In quella Florida assolata, storico buen retiro dei pensionati americani, la crisi ha colpito duro e ad Orlando, dietro la facciata linda delle villette da cartolina disneyana si consuma un inferno di sfratti e di espropri che porta le famiglie sul lastrico. La crisi immobiliare affoga la middle classamericana ed è in questo mare di debiti che sembrano nuotare indisturbati squali come Rick Carver che lavora anche per le banche ma, soprattutto, per se stesso, beneficiando al massimo della disperazione altrui.
“Non farti commuovere dai beni immobili” ama ripere perché le case non sono altro che “scatole” e, piccole o grandi che siano, vanno svuotate o riempite, vendute o comprate come semplici oggetti di scambio senza alcun legame con un’emozione, con un’eredità familiare, con i ricordi di una vita ancora attaccati alle pareti. Appartamenti, affari e denaro. Tutto è ridotto a questa semplice quanto implacabile “triade” che condanna ad un vero e proprio esodo interi gruppi familiari destinati a cercare rifugio dai parenti in altre città o una momentanea sistemazione in squallidi motel.
Ramin Bahrani scatta un’impietosa fotografia di quella crisi che sta fagocitando il mondo ad ogni latitudine e in questo scorcio di America mette a nudo l’umana crudeltà che, di fronte al franare dell’economia, mette in pratica il suo motto di sopravvivenza: “mors tua, vita mea”. Laddove non c’è posto per i perdenti sembra non esserci altra scelta che porsi al servizio dei vincitori, così come accade a Dennis Nash che finisce per lavorare con l’uomo che gli ha tolto ogni cosa ma, in una sorta di gioco perverso, pare tuttavia diventare anche l’unico a potergli concedere una speranza. Incastrato in un meccanismo ricattatorio, il giovane Nash tenta, a suo modo, di salvare la sua casa e la sua famiglia credendo di riuscire a sopportare il peso di un’azione ignobile e, soprattutto, quello della sua coscienza.
Bahrani racconta un dramma sociale con un ritmo da thriller, ordisce la trama ritmando, in crescendo, la tensione per realizzare un film di robusto realismo, grazie ad una regia di mestiere e mettendo a confronto due generazioni di attori con Andrew Garfield, in una prova di maturità, e il sempre ottimo Michael Shannon, pur peccando, sul finale, di un (evitabile) eccesso emotivo.
99 Homes rivela, già nel titolo, ciò a cui, sovente, la tragicità del destino ci conduce, alla mera essenzialità di un numero che, come in questo caso, è anche il prezzo più alto da pagare per riscattare (forse) la propria afflizione.
© CultFrame 08/2014
TRAMA
Dennis Nash è un giovane padre single che vive con il figlio e con la madre che fa la parrucchiera in casa. Ha chiesto un prestito ma, non potendo far fronte ai pagamenti rateali nei tempi giusti, gli viene pignorata la casa. Rick Carver è un agente immobiliare che lavora con le banche e, senza scrupolo alcuno, sfatta intere famiglie e sui loro appartamenti costruisce la sua fortuna. Ma quando bussa alla porta di Nash non sa che il suo destino sta per cambiare.
CREDITI
Titolo: 99 Homes / Regia: Ramin Bahrani / Sceneggiatura: Ramin Bahrani, Amit Naderi, Bahareh Azimi / Fotografia:Bobby Bukowski / Montaggio:Ramin Bahrani / SCenografia: Alex DiGerlando / Musica: Anthony Partos / Interpreti: Andrew Garfield, Michael Shannon, Laura Dern, Noah Lomax, Tim Guniee, Clancy Brown / Produzione: Hyde Park Entertainment / Paese: USA, 2014 / Durata: 112 minuti
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Filmografia di Ramin Bahrani
Mostra Inernazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito