive.

3

COPYRIGHT © 2024 CULTFRAME – ARTI VISIVE.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA N. 152 DEL 4 MAGGIO 2009