Le Théâtre du Crime. Rodolph A. Reiss e gli orrori della fotografia forense. In mostra a Charleroi

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis
Rodolphe A. Reiss. Accident, Rivaz, mai 1913. © Musée de l’Elysée / Institut de police scientifique, Lausanne
Rodolphe A. Reiss. Accident, Rivaz, mai 1913. © Musée de l’Elysée / Institut de police scientifique, Lausanne

Rodolphe A. Reiss. Accident, Rivaz, mai 1913. © Musée de l’Elysée / Institut de police scientifique, Lausanne

È possibile identificare un confine preciso che separa la fotografia di documentazione da quella artistica (per usare una definizione un po’ semplicistica)? L’osservazione diretta e scientifica di uno “stato di fatto” tragico può essere coniugata con un’impostazione di tipo estetico, cioè con un sentimento della percezione? Il terribile tema della raffigurazione a scopo investigativo della morte può essere collocato all’interno di una ricerca formale? Si tratta di quesiti ai quali è molto difficile dare risposte precise ed esaustive e che toccano argomenti estremamente delicati.

Cercherò di fornirvi delle suggestioni su cui riflettere prendendo ad esempio la vicenda professionale e “creativa” di Rodolphe Archibald Reiss, figura di grande interesse alla cui opera il Museo della Fotografia di Charleroi (Belgio) ha dedicato una mostra denominata: Le Théâtre du Crime. Quest’ultimo è anche il titolo di un volume edito da Presses Internationales Polytechinque.

Rodolphe A. Reiss. Divers genres d’armes perforantes et tranchantes: coup de poing avec stylet, couteau corse, alêne, couteau à cran d’arrêt français, poignard, couteau à cran d’arrêt allemand, rasoir, couteau de poche, couteau dit « jambe de femme », vers 1910. © Musée de l’Elysée / Institut de police scientifique, Lausanne

Rodolphe A. Reiss. Divers genres d’armes perforantes et tranchantes: coup de poing avec stylet, couteau corse, alêne, couteau à cran d’arrêt français, poignard, couteau à cran d’arrêt allemand, rasoir, couteau de poche, couteau dit « jambe de femme », vers 1910. © Musée de l’Elysée / Institut de police scientifique, Lausanne

Ma chi è Rodolphe Archibald Reiss? Tedesco-svizzero, Reiss è stato uno dei pionieri della cosiddetta “fotografia forense”, disciplina che ha insegnato a livello universitario in Svizzera. Chimico, professore di Scienze Forensi, super esperto di tecniche fotografiche, autore di due importantissimi testi come La photographie judiciaire (Beudel, 1903) e Manuel scientifique de police -tecnique (Payot, 1911), Reiss ha costruito nel corso degli anni un gigantesco apparato di immagini di delitti e crimini, di luoghi e ambienti, di corpi e oggetti. Numerosi di questi scatti sono esposti proprio al Museo della Fotografia di Charleroi e possono fornire un esempio preciso dell’uso della fotografia nel settore della criminologia.

Rodolphe A. Reiss. Assassinat Delaporte, étude de la tenue des mains sur la hache par Reiss, Gimel, janvier 1910. © Musée de l'Elysée / Institut de police scientifique, Lausanne

Rodolphe A. Reiss. Assassinat Delaporte, étude de la tenue des mains sur la hache par Reiss, Gimel, janvier 1910. © Musée de l’Elysée / Institut de police scientifique, Lausanne

Reiss procedeva nel suo lavoro sempre attraverso un sistema di raffigurazione molto rigido e ben studiato, ideato per fornire una dimensione visiva dei delitti che comprendesse molti elementi: dai piccoli dettagli a una rappresentazione d’insieme in grado di contestualizzare spazialmente il crimine raffigurato.

Ciò che colpisce di alcune immagini è una sostanziale ricercatezza dell’inquadratura che fa assumere allo scatto un evidente, quanto inquietante, valore espressivo. Tale aspetto pone un problema. Cosa risulta attraente, per lo sguardo del fruitore di oggi, nelle immagini di Reiss? Forse la rappresentazione algida e scientifica della morte? Oppure, la composizione delle inquadrature? La visione perfetta dell’esito finale di un terribile crimine? La morbosità del dettaglio e la forza comunicativa di situazioni, spazi, oggetti, tracce, impronte?
Probabilmente tutti questi fattori messi insieme, elementi che però non devono far dimenticare l’origine strettamente scientifica delle immagini che sono di fatto significativi strumenti di indagine (e memoria di azioni atroci) e testi visuali di studio di un scienza molto complessa come è quella forense.

 

© CultFrame – Punto di Svista 09/2014
(pubblicato su L’Huffington Post Italia)
INFORMAZIONI
Rodolphe Archibald Reiss. Le Théâtre du Crime
Dal 24 maggio al 7 dicembre 2014
Musée de la Photographie / 11, avenue Paul Pastur / Charleroi (Mont-sur-Marchienne), Belgio / Tel : +32(0)71.43.58.10
Orario: martedì – domenica 10.00 – 18.00
Biglietto: Intero 6 euro / Ridotto 3 euro

SUL WEB
Musée de la Photographie, Charleroi, Belgio

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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