La rançon de la gloire. Un film di Xavier Beauvois. 71° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Concorso

SCRITTO DA
Silvia Nugara

Il titolo originale del nuovo film di Xavier Beauvois contiene un gioco di parole che riassume  questa storia assurda ma ispirata a un fatto realmente accaduto: “la rançon de la gloire” fa infatti riferimento al riscatto che i due strampalati protagonisti richiedono alla famiglia di Charlie Chaplin dopo aver rapito la bara dell’attore; inoltre, il riscatto in questione è anche quello che ottiene o aspira a ottenere chi vivendo in condizione di marginalità sogna, in senso più o meno metaforico, le luci della ribalta.

Infatti, al cuore di questa dolceamara commedia appassionatamente chapliniana sta proprio il rapporto tra la vita e la sua rappresentazione narrativa (sia essa cinematografica, mediatica, immaginifica). Beauvois riflette con eleganza sullo scarto tra ciò che sogniamo e ciò che possiamo effettivamente permetterci di realizzare, tra le narrazioni di ascesa sociale che ci ispirano e ci condizionano e i limiti che la realtà pone ai nostri sogni di grandezza. In questo orizzonte si iscrive quindi anche tutta la questione dei miti e degli eroi che animano una società dello spettacolo sempre gravida di illusioni per chi, disperato, non sa più a cosa aggrapparsi per trovare salvezza.

È così che il personaggio di Charlot come protettore dei migranti, dei poveri e dei senzatetto diventa per i due protagonisti una sorta di amico, la risorsa estrema a cui ricorrere quando attorno non c’è altro che desolazione e smarrimento. Tra comicità slapstick e momenti più drammatici, il film rende omaggio al suo nume tutelare Chaplin tramite citazioni, sequenze dei suoi film (da City Lights a The Cure) e un uso allusivo della colonna sonora in cui le musiche originali di Michel Legrand costituiscono un leit motif che a volte sostituisce i dialoghi proprio come accade nei film muti.

Oltre a una sceneggiatura elegante e a una ricostruzione d’ambiente discreta, il punto di forza del film sta soprattutto nel talento mimico di Benoît Poelvoorde e nella maschera tormentata di Roschdy Zem che formano un duetto capace di momenti veramente deliziosi per comicità e tenerezza (si vedano le gag nella cabina telefonica e la breve scena del ballo).

© CultFrame 08/2014

 

 

TRAMA
A Vevey, Eddy e Osman sono migranti e amici fraterni che si arrabattano come possono per sopravvivere tra lavori precari e traffici illeciti. Ma i soldi non bastano per assicurare un futuro alla figliola di Osman e per pagare le cure alla moglie malata e quando nel Natale 1977 Charles Chaplin muore e riceve sepoltura nella cittadina svizzera, lo scaltro e un po’ folle Eddy pensa di rapirne la bara per ottenere un riscatto.

CREDITI
Titolo: La rançon de la gloire / Regia: Xavier Beauvois / Sceneggiatur: Xavier Beauvois / Fotografia: Caroline Champetier / Montaggio: Marie-Julie Maille / Scenografia: Yann Mégard / Musica: Michel Legrand / Interpreti: Benoît Poelvoorde, Roschdy Zem, Séli Gmach, Chiara Mastroianni, Nadine Labaki / Produzione: Why Not Productions) / Paese: Francia, Belgio, Svizzera, 2014 / Durata: 114 minuti

LINK
CULTFRAME. Uomini di Dio. Un film di Xavier Beauvois di Maurizio G. De Bonis
Filmografia di Xavier Beauvois
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Il sito

 

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Silvia Nugara

Silvia Nugara ha un dottorato di Linguistica Francese e i suoi interessi ruotano attorno alle relazioni tra il linguaggio e la costruzione della realtà sociale, con particolare riferimento agli immaginari e ai discorsi relativi alle soggettività di genere. Attualmente è redattrice di Punto di Svista e Cultframe - Arti visive.

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